“Si, la lotta era un’assurdità. Ma allora tutto era assurdo. La guerra fredda e i servizi segreti, la corsa al riarmo e le guerre in Asia e in Africa. Quando ripenso a tutto questo mi sembra di impazzire.”
Un gruppo di vecchi amici si riunisce in una casa della campagna berlinese per festeggiare la scarcerazione di un amico di gioventù. Jorge, questo il nome dell’uomo, è un terrorista della RAF, un’organizzazione clandestina di estrema sinistra. E’ stato scarcerato dopo aver chiesto la grazia.
Sono passati vent’anni dal suo arresto e mentre la sua vita si è fermata, quella dei suoi amici è andata avanti.
Gli unici eventi continui e certi nella prigionia di Jorge sono stati i pasti e i libri. I suoi amici invece hanno tutti un lavoro, quasi tutti una famiglia. Sono tutti più o meno scesi a patti con quella società che da giovani disprezzavano e contro la quale si sono ribellati.
Rincontrarsi dopo tanti anni però riporterà ognuno di loro indietro nel tempo, facendo riaffiorare ricordi, sogni e speranze che la quotidianità della vita aveva fatto dimenticare.
Un libro stilisticamente ben scritto, la cui drammaticità comunque non ha suscitato in me particolari emozioni. Non è sicuramente un genere di lettura affine ai miei gusti. Sia la storia generale, che le tante individuali sono presentate in modo talmente superficiale e scontato che mi hanno accompagnato fino alla fine del libro senza minimamente coinvolgermi.
Nessuno dei protagonisti spicca rispetto agli altri. Si scambiano domande e risposte banali e prive di quel calore e quella passione che ci si aspetterebbe da amici che hanno condiviso un pezzo di storia così importante e che dopo anni di distanza hanno la possibilità di chiarirsi e capire cosa li ha portati a diventare quello che oggi sono.
Quello che ho trovato più sconcertante è che nessuno dei personaggi, compreso Jorge che è l’unico ad aver pagato per la vita che ha scelto, è riuscito a motivare in modo credibile la scelta di aver abbracciato, anche solo per un breve periodo, il terrorismo come stile di vita. Si, la protesta, si, il sogno di una società migliore….tutti luoghi comuni! La maggior parte di loro si rende conto che “tutto ciò che erano, volevano essere e forse erano destinati a diventare lo hanno perso. In compenso hanno trovato qualcos’altro…”Cosa, mi viene da chiedere? Forse avrebbero dovuto perdere meno tempo dietro a bombe, fucili e volantini e prepararsi prima alla tranquillità della vita borghese che li aspettava dietro l’angolo…..
Ci tengo a precisare che si tratta della mia modesta impressione.
Bernhard Schlink è un autore molto apprezzato, suo è il romanzo A voce alta, da cui è stato tratto il bellissimo film The reader. Non ho letto A voce alta e quindi non posso fare un paragone per capire se lo stile narrativo è lo stesso, perciò consiglio a quanti lo conoscono ed apprezzano di provare a leggere Il fine settimana perché per fortuna i libri danno emozioni diverse a seconda dei gusti e dello stato d’animo di chi li legge.
Articolo di Mari
Dettagli del libro
- Formato: Rilegato
- Pagine: 206
- Lingua: Italiano
- Titolo originale: Das Wochenende
- Lingua originale: Tedesco
- Editore: Garzanti Libri
- Anno di pubblicazione 2010
- Codice EAN: 9788811683643
- Traduttore: V. Punzi
3 commenti:
Una recensione è sempre un'opinione personale ed è giusto esprimerla. Detto questo, da quello che tracci non mi pare il genere adatto a me, e quindi passo :)
La penso come Marta. Brava Mari sei riuscita a comunicare i tuoi dubbi perfettamente.
Mi avevi già manifestato i tuoi dubbi a voce e sei riuscita a trasmetterli perfettamente, brava Amiketta mia!
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