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giovedì 30 giugno 2011

Intervista a: Marco Polillo


La collana “I bassotti” della Polillo Editore pubblica il numero 100 offrendo ai lettori, oltre ad un romanzo inedito per l’Italia, un cofanetto che contiene un volume con la biografia degli autori dei romanzi finora pubblicati.
Per l’occasione, Marco Polillo ha acconsentito a rispondere ad un altro “terzo grado” da parte dei Corpi Freddi.


Corpi Freddi: Nel maggio del 2002 veniva stampato il primo numero della collana “I bassotti”. Il numero 100 si trova da poco nelle librerie. In pratica è come se aveste pubblicato un romanzo al mese. E’ stata una piacevole sorpresa anche per voi essere arrivati in così poco tempo a questo traguardo?

Marco Polillo: Be’ quando abbiamo incominciato non pensavamo di arrivare così avanti. Il mio obiettivo era di arrivare almeno al n. 50 e poi si sarebbe visto. In realtà col passar del tempo abbiamo anche incrementato il numero delle uscite annuali passando dalle iniziali 8 alle attuali 12/14

CF: I piccoli editori sono più attenti a quello che scrivono o pensano i lettori. Certamente si pubblica per ottenere dei guadagni, ma il profitto non è tutto. La qualità dell’offerta paga?

MP: Me lo auguro! Noi abbiamo sempre cercato la qualità anche perché ritengo che sia il modo migliore per conquistare la fiducia e l’affetto (sembra strano usare questa parola, ma per me è così) dei lettori. La gente sente quando uno ci mette passione nel suo lavoro e la passione ripaga (non tanto economicamente quanto spiritualmente: ma è già qualcosa).

CF:  Quando c’è la passione o l’interesse per qualcosa, è un piacere condividere con più persone i propri interessi. E’ anche per questo motivo che la collana cerca di dare, oltre al romanzo, cenni biografici sull’autore e informazioni sui più famosi romanzi pubblicati?

MP: Sicuramente. Ma vorrei aggiungere che attraverso i Bassotti (e lo stesso varrà per i Mastini, anche se in modo leggermente diverso) mi piacerebbe che i lettori riuscissero a capire meglio l’atmosfera di quegli anni (letterariamente parlando) e a conoscere meglio, per quanto siamo in grado di dare, quel mondo e di quegli autori. Chi leggerà il volume delle vite si accorgerà di quanto erano ricche le personalità di chi scriveva quei romanzi negli anni dell’età d’oro del giallo.

CF:  E’ difficile trovare notizie biografiche sugli autori minori o su quelli che non sono mai stati pubblicati in italia?

MP: Molto, anche grazie a internet qualcosa alla fine si riesce a trovare. Non sempre, però, il caso di Parke, l’autore del n. 100, è emblematico: di lui non si sa assolutamente nulla.

CF:  Oltre agli inediti, i romanzi pubblicati vengono ritradotti o la traduzione viene aggiornata o completata, come è successo per l’ultimo romanzo pubblicato di Dorothy Sayers, “Lord Peter e l’altro”. La prima edizione italiana, del 1948 (ripubblicata nel 1976) aveva poco più di duecento pagine; la vostra ne ha quasi quattrocento: si può dire che sia un altro romanzo?

MP: Assolutamente sì. Quando io ho letto per la prima volta “Lord Peter e l’altro” (titolo orrendo, peraltro, ma come facevo a cambiarlo dopo tutti quegli anni? Ed è un discorso che vale per altri titoli troppo noti per poter essere modificati. Sempre a proposito della Sayers, per esempio, perché intitolare “Il segreto delle campane” quando “I nove rintocchi” sarebbe stato infinitamente più bello?). Ma tornando alla prima lettura di “Lord Peter e l’altro” ero rimasto stupito del fatto che la critica lo considerasse unanimemente uno dei grandi libri della Sayers e io l’avevo trovato un testo normale, senza infamia e senza lode. Poi, quando uno si accorge che in realtà aveva letto solo un grande riassunto, si rende conto della differenza.

