“FRAGILE”
Bologna, un poliziotto, una caccia e tanta musica, di quella che passa alla radio, quella cantata in un viaggio solitario in auto e di quella che risuona insistentemente nelle vite delle persone.
Più che un romanzo un racconto breve, quasi un capitolo di una storia per introdurre caratterialmente i personaggi; l’ambiente è quello che t’immagini a tinte un po’ sbiadite di vecchie fotografie e noir d’altri tempi.
Il linguaggio è secco, a brevi frasi che danno al testo, raggruppato in paragrafi lunghi poco più di un respiro, velocità e trasmette il senso d’oppressione della “caccia”. È la contrapposizione classica tra bene e male, un assassino di donne che conosciamo lentamente attraverso i suoi pensieri, il suo raro interloquire col mondo nei paragrafi dedicati al suo punto di vista ossessionato e un poliziotto che a volte sembra fuori luogo, a disagio nella propria pelle ma votato alla sua missione di salvare l’innocente.
“LENTAMENTE PRIMA DI MORIRE”
Romanzo corale, con più punti di vista, con alcuni personaggi del racconto precedente (non in ordine di pubblicazione, mi pare) e una trama comune che solo nel finale si svela chiara al lettore.
Il Commissario è il protagonista ma anche l’antagonista della storia se l’intendiamo come caccia al cattivo, un uomo tratteggiato caratterialmente che è poliziotto ma anche persona che lotta per sé e la vita di chi ama e vuole proteggere, anche a costo di scendere a compromessi e di compiere scelte sbagliate. Non è l’unico, come non lo è la caccia al criminale di turno o al terzo personaggio misterioso che si muove ai margini della storia per poi rivelarsi scoprendo un nodo fondamentale per ricostruire l’intreccio.
In questo romanzo i personaggi sono più forti e possiedono spessore, la storia ha filo logico arrivando al classico punto in cui un amante del genere “deve” concludere la lettura, scoprendo tutto quello che ha solo potuto, forse, immaginare e anche la semplicità apparente di tutta la vicenda. La trama, a volte cruda o estremamente dolce, è incisiva e invoglia a consigliarlo ed il ritmo serrato.
“L’ULTIMA ESTATE D’INNOCENZA”
Anche in questa storia ci sono più voci, diverse storie che s’intrecciano a diversi livelli (anche nascosti all’occhio del lettore) che si possono intuire anche a una breve rilettura.
Diversamente dai precedenti i personaggi cambiano e anche il tema vira verso il difficile tema delle molestie ai minori (se non peggio), mettendo i lettori a conoscenza di un tema spesso e volentieri taciuto proprio perché odioso. Un ulteriore spunto è dato dall’incursione nella guerra in Medio Oriente che data la storia con precisione.
I luoghi sono quelli classici, Bologna e la Riviera Adriatica con incursioni fisiche o in flash back in altri luoghi, sempre descritti con il giusto numero di parole per non correre il rischio di sfociare nell’aulico.
Mentre nel precedente romanzo la storia partiva da un passato comune per poi spostarsi al livello di lettura, questo parte da presente per poi ricostruire quello che non si conosce, con un vero e proprio lavoro investigativo esattamente simile a quello che deve compiere il personaggio per ritrovare il passato che l’incidente stradale gli ha sottratto.
L’unico appunto è che la storia, proprio per la diversità di voci che racconta e il bisogno di “saltare” da una situazione all’altra risulta in certi punti faticoso e dispersivo.
“IL TEMPO INFRANTO”
Che il romanzo racconti uno spaccato di storia nostrana, gli anni del terrorismo (di qualsiasi genere) e quelli immediatamente successivi, la strage di Bologna e i processi che seguirono, è fatto noto; che lo stesso autore abbia dichiarato di aver attinto alla realtà e per poco alla finzione narrativa è anch’esso noto, quindi ritengo che siano punti non salienti per una nota sul libro.
