giovedì 7 maggio 2009
Intervista a Francesco Dimitri
Corpi Freddi: Francesco, innanzitutto grazie per aver accettato di farti intevistare. Iniziamo a parlare un po' di te, in generale, di quello che hai fatto prima di diventare scrittore e di quello che hai intenzione di fare. Sei molto giovane, eppure hai già pubblicato, con successo, diversi libri e collabori anche con qualche rivista. Cosa ti ha condotto alla scrittura?
Francesco Dimitri: Grazie a te per avermi voluto intervistare - in Primavera ci sono molte alternative, in fondo. Ma cominciamo. A condurmi alla scrittura è stata la voglia di raccontare storie. Io adoro le storie. Mi piace sentirle, mi piace raccontarle. Non c'è un vero e proprio 'prima' di scrivere, perchè continuo a fare mille cose diverse: sto prendendo un PhD, seguo progetti di formazione (basati sulle storie, of course), ho fatto analisi per agenzie che si occupano di immagine strategica, eccetera.
CF: Sei un appassionato e un'esperto di letteratura fantastica e di magia. Di cosa ti sei "nutrito" nella tua adolescenza e che letture "mastichi" oggi? Oltre al fantasy, leggi anche altro?
FD: Mi sono nutrito di Tolkien, di Lovecraft, di Poe, di Barker, ma anche di Crowley, grimori vari, di tantissima letteratura magica (Spare, Grant, Dion Fortune, Regardie, Gardner e compagnia) E anche un mare di fumetti, oltre ad aver giocato sempre di ruolo. In pratica, sono cresciuto con Incanto e storie, che sono le stesse cose che mi interessano oggi: quanto a gusti, la mia vita non ha subito scossoni. Certo, con il tempo ampli i tuoi orizzonti, ma mi piacciono ora le stesse cose che mi piacevano a dieci anni. Non leggo solo fantastico, certo che no - uno dei miei autori preferiti è John Fante, uno dei miei libri culto, 'Moby Dick'. Però non perdo il mio tempo con autori minimalisti o tesi al realismo: Carver mi fa due palle così, per dire. E considero il cosiddetto 'realismo' un pericoloso equivoco. Al punto che non ho molta stima per chi lo difende.
CF: Se dovessi consigliare a tutti noi, scrittori/scrittrici del genere non famosissimi ma che meritano a tuo parere di essere letti, che nomi ci daresti?
FD: Ce ne sono alcuni che non sono molto famosi in Italia ma lo sono all'estero. Uno tra tutti, De Lint, un maestro dell'urban fantasy, e un narratore formidabile. Poi John Crowley: prima o poi qualcuno dovrebbe tradurre "Little, Big". Chi altri? Thomas Ligotti, che non è famosissimo neanche all'estero, ma che gli appassionati di horror conoscono. E' autore di alcuni dei racconti più angoscianti che abbia mai letto. Chi altri? In Italiano c'è un gran bel libro di Catlin Kiernan, "La Soglia", edito tempo fa da Gargoyle. Sembra che nessuno l'abbia notato, ma lo consiglio in modo assoluto.
E Graham Joyce e... per ora fermiamoci, dai.
CF: Il fantasy, secondo molti, per eccellenza è rappresentato dalla Terra di Mezzo di Tolkien, che è stato per molti non solo inventore di mondi paralleli ma un vero e proprio portabandiera del genere. Sei d'accordo?
FD: Tolkien non si limita a portare la bandiera, l'ha cucita. Non è stato il primo a scrivere 'fantasy', ma di fatto il genere, inteso come entità autonoma anche a livello di mercato, l'ha creato lui. Con Il Signore degli Anelli, ha raccontato una delle più grandi storie di tutti i tempi. Poi, ha anche generato una serie di orribili libri scritti da imitatori, i cui protagonisti sono efebici e con le orecchie a punta. Ma non è certo colpa sua. Quando si ha a che fare con un modello così grande, la cosa migliore che si possa fare è tradirlo. Se trovi Buddha sul tuo cammino, devi ucciderlo, no?
CF: Pullman, la Rowling, Tolkien: tre tipologie di fantasy diverse. E' possibile rintracciare all'interno del genere fantasy delle distinzioni?
FD: Possibile si, utile non so. Io credo che il fantastico sia soprattutto un effetto: l'effetto che hai quando sbirci un altro mondo e senti che le piante, lì, hanno odori diversi. Poi, generi e sottogeneri possono essere utili per orientarsi. Ma niente di più. Se dovessi distinguere tra Pullman e la Rowling, per esempio, io direi soprattutto che il primo vuole farmi la morale, la seconda no. E questo non ha a che fare con il genere.
CF: Parliamo del tuo ultimo libro, che sta riscuotendo grande successo in giro per l'Italia, ovvero "PAN". Il titolo del libro già evidenzia qualche anticipazione che poi si svilupperà per tutta la narrazione: Pan è PETER ma anche un Dio. Si parla di bambini spinti oltre la realtà dalla loro innocenza e di Dei sempre piu' alla ricerca di un controllo totale su tutto. Di battaglie per il raggiungimento di uno scopo ben preciso, per entrambi gli schieramenti. Che messaggio vuoi comunicare?