CF:  Quando si riprende in mano l’originale, a volte si vorrebbe cambiare anche il titolo, perché la traduzione con cui alcuni romanzi sono conosciuti in Italia è molto diversa dall’originale. Perché non è consigliabile farlo?

MP: Ho risposto alla domanda precedente senza sapere che stavo rispondendo anche a questa. Aggiungo però una considerazione. E’ scorretto nei confronti di un lettore che già conosce o ha letto il testo in una versione “vecchia” o ridotta riproporlo con un nuovo titolo. Certo, se si tratta di una edizione degli anni Venti si può fare, e noi a volte l’abbiamo fatto, ma se è un testo molto noto, uno corre il rischio di ricomprare lo stesso titolo e magari non ne ha alcuna intenzione. Ricordo molti anni fa quando la Mondadori pubblicò con il titolo “L’assassinio di Roger Ackroyd” un romanzo di Agatha Christie che era sempre stato intitolato “Dalle nove alle dieci”. Ci fu una vera rivolta da parte dei lettori che si sentirono imbrogliati.

CF:  Nella presentazione che viene riportata in ogni romanzo pubblicato, è scritto che “I bassotti” attingono “soprattutto alla grande tradizione angloamericana”. Non si escludono quindi autori di altre nazioni. Vedremo mai un italiano nella collana? O è solo un problema di diritti d’autore?

MP: No, non è un problema di diritti d’autore, è un problema di “scuola” del giallo. Quando i Bassotti nacquero, nel 2002, non pensavo che avrei fatto un’altra collana come i Mastini, e infatti ci sono alcuni titoli usciti nei Bassotti che oggi, se dovessi pubblicarli, verrebbero messi nei Mastini. Penso, per esempio a Household e, forse, allo stesso James Hadley Chase. E quindi alcuni autori, soprattutto francesi (pensate a Japrisot o a Boileau e Narcejac) potrebbero tranquillamente trovare posto nella collana. Oggi ci sono i Mastini, ma nel 2002 chi avrebbe potuto immaginare il futuro? E quindi era naturale lasciarsi una porta aperta. Quanto agli italiani, non saprei, ci sono alcuni autori molto bravi – vi ricordate Augusto De Angelis? – che meriterebbero il loro spazio, ma sono quasi tutti già accasati altrove.

CF:  La stessa domanda vale anche per gli autori francesi della cosiddetta Golden Age, di cui in Italia si è pubblicato poco. E’ un mercato difficile da esplorare?

MP: Vale quanto detto sopra. E’ comunque un mercato difficile da esplorare e, soprattutto, poco noto. Ma mai dire mai.

CF:  Ci sono molti autori che vorreste pubblicare, ma non avete i diritti, oppure questi costano troppo per le dimensioni della vostra casa editrice?

MP: Ci sono alcuni autori che vorrei pubblicare perché meriterebbero, per la loro storia, di essere inseriti nella collana (che alcuni chiamano, cosa che mi lusinga assai, la Pléiade del giallo classico). In alcuni casi non possiamo perché vengono regolarmente pubblicati da altri editori, ma in altri casi non possiamo perché alcuni agenti non si rendono conto del vantaggio che avrebbero – non dal punto di vista strettamente economico, ma da quello d’immagine e di ricordo – certi autori a trovare posto nei Bassotti. E quindi sparano delle richieste, di anticipi o altro, assolutamente inaccettabili. Però, prima o poi, confido di arricchire ugualmente l’elenco dei miei autori anche con qualcuno di quelli che, oggi, sembrerebbero irraggiungibili.

CF:  I diritti d’autore non sono in mano solo agli eredi degli autori, perché il mondo editoriale è organizzato in modo più complesso. Ci sono, per esempio, gli agenti. A volte poi non si sa bene nemmeno a chi appartengono i diritti. Può raccontarci qualche aneddoto?