Mi permetto solo di elencare i punti che a me paiono salienti nella costruzione: come nei precedenti romanzi, la voce narrante non è unica, il punto di vista della lettura della storia si sposta a seconda del personaggio e di conseguenza del momento storico che racconta ed interagisce.
Per quanto riguarda la vicenda, è il romanzo di qualcuno che vuole capire, il magistrato che si trova con l’indagine che più ha segnato la vita pubblica italiana e il ragazzo che vuole conoscere quello che ha scoperto essere suo padre, aiutato proprio da chi aveva precedentemente indagato. Senza scendere nel dettaglio del finale, l’epilogo è di quelli che lasciano l’amaro in bocca, un po’ a corto di speranze dove gli innocenti pagano per la sopravvivenza dei “mostri”.
Per chi come me è nato in quegli anni è un romanzo difficile, quasi ostico da capire proprio perché ancorato alla storia reale, “storia che non si conclude” come dice un personaggio, e pur riconoscendo di chi e di cosa si parla e potendo benissimo ritrovare i riferimenti impliciti si ritrova arrancante.
INTERVISTA
CorpiFreddi: "Lentamente prima di morire" è stato il tuo esordio. Un esordio atipico per gli scrittori di casa nostra visto che ha avuto un successo notevole ed è stato uno dei romanzi gialli + venduti del 2008 per altro finalista del premio Scerbanenco. Cos'è cambiato da quel libro dal punto di vista editoriale?
PatrickFogli: Niente. Nel senso che sono contento del rapporto che ho con il mio editore. Lo ero allora e lo sono oggi. Ovviamente, come per tutti i rapporti, è cresciuto nel tempo.
CF: Bologna è da sempre in italia un icona per ciò che riguarda i testi noir o thriller... I vari Luccarelli, Macchiavelli, usano la ridente città romagnola per far scorrere fiumi di sangue e intrecciare misteri polizieschi. Ma è davvero tanto misteriosa Bologna? E quanto è importante usare una location conosciuta per redigere un romanzo?
PF: Prima di tutto una precisazione campanilistica. Bologna è emilia. :-) Bologna non è misteriosa, in sé. Ha semplicemente un’immagine pubblica diversa da quella reale. Resta, per carità, un posto dove si vive bene e si è vissuto ancora meglio. Ma con una componente negativa molto forte, che non veniva mai raccontata. Qui, tanto per dirne una, ha prosperato una delle peggiori bande criminali della storia d’Italia. Ed erano poliziotti. Il luogo in cui ambienti una storia è importante. È lo sfondo – e a volte nemmeno solo lo sfondo – a tutto quello che accade. E quindi è obbligatorio conoscerlo bene.
CF: Sò per certo che i tuoi libri nascono più che altro la notte, visto che di giorno ti dividi tra applicativi gestionali e siti web. E' ancora presto per riuscire a vivere di soli propri libri?
PF: Direi proprio di sì.
CF: Dal romanzo giallo di "Lentamente prima di morire" a un romanzo quasi storico de "Il tempo infranto" dove si scrive della strage della stazione di Bologna. Come mai questa scelta?
PF: Ti dirò che non sono particolarmente interessato al genere di quello che scrivo. Mi interessa molto, invece, la storia che voglio scrivere. Non c’è una scelta precisa dietro, solo la voglia di scrivere quella storia.
CF: Quanto c'è di Patrick Fogli in Francesco, il personaggio bambino del libro "il tempo infranto". Emtrambi ragazzini quando è successo quell' atto terroristico?
PF: I due ricordi di Francesco bambino sul 2 agosto sono i miei. Esattamente. Per il resto credo ch ci sia molto di chi scrive nei suoi personaggi, non necessariamente in uno solo e non necessariamente dove ci si aspetta di trovarli. Penso sia inevitabile.
CF: Credo che per scrivere un libro del genere, che basa il testo su verità storiche, ti abbia davvero rubato parecchio tempo e parecchio studio sugli eventi di quel periodo. Cosa è scattato in te leggendo i vari referti giudiziari di quel periodo con ancor oggi molte lacune oscure sui fatti a noi arrivati?