FD: Nessuno. Ci sono alcuni temi, certo - per esempio, l'importanza della libertà e delle persone che ami. Ma messaggi? No, per favore. In Italia va molto di moda lanciarne. E infatti va molto di moda scrivere pessimi libri.
CF: E' una lotta tra Bene e Male o è qualcosa di piu' profondo, che va al di là della contrapposizione solita, che spesso viene fin troppo banalizzata?
FD: E' una storia di persone: volevo raccontare la vita di alcuni esseri umani schiacciati in una guerra tra dèi. E le persone sono persone, nel bene E nel male. E' per questo che sono affascinanti. Quanto alla valutazione delle loro azioni, la lascio ai lettori, e mi rendo conto che a volte può essere diversa dalla mia. Per esempio: alcuni hanno detto che in Pan ci sono un paio di scene di 'sesso gratuito'. Chi dice una cosa del genere, a quanto pare, ha un'idea molto precisa di quando 'occorra' fare sesso, in modo che non sia 'gratuito', e quando no. Mah.
CF: Nel tuo libro, c'e' una bella frase, che dice che non sono gli occhi a non voler vedere, ma la mente a non voler accettare e un'altra frase ancora, che mi ha particolarmente colpito che dice "Se solo le persone sapessero ogni tanto alzare lo sguardo al cielo". La gente sa ancora sognare o il sogno, l'Incanto viene sempre piu' schiacciato dalla "Carne" (ovvero dalla realtà, che soffoca e imprigiona spesso la persona nella sua dimensione quotidiana)?
FD: Non c'è una risposta semplice. A me la Carne piace molto. Mi piace mangiar bene, fare sesso, camminare nei boschi e sudare. Il problema è che ogni Aspetto, ridotto a se stesso, diventa un'ombra, diventa povero. E sì, viviamo in un mondo in cui la vita viene schiacciata troppo sulla Carne, e così finiamo per perderci anche i piaceri che la stessa Carne può dare. Il problema è che ci convincono fin da piccoli che esista una 'realtà', una e una sola. Cazzate. La realtà la facciamo. Come diceva Robert Anton Wilson, 'realtà' non è un sostantivo singolare, è un verbo plurale.
CF: Roma e l'Isola che non c'e': che cosa hanno in comune? Qual è il ponte che li collega?
FD: La capacità di vedere. Quante volte diciamo che 'ci è sembrato di vedere qualcosa', ma siccome non sapevamo interpretarlo, decidiamo che no, in fondo non era niente? Magari _era_ qualcosa. Magari era l'Isola. Tutto sta a decidere di crederci.
CF: C'e' un eroe, ammesso che ce ne sia uno, nel libro? E per quale personaggio ti vien maggiormente voglia parteggiare?
FD: Non credo ci sia un eroe vero e proprio - i tre Cavaterra sono i protagonisti, ma ciascuno fa un viaggio molto diverso. Quello in cui mi rivedo di più, quando la polvere si posa e la storia finisce, è Michele. E credo che il rapporto tra lui e Stefano sia una delle chiavi del libro. Credo.
CF: Ci sapresti dire dove si trova l'Isolachenonc'e'?
FD: Alle tue spalle in questo momento. Se ti giri di scatto, la vedi. O almeno ne senti l'odore...
CF: Ultima domanda...Per chi ha il sogno nel cassetto di scrivere, che consigli ti sentiresti di dare?
FD: Di trasformarlo in un progetto. Non bisogna pensare a cosa si scriverà, bisogna piantare il culo su una sedia e scrivere. Ogni giorno, con regolarità. E poi l'Isola arriva.
Intervista by Andriy
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7 commenti:
Dio mio, e LUI dov'è stato fino a ora? Devo leggere tutto di codesto tizio, tutto! Ho trovato il mio mito personale, che per giunta parla pure della mia città... Che voglio di più?! Grazie corpi freddi!
De Lint e John Crowley! Il ragazzo conferma di saperne a pacchi!!
bellissima intervista, davvero interessante. Dimitri era nelle mie mire da un po' di tempo, ora non ho più scuse e me lo leggo proprio^_^
Splendida intervista, complimenti Matteo, le avevo già dato una lettura veloce ieri ma ora finalmente sono riuscita a soffermarmici e confermo quello che già pensavo da tempo. Vorrei leggere qualcosa dell'autore e credo che il romanzo che faccia per me sia "La ragazza dei miei sogni", anche se sono intrigata pure da le "Guida alle case più stregate del mondo".
Clap clap a Matteo! :)))
Le interviste del blog Corpi Freddi lasciano sempre il segno: eccone un altro esempio!
Ma la bellezza dell'intervista è tutta da ricondurre alla bellezza delle risposte. Una grande intervista è quella che riesce a creare delle risposte interessantissime. Grazie a Francesco (Dimitri) piuttosto:-)
Matteo
Lo sapevo che era una vecchia intervista!!! E ricordavo che non l'aveva fatta Enzo, ma a distanza di tempo purtroppo non chi...ieri sono stata alla presentazione dell'ultimo libro di Francesco a Biella...si nella mia city O_O e si ricordava benissimo dell'intervista ma non chi gliela avesse fatta, pure lui pensava Enzo. Esperienza bellissima, personaggio fantastico, sicuramente leggerò presto uno dei suoi 3 O_o romanzi che ho preso :)))
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