MP: Aneddoti piacevoli riguardano certi eredi di autori che noi siamo riusciti a raggiungere, dopo laboriosissime ricerche, e che si sono dimostrati più che vogliosi di darci una mano. Rammento la figlia di Samuel W. Taylor (l’autore di L’uomo con la mia faccia) che era quasi diventata un’amica, tanto era contenta di vedere il romanzo di suo padre pubblicato dopo tantissimi anni in un territorio, l’Italia, dove non era mai uscito. E ancora una delle tre figlie dei coniugi Teilhet (Il dardo piumato) che addirittura ci ha mandato (senza mai averci visto né sentiti prima) l’unica copia che aveva dell’edizione originale del libro per permetterci di utilizzarlo per la traduzione, prendendo semplicemente per buona la nostra assicurazione che glielo avranno rimandato. Cosa che è stata regolarmente fatta. Sono queste le cose che vorrei far presenti a quei sedicenti agenti letterari che ci negano i diritti, senza nemmeno rendersi conto che facendolo, negano grandi soddisfazioni agli eredi degli autori.

CF:  La raccolte di racconti non hanno molta fortuna in Italia. Quelle che escono in novembre per “I bassotti” sono un’eccezione. E’ perché anche per gli autori dei singoli racconti vengono date ai lettori informazioni biografiche sugli autori o forse per la curiosità dei i temi che vengono trattati nei titoli delle raccolte: i viaggi in treno, la camera chiusa, i delitti in codice?

MP: Credo che la risposta sia soprattutto legata alla scelta dei temi. Un’antologia senza un filo conduttore ha un senso relativo, mentre il fatto di poter vedere come diversi autori hanno risolto in maniera magari completamente differente certe situazioni comuni può essere molto più interessante. La prima raccolta, Delitti di Natale, aveva un argomento commercialmente molto forte, appunto il Natale, e immagino che i lettori, essendo rimasti soddisfatti della scelta, si siano affidati con maggiore disponibilità alla casa editrice per le raccolte successive. Ora, forse, l’antologia dei Bassotti è diventata una specie di collezione nella collezione. A questo proposito sono lieto di darvi un’anteprima: la raccolta di quest’anno si chiamerà I delitti della casa di campagna e avrà al suo interno un gruppo di autori prestigiosissimi.

CF:  Spesso anche la copertina convince un lettore all’acquisto di un libro. Voi avete sempre curato la grafica delle vostre pubblicazioni. La scelta che porta a decidere la copertina definitiva richiede molto tempo? Ci sono diverse proposte o si tratta di scegliere fra due o tre idee?

MP: No, la scelta è di norma abbastanza semplice, anche perché chi sceglie ha letto e conosce perfettamente il libro, quindi non succede mai, come a volte in altre case editrici, che il grafico debba vestire un testo di cui nessuno sa niente.

CF:  Dalla fine di settembre del 2010 è nata la collana “I Mastini”, che, dagli anni Venti agli anni Sessanta, comprende non solo romanzi “hardboiled”, ma anche quelle storie “suspense”, d’azione oppure il poliziesco procedurale: oggi vengono definiti “thriller”. Avete voluto in qualche modo completare la storia del Giallo?

MP: No, un’ambizione del genere non l’avevamo avuta. Ma l’idea di poter offrire al lettore interessato uno spaccato e una selezione dei generi collaterali al giallo classico ci piaceva. Si tratta di un arricchimento e come tale va inteso, anche per il terzo dei motivi che riporto nella risposta alla domanda che segue.

CF:  Anche “I Mastini”, giunti ormai al sesto numero, sono stati apprezzati dai lettori?

MP: Meno dei Bassotti, purtroppo, ma non disperiamo. I motivi sono tre: il primo è che al lancio dei Bassotti la critica rispose entusiasticamente e questo aiutò moltissimo la conoscenza della collana, cosa che purtroppo non è successa per i Mastrini. Il secondo è che mentre i Bassotti hanno un genere più “compatto”, i Mastini spaziano molto, dal thriller all’hardboiled, dal suspense, alla crime story, ecc. Il terzo è che, essendo autori più recenti, molti sono regolarmente pubblicati da altri editori, come per esempio Chandler o Hammett.

