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giovedì 19 gennaio 2012

Il segno dell'untore - Franco Forte (Mondadori 2011)


Lo sapevate che i funzionari del Tribunale di Giustizia di Milano erano all’avanguardia, per ciò che atteneva le indagini di polizia? Per esempio, erano soliti portare con sé dei bastoncini con la punta ricoperta di cera, con i quali frugavano fra gli oggetti appartenuti alle vittime di un omicidio, o su ciò che trovavano sul luogo di un delitto. Questo per frugare con sicurezza (secondo le credenze dell’epoca) fra gli oggetti rinvenuti sui luoghi degli omicidi senza rischiare di toccare qualcosa che potesse essere stato infettato dalla peste, che nel 1576 stava decimando la popolazione di Milano. Credevano che, se avessero toccato qualcosa imbevuto dell’umore della malattia, questo sarebbe scivolato sulla cera dei loro bastoncini, e con una semplice scrollatina se ne sarebbero liberati, senza rischiare contagi.

Questo e molto altro vi gusterete nel romanzo di Franco Forte, Il segno dell’untore.

Pensate a una città come Milano, in un’età come il secondo Cinquecento: gli spagnoli spadroneggiavano, l’Inquisizione incuteva terrore, la peste si diffondeva implacabile e la popolazione era prostrata, mentre sui muri erano sparse le gride, copiose e prolisse – Manzoni docet – si possono scorgere sui muri. Qui, però, chi non osserva le ordinanze viene punito e anche nel modo peggiore: così capita di alzare la testa e veder oscillare dal cappio un corpo pallido di, segnato dalle striature violacee dei colpi di frusta inferti prima dell’impiccagione.

«Mentre scivolava lungo le strade, diretto al palazzo in cui era stato allestito uno dei tanti provvisori centri di Sanità sparsi in ogni quartiere, Niccolò cercava di guardarsi intorno il meno possibile. Teneva gli occhi puntati sull’acciottolato resistendo al richiamo di urla disperate, grida strazianti, suppliche d’aiuto o strilli di rabbia che provenivano dalle case sbarrate dai monatti e dai commissari di Sanità per evitare che presunti malati di peste uscissero a infettare le poche persone sane che ancora si aggiravano per la città. Era difficile resistere allo strazio di quelle grida».

Pensate a un affresco storico perfettamente reso, con scorci di città, odori, sapori, costumi tanto differenti dai nostri. Leggendo questo thriller storico sarete immediatamente calati nella vicenda e i due misteri trainanti – il furto di un candelabro di Benvenuto Cellini, sottratto al Duomo e l’assassinio del Commissario Inquisitoriale Bernardino da Savona – saranno semplice viatico di un cammino ben più profondo: quello alla scoperta di un’epoca, dei suoi personaggi, non importa se veri o inventati (ne troverete sia di realmente esistiti sia di fittizi, ancora Manzoni docet quando afferma che il romanzo storico è «…un misto tra storia e invenzione»).
Ne Il segno dell’untore compare il Notaio Criminale Niccolò Taverna, giovane interessante – si può anche definire bello: alto, naso forte, capelli neri ben tagliati – ma soprattutto dall’intelligenza finissima e da una predisposizione alla deduzione e alla logica inedite per i suoi tempi, che gli saranno utili.
Come sopra anticipato, sono due le questioni che Taverna dovrà risolvere. Partiamo dal furto del candelabro. È un’opera pregiata del Cellini trafugata dal Duomo di Milano, la cui sparizione ha subito messo in moto delegati arcivescovili e magistratura. L’arcano si infittisce quando Niccolò scopre che è stato rubato un altro oggetto, ben più prezioso: la reliquia del Sacro Chiodo della Croce di Cristo, dono diretto dell’imperatore Costantino a sant’Ambrogio. A ciò si somma il delitto vero e proprio: è stato trovato morto Bernardino da Savona, commissario della Santa Inquisizione (aveva il ruolo di tentare di imporre le decisioni della Corona di Spagna sul suolo del Ducato meneghino e di occuparsi degli ordini ecclesiastici impegnativi). Il tutto si svolge all’ombra di due poteri – uno temporale e uno secolare – non irrilevanti: rispettivamente la Corona di Spagna e la Chiesa di Milano, incarnata nell'arcivescovo Carlo Borromeo.

Detto questo, vorrei entrare più nel profondo del libro e concludere dimostrando ciò che sostenevo all’inizio, ovvero il “senso storico” offerto ai lettori, a mio avviso unito a una solida e scorrevole tenuta della storia, e per farlo riporto, come esempio, le pagine in cui Niccolò si reca nel luogo del delitto:

«Quando arrivarono in Corsia de’ Servi, non fu difficile individuare l’edificio in cui era stato commesso il delitto: una moltitudine di gendarmi stazionava davanti a una palazzina bassa, di soli due piani, incastrata fra imponenti edifici suddivisi in decine di stanze. La schiera di soldati era colorata e multiforme, e Niccolò distinse i fregi degli sbirri del capitano di Giustizia, i giustacuori e le alabarde della scorta personale dell’ufficiale di Sanità e una quantità enorme di gendarmi e soldati comuni, provenienti in gran parte dal distaccamento di Porta Romana, il più vicino al luogo del delitto. Tanta abbondanza non poteva che essere segno della presenza di gentiluomini d’alto rango, come Tadino aveva preannunciato. E questo era ancora più strano, visto che di solito, durante le situazioni di emergenza sanitaria, le alte cariche del Ducato preferivano restarsene rintanate nei loro palazzi e mandare a fare il lavoro sporco funzionari di basso rango come lui».

L’autore
Franco Forte nasce a Milano nel 1962. Giornalista, traduttore, sceneggiatore, editor delle collane edicola Mondadori (Il Giallo Mondadori, Urania e Segretissimo), ha pubblicato i romanzi Roma in fiamme, I bastioni del coraggio, Carthago, La Compagnia della Morte, Operazione Copernico, Il figlio del cielo, L’orda d’oro – da cui ha tratto per Mediaset uno sceneggiato tv su Gengis Khan –, tutti editi da Mondadori, e La stretta del Pitone e China killer (Mursia e Tropea). Per Mediaset ha scritto la sceneggiatura di un film tv su Giulio Cesare e ha collaborato alle serie “RIS – Delitti imperfetti” e “Distretto di polizia”. Direttore delle riviste Romance Magazine (www.romancemagazine.it) e Writers Magazine Italia (www.writersmagazine.it), ha pubblicato con Delos Books Il prontuario dello scrittore, un manuale di scrittura creativa per esordienti giunto alla settima edizione. Il suo sito è www.franco-forte.it mentre quello del libro è http://www.ilsegnodelluntore.it.

Articolo di Marilù Oliva

Dettagli del libro

  • Formato: Rilegato
  • Editore: Mondadori
  • Anno di pubblicazione 2012
  • Collana: Omnibus
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 342
  • Codice EAN: 9788804620150
  • Prezzo: 15,00€

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