PF: Ho impiegati tre anni di ricerche per mettere insieme tutto quello che mi serviva. La prima cosa che impari, mescolandoti a quel periodo, è che non sono poi così tante le lacune su quello che è accaduto. Anche nel caso di stragi rimaste senza un colpevole, per esempio piazza Fontana, la sentenza dice chiaramente cosa è accaduto, quale sia la matrice della strage, quale il contesto e, nel caso specifico, anche chi sono fra i responsabili e perché non è possibile condannarli. Ci sono assoluzioni e assoluzioni.
CF: I giovani d'oggi spesso si lasciano scivolare addosso ciò che è stato il periodo più nero della storia italiana, tra brigate rosse, nere, servizi segreti deviati... Non pensi che nel nostro vivere quotidiano ci sia quasi un voler oscurare da parte delle istutuzioni (scolastiche, politiche o comunque sociali in senso largo del termine) ciò che è successo? E come si pone questo tuo libro in questo contesto?
PF: Il mio tentativo è anche quello di fare memoria. E sì, quello è un periodo della storia italiana chiuso in un cassetto e lasciato lì. Tirarlo fuori significherebbe raccontare e spiegare troppe cose che non possono essere raccontate o spiegate se non a caro prezzo. Dall’altra parte, però, il cassetto non è chiuso a chiave, non è nascosto, non è impossibile da aprire. Anzi. Manca la voglia di informarsi, manca la curiosità, manca la possibilità da parte degli insegnanti di affrontare all’interno dei programmi scolastici quel periodo e quei fatti. E di farlo senza scatenare polemiche infinite e spesso pretestuose. Ma questo tipo di atteggiamento non vale solo per il passato. Con il presente è esattamente lo stesso. Ed è una delle cause dello stato in cui ci troviamo.
CF: L' editore (PIEMME) non ha mai ostacolato o comunque non ha mai cercato di "addolcire" ciò che hai scritto? Anche perchè non è poi tanto scritto tra le righe che in questo tuo testo la figura di ciò che è Istituzionale, sia comunque coinvolto o quanto meno è sibillino il suo "intervenire" in maniera da offuscare il tutto di quegli anni...
PF: Rispondo con una parola sola. E maiuscola. MAI.
CF: Quando rileggeremo il Patrick Fogli di "lentamente prima di morire"?
PF: Non ci sono due Patrick Fogli. Quello che scrivo mi rappresenta, sempre. Non saprei come risponderti diversamente da così.
CF: Non temi che scrivendo un libro di questo tipo la tua fascia di lettori possa ridursi a quella schierata politicamente, perdendo così per strada quella parte di lettori che semplicemente desidera leggere di un delitto, di un polizziotto eroe, ecc?
PF: No, non credo. Ci potrebbe essere uno spostamento di pubblico. ma non deve per forza essere una riduzione.
CF: Torniamo al Patrick uomo, cosa ti ha spinto a fare lo scrittore? E tra i vari autori contemporanei, chi ti ha influenzato maggiormente?
PF: Leggo tantissimo e dovrei farti un sacco di nomi. Ci sono scrittori di cui mi piace quasi tutto, come Cunningham, Roth, Rushdie. Altri di cui ho amato molto alcuni libri – King, Hoeg, Perez Reverte, Manchette. Credo che la spinta a scrivere sia stata quella comune a molti. Provare a vedere se anch’io ero in grado di farlo.
CF: Stai lavorando a qualcos' altro? Puoi anticiparci qualcosa?
PF: A metà maggio uscirà per edizioni embiente – verdenero un romanzo breve che parla di amianto. E in questi giorni ho cominciato a preparare il nuovo romanzo che tratterà di nuovo di terrorismo.
CF: Conosci anobii e il gruppo dei Corpi Freddi?
PF: Conosco Anobii. E ora conosco anche i corpi freddi.
Recensioni di Carloz
Intervista di BodyCold
PatrickFogli: Niente. Nel senso che sono contento del rapporto che ho con il mio editore. Lo ero allora e lo sono oggi. Ovviamente, come per tutti i rapporti, è cresciuto nel tempo.
