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giovedì 17 dicembre 2009

Intervista a Paola Ronco


 

Corpi Freddi: “Corpi Estranei” è il tuo primo romanzo pubblicato. Che effetto fa uscire per una casa editrice come la Perdisa accanto a nomi come: Colitto, Macchiavelli, Baraldi, Di Stefano, ecc?

Paola Ronco: Un gran bell’effetto, direi. La Perdisa è diventata nel tempo una vera e propria garanzia di qualità. Non si può che essere lusingati.

CF: Luigi Bernardi, per altro è un tuo grande estimatore e dietro le quinte di un intervista fatta a lui mi ha molto parlato del tuo romanzo, non lesinando buone parole. Escludendo che siete parenti…

PR: Di parenti ne ho parecchi, ma sono tutti sparsi per il Piemonte, la Sardegna e ignote località estere. Essendo gli emiliani non pervenuti nelle mie già complicate reti familiari, mi sentirei di escludere un legame di parentela, ecco. Credo che l’affinità con Luigi sia nata, oltre che da una visione non proprio ottimista della realtà, anche e soprattutto dall’identica predilezione per scritture in apparenza semplici ma molto curate, e per storie che a prima vista potrebbero sembrare minime. Il suo ‘Senza luce’ ne è un esempio splendido, così come ‘Tutta quell’acqua’, che è il mio preferito.

CF: Parlaci di “Corpi Estranei” …

PR: “Corpi Estranei” nasce al singolare. Il racconto originario, infatti, si intitolava “Corpo Estraneo”, ed era incentrato sulla figura dell’agente Cabras. Era un lavoro tutt’altro che perfetto, devo ammettere; è capitato in mano a Luigi Bernardi, appunto, il quale mi ha consigliato di ampliarlo un po’, per vedere se ne potesse venire fuori un romanzo breve. Poi, durante le fasi preliminari della stesura, un giorno sono spuntate anche Silvia e Alessia. È stato un momento bellissimo, di quelli che non si dimenticano più.

CF: Questi corpi sono “Estranei” a cosa?

PR: A tutto quello che può venire in mente al lettore, per associazione. Estranei a una realtà percepita come ostile. A ogni tipo di comprensione. Alla libertà di poter tracciare il proprio percorso. A una città che non si riconosce. A un paese che segue direzioni incomprensibili.

CF: E tu da che parte stai?

PR: Io ho vissuto all’estero, so bene cosa voglia dire essere estranea. La mia parte non è mai quella del più forte. E nemmeno del più furbo.

CF: La storia narrata per alcuni punti potrebbe assomigliare al G8 genovese, ma la definizione potrebbe essere restrittiva. So che non c’eri ai tempi di quella maledetta manifestazione perché eri a Londra, ma potrebbe esser stata uno spunto da cui hai tratto ispirazione?

PR: La manifestazione di cui si parla nel romanzo è del tutto immaginaria. Non lo dico per evitare grane o cose del genere, quanto proprio per sottolineare due aspetti chiave: il primo, che il G8 di Genova non è stata certo la prima manifestazione italiana che si sia conclusa in maniera tragica - e temo che non sarà l’ultima. Il secondo, che le ferite provocate da queste vicende sono talmente recenti e dolorose da non permettere ancora, a mio avviso, una narrazione diretta che sia davvero efficace. Per questo, credo, ho provato a parlarne da una prospettiva laterale, diversa.

CF: Per altro adesso vivi a Genova. Ha lasciato il segno quella manifestazione o come spesso succede in Italia, si tende a dimenticare anche nel capoluogo ligure?

PR: Genova è una strana città, vecchia e brontolona eppure capace di guizzi sorprendenti; in questo senso somiglia molto alla sua immagine fisica, tra vicoli scalcinati e improvvise meraviglie architettoniche. Mi sono ritrovata a parlare di quei giorni con parecchi genovesi, e ogni volta ho trovato un aneddoto nuovo, un identico desiderio di raccontare; anche da parte di chi non c’era, di chi era scappato. Per quello che ho visto, direi che Genova dimentica meno che altrove. Del resto è stata la prima città d’Italia a liberarsi dal nazifascismo, e protagonista tutt’altro che passiva durante i fatti del ’60.

CF: Adesso sei a promuovere in giro per l’ Italia il tuo romanzo. Cosa si prova a far parte di chi deve intrattenere un pubblico parlando di se stessi e non dalla parte del pubblico?

PR: Nel mio caso si alternano momenti di grande divertimento, condivisione e passione con istanti di puro terrore, invasi dalla certezza di stare per dire una boiata pazzesca, o di averla appena detta.

CF: So che stai lavorando a qualcosa di nuovo e so che sta domanda te l’ hanno fatta in mille e tu non sveli nulla perché sei molto superstiziosa. Ma i corpi freddi portano bene e un corpo estraneo non può non dirci nulla :P?

PR: Guarda, facciamo così. Se riesco a finire questa nuova storia, se riesco a trovare un editore, se riesco a non farmi troppo male durante l’intero processo, prometto che la prima copia verrà spedita a te. Affare fatto?

CF: affare fatto!! :)

Intervista di BodyCold


 



Un poliziotto tormentato, una combattiva studentessa universitaria, una fragile addetta stampa precaria.
Perché l’agente Cabras non parla con nessuno? Come mai ad Alessia si ferma il respiro in gola ogni volta che vede una divisa? E cosa impedisce a Silvia di cominciare con serenità una vita a due nella casa appena comprata?
Tre esistenze, un filo sanguinoso che le unisce, otto giorni che potrebbero cambiarle per sempre, in una Torino che assiste immobile ai crimini di una banda inafferrabile.

Un libro d'esordio che ha il passo dell'opera matura. Un romanzo nel quale il gusto della narrazione procede attraverso scelte stilistiche millimetriche. Un crescendo drammatico che scava nel profondo di inquietudini che da personali si fanno collettive, fino a disegnare un ritratto potente della nostra contemporaneità.

Dettagli del libro:
  • Autore: Ronco Paola
  • Editore: Perdisa Pop
  • Genere: letteratura italiana: testi
  • ISBN: 8883724712
  • ISBN-13: 9788883724718
  • Data pubblicazione: 2009

4 commenti:

Martina S. ha detto...

Enzo sta diventando un segugio eccezionale nello scoprire nuovi ed interessanti autori del settore. Bravo!

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Già comprato tempo fa a scatola chiusa.
Ne ho sentito parlare un gran bene.
Complimenti per l'intervista, Enzo ormai è un rullo compressore

Marta ha detto...

Filmato accattivante con le immagini di una Torino che mi pare di conoscere, un'intervista dove emergono cose interessanti, un'autrice che mi pare abbia le idee ben chiare. Bravi!

Stefania ha detto...

bell'intervista! Visto pure io in giro e rigirato fra le mani e ... chiaramente riposato sullo scaffale...mamma mia, qui Massimo mi caccia di casa eh 190 libri da leggere! O_O