Ultimo lavoro dello scrittore scozzese che ritorna con questo romanzo alla saga storica dell’investigatore privato Bernard Gunther, qua giunto alla sua sesta avventura sulla lunga distanza.
Va segnalato che questo lavoro ha vinto la terza edizione del prestigioso Premio Internacional de Novela Negra, già assegnato in passato a grandi calibri come Andrea Camilleri e Francisco Ledesma. Ricordo che scrittori di altissimo prestigio come Salman Rushdie ne hanno tessuto le lodi e, più in generale, Philip Kerr rimane particolarmente amato dalla critica letteraria internazionale.
Particolarità dei romanzi di Kerr è l’affascinante collocazione temporale nell’epoca della Germania Nazista, peculiarità che dona sicuramente notevole suggestione alle opere in questione.
La vicenda inizia a Berlino nel 1934, la Germania è in piena bagarre per prepararsi ad ospitare i giochi olimpici del 1936.
Bernard Gunther, non se la sta sicuramente passando bene: costretto a rassegnare le dimissioni dalla polizia per le sue non proprio celate idee anti-naziste, sbarca il lunario come poliziotto privato all’Hotel Adlon, uno dei più prestigiosi alberghi berlinesi. La scoperta di due cadaveri, un ex pugile ebreo e un importante uomo d’affari spinge l’investigatore a tornare in azione, in una pericolosissima indagine che avrà il suo epilogo solamente venti anni dopo in quel di Cuba prima dell’avvento di Castro.
Nonostante l’indubbio talento di Kerr nel sapere mischiare finzione e realtà storica, devo purtroppo ammettere che la lettura del romanzo, almeno per il sottoscritto è stata tremendamente lenta e faticosa. Consiglio spassionato che do a tutti quelli che si decidessero di avventurare nelle storie del romanziere è quello di seguire la corretta sequenza temporale delle opere, per evitare il probabilissimo rischio di inficiarne fortemente la fruizione. Già la lettura è parecchio impegnativa, ricca di dettagli storici e politici; rimane, infatti, la forte sensazione di essermi perso diversi riferimenti e collegamenti nel corso della vicenda proprio per il problema esposto poco sopra.
Come stile i romanzi di Kerr mi hanno ricordato come spirito i vecchi gialli hard boiled di Raymond Chandler e Dashiell Hammett. La figura di Bernard Gunther con il suo carattere estremamente cinico e irriverente è la perfetta incarnazione contemporanea dei mitici Philip Marlowe e Sam Spade. La classica figura dell’investigatore privato attaccato ai vizi, alla bottiglia e soprattutto alle sottane delle belle femmine, con quel particolare istinto masochista a cacciarsi in seri guai e situazioni estremamente pericolose.
“Se i morti non risorgono” rimane comunque una lettura non per tutti, mi preme ribadirlo e sottolinearlo. Chi cerca il classico mystery di evasione ha sbagliato strada. Non mi sento di rivolgere comunque particolari critiche perché sono fuori discussione le doti dello scrittore. Intanto sono convinto che tutti gli amanti dell’autore scozzese saranno già corsi alla propria libreria di fiducia; per tutti gli altri, in ogni caso attirati dalla proposta, l’invito rimane quello di partire con il primo romanzo “Violette di marzo”, tra l’altro disponibile già da diverso tempo nella collana economica TEA.
Articolo di Marco "Killer Mantovano" Piva
Dettagli del libro
- Formato: Rilegato
- Pagine: 490
- Lingua: Italiano
- Editore: Passigli
- Anno di pubblicazione 2010
- Codice EAN: 9788836811915
- Traduttore: L. Merlini
7 commenti:
Istruzioni per l'uso perfette.
Fabio Lotti
...io ho una certa avversione per tutto ciò che è ambientato in Germania nel periodo del nazismo o che comunque parla di nazismo e per la storia della Germania in generale, e le pochissime letture "sul genere" che ho fatto le ho sempre trovate irritanti, perciò la tua ottima analisi Marco non mi lascia dubbi!
Invece una scrittrice con i fiocchi è Ben Pastor che ha creato come detective il capitano dell'esercito tedesco Martin Bora che indaga durante la seconda guerra mondiale.
Fabio Lotti
@Fabio: son d'accordo, di Ben Pastor ne ho letti 2 e mi son piaciuti parecchio.
Di romanzi collocati nell'epoca nazista rimango molto legato ai fanta thriller "Fatherland" di Robert Harris e "Il giorno dopo domani" di Allan Folsom.
Pure "La cruna dell'ago" di Ken Follett mi era piaciuto moltissimo.
Uhm...dopo aver letto l'ottima recensione del killer e essermi fatta un'idea, direi che non rientra nelle mie corde (e ogni tanto le mie povere finanze ringraziano O_O...è una rovina - positiva eh - entrare qui dentro!)
Ottima analisi, mi hai incuriosita Marco, non mi sembra di aver mai letto nulla di questo autore.
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