CF: Bologna è da sempre in italia un icona per ciò che riguarda i testi noir o thriller... I vari Luccarelli, Macchiavelli, usano la ridente città romagnola per far scorrere fiumi di sangue e intrecciare misteri polizieschi. Ma è davvero tanto misteriosa Bologna? E quanto è importante usare una location conosciuta per redigere un romanzo?
PF: Prima di tutto una precisazione campanilistica. Bologna è emilia. :-) Bologna non è misteriosa, in sé. Ha semplicemente un’immagine pubblica diversa da quella reale. Resta, per carità, un posto dove si vive bene e si è vissuto ancora meglio. Ma con una componente negativa molto forte, che non veniva mai raccontata. Qui, tanto per dirne una, ha prosperato una delle peggiori bande criminali della storia d’Italia. Ed erano poliziotti. Il luogo in cui ambienti una storia è importante. È lo sfondo – e a volte nemmeno solo lo sfondo – a tutto quello che accade. E quindi è obbligatorio conoscerlo bene.
CF: Sò per certo che i tuoi libri nascono più che altro la notte, visto che di giorno ti dividi tra applicativi gestionali e siti web. E' ancora presto per riuscire a vivere di soli propri libri?
PF: Direi proprio di sì.
CF: Dal romanzo giallo di "Lentamente prima di morire" a un romanzo quasi storico de "Il tempo infranto" dove si scrive della strage della stazione di Bologna. Come mai questa scelta?
PF: Ti dirò che non sono particolarmente interessato al genere di quello che scrivo. Mi interessa molto, invece, la storia che voglio scrivere. Non c’è una scelta precisa dietro, solo la voglia di scrivere quella storia.
CF: Quanto c'è di Patrick Fogli in Francesco, il personaggio bambino del libro "il tempo infranto". Emtrambi ragazzini quando è successo quell' atto terroristico?
PF: I due ricordi di Francesco bambino sul 2 agosto sono i miei. Esattamente. Per il resto credo ch ci sia molto di chi scrive nei suoi personaggi, non necessariamente in uno solo e non necessariamente dove ci si aspetta di trovarli. Penso sia inevitabile.
CF: Credo che per scrivere un libro del genere, che basa il testo su verità storiche, ti abbia davvero rubato parecchio tempo e parecchio studio sugli eventi di quel periodo. Cosa è scattato in te leggendo i vari referti giudiziari di quel periodo con ancor oggi molte lacune oscure sui fatti a noi arrivati?
PF: Ho impiegati tre anni di ricerche per mettere insieme tutto quello che mi serviva. La prima cosa che impari, mescolandoti a quel periodo, è che non sono poi così tante le lacune su quello che è accaduto. Anche nel caso di stragi rimaste senza un colpevole, per esempio piazza Fontana, la sentenza dice chiaramente cosa è accaduto, quale sia la matrice della strage, quale il contesto e, nel caso specifico, anche chi sono fra i responsabili e perché non è possibile condannarli. Ci sono assoluzioni e assoluzioni.
CF: I giovani d'oggi spesso si lasciano scivolare addosso ciò che è stato il periodo più nero della storia italiana, tra brigate rosse, nere, servizi segreti deviati... Non pensi che nel nostro vivere quotidiano ci sia quasi un voler oscurare da parte delle istutuzioni (scolastiche, politiche o comunque sociali in senso largo del termine) ciò che è successo? E come si pone questo tuo libro in questo contesto?
PF: Il mio tentativo è anche quello di fare memoria. E sì, quello è un periodo della storia italiana chiuso in un cassetto e lasciato lì. Tirarlo fuori significherebbe raccontare e spiegare troppe cose che non possono essere raccontate o spiegate se non a caro prezzo. Dall’altra parte, però, il cassetto non è chiuso a chiave, non è nascosto, non è impossibile da aprire. Anzi. Manca la voglia di informarsi, manca la curiosità, manca la possibilità da parte degli insegnanti di affrontare all’interno dei programmi scolastici quel periodo e quei fatti. E di farlo senza scatenare polemiche infinite e spesso pretestuose. Ma questo tipo di atteggiamento non vale solo per il passato. Con il presente è esattamente lo stesso. Ed è una delle cause dello stato in cui ci troviamo.
CF: L' editore (PIEMME) non ha mai ostacolato o comunque non ha mai cercato di "addolcire" ciò che hai scritto? Anche perchè non è poi tanto scritto tra le righe che in questo tuo testo la figura di ciò che è Istituzionale, sia comunque coinvolto o quanto meno è sibillino il suo "intervenire" in maniera da offuscare il tutto di quegli anni...
PF: Rispondo con una parola sola. E maiuscola. MAI.
CF: Quando rileggeremo il Patrick Fogli di "lentamente prima di morire"?
PF: Non ci sono due Patrick Fogli. Quello che scrivo mi rappresenta, sempre. Non saprei come risponderti diversamente da così.
CF: Non temi che scrivendo un libro di questo tipo la tua fascia di lettori possa ridursi a quella schierata politicamente, perdendo così per strada quella parte di lettori che semplicemente desidera leggere di un delitto, di un polizziotto eroe, ecc?
PF: No, non credo. Ci potrebbe essere uno spostamento di pubblico. ma non deve per forza essere una riduzione.
CF: Torniamo al Patrick uomo, cosa ti ha spinto a fare lo scrittore? E tra i vari autori contemporanei, chi ti ha influenzato maggiormente?
PF: Leggo tantissimo e dovrei farti un sacco di nomi. Ci sono scrittori di cui mi piace quasi tutto, come Cunningham, Roth, Rushdie. Altri di cui ho amato molto alcuni libri – King, Hoeg, Perez Reverte, Manchette. Credo che la spinta a scrivere sia stata quella comune a molti. Provare a vedere se anch’io ero in grado di farlo.
CF: Stai lavorando a qualcos' altro? Puoi anticiparci qualcosa?
PF: A metà maggio uscirà per edizioni embiente – verdenero un romanzo breve che parla di amianto. E in questi giorni ho cominciato a preparare il nuovo romanzo che tratterà di nuovo di terrorismo.
CF: Conosci anobii e il gruppo dei Corpi Freddi?
PF: Conosco Anobii. E ora conosco anche i corpi freddi.
Recensioni di Carloz
Intervista di BodyCold
7 commenti:
Grazie di questa interessante intervista e retrospettiva! Ho in coda di lettura "Lentamente prima di morire" e mi sa che non tarderò a cominciarlo ;-)
Complimenti davvero per l'ennesimo reportage.
Fogli è un'altro talentuoso scrittore da tenere d'occhio.
Ho già un paio di romanzi in libreria in attesa di lettura......
Certo che in questi giorni tra reportage, speciali, interviste e recensioni teniamo il ritmo dei quotidiani d'interesse nazionale :-)
Decisamente Corpi Freddi blog spacca.
Davvero interessante l'intervista e, soprattutto, tra domande bene articolare e risposte esaustive, ma al punto giusto da non tediare il lettore, è in grado di suggerire spunti di riflessione come, ad esempio, il tema della memoria collettiva.
Grazie!
Pare molto interessante, questo Fogli. Scusate, io finora non lo conoscevo. Dovrò rimediare :-)
"Lentamente prima di morire" è già da un po' nella mia WL. Mi pare che sia uscito anche in versione economica. Nei prossimi giorni sarà mio.
Mi pare di ricordare che Fogli abbia scritto qualcosa anche con Paolo Cevoli (sì, proprio lui, l'assessore alle varie ed eventuali del comune di Roncofritto). Qualcuno lo ha letto?
Non conoscevo questo autore, e mi pare una grave mancanza!
Complimenti a Body per l'intevista: domande sempre interessanti e mai banali.
Anche io, devo emergere dall'abisso della mia ignoranza a proposito di questo autore, ma come ho letto da qualche parte su aNobii, loro son tanti a scrivere ed io solo a leggere! :)
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