CF:  Polillo Editore non fa pubblicità, se non in rete, alle nuove uscite. E’ una scelta editoriale o è una scelta puramente economica?

MP: Puramente economica. Costa troppo in rapporto al fatturato che quei libri ci possono dare.

CF:  Anche la distribuzione è importante per aumentare le vendite. “I bassotti” si trovano solo nelle librerie, mentre nei primi anni si potevano trovare anche nel settore libri dei supermercati. Dipende dal tipo di pubblico a cui vi rivolgete, che non è certamente quello dei lettori occasionali?

MP: No, dipende da una scelta dei buyer della Grande Distribuzione che hanno visto che l’accoglienza della collana presso i loro punti vendita non era poi così buona come si aspettavamo, e quindi hanno deciso di non tenerla più. D’altra parte, anche se si tratta di gialli, sono sempre dei libri molto raffinati, più adatti al pubblico delle librerie che a quello dell’acquisto d’impulso o dell’ultimo best seller superscontato, tipico dei supermercati o dei centri commerciali.

CF:  Quest’anno è stato riconfermato come Presidente dell’Associazione Italiana Editori. Il comunicato dell’AIE parla di continuità nella politica del precedente mandato e di trasformazioni dell’editoria legate allo sviluppo tecnologico. Secondo lei, gli e-book sono un’opportunità in più oppure sono in competizione con i libri in formato tradizionale?

MP: Sono un’opportunità in più, anche se personalmente non credo che in Italia avranno lo stesso fulminante sviluppo che hanno avuto negli Stati Uniti o in Inghilterra. Si affermeranno anche da noi, certo, e diventeranno un fatto comune, soprattutto tra le generazioni più giovani, quelle che si sono trovate un computer in mano sin dalla primissima età. Ma il libro di carta sopravvivrà (almeno lo spero, sarebbe un vero peccato se così non fosse).

CF:  Vedremo “I bassotti” o “I Mastini” anche in formato elettronico?

MP: Ci stiamo pensando. Prima o poi faremo un esperimento, ma per ora aspettiamo, il modo in cui i libri elettronici vengono realizzati oggi è ancora troppo distante dalle caratteristiche qualitative che noi vogliamo (pensate, per esempio, alle difficoltà di riprodurre tabelle, piantine, ecc).

CF:  L’anno prossimo, a maggio, festeggerete i 10 anni de “I bassotti”. State già pensando a qualche iniziativa?

MP: No, francamente non ci avevo pensato e grazie per avermelo ricordato. Adesso che lo so, credo che valga la pena farsi venire in mente qualcosa.

CF: Grazie ancora della disponibilità e speriamo di avere soddisfatto le curiosità dei nostri lettori.

MP: Grazie a voi di Corpi Freddi per la passione, l’impegno e l’affetto (vedete che questa parola serve) con le quali continuate a seguirci.

Intervista di Paolo "carrfinder" Umbriano



Da giovedì 30 giugno in tutte le librerie il numero 100 della collana “I bassotti”, insieme allo speciale volume celebrativo Gli autori dei primi 100 bassotti - Vita e opere.



Acquistabili separatamente o, senza alcun aumento di prezzo, nell'esclusivo cofanetto “I bassotti - 100”!

7 commenti:

Scéf ha detto...

semplicemente grandiosa!

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Intervista straordinaria, sia nelle domande che nelle risposte. Mi sono divertito come un matto a leggerla. Davvero tante chicche e curiosità preziose.
Grandissimi complimenti all'amico Paolo e, ovviamente, al Patron.

Anonimo ha detto...

Grande intervista! trovo la nuova collana "I Mastini" straordinaria
Valter

Anonimo ha detto...

Forte!
Fabio

Cristing ha detto...

Complimenti, bellissima intervista...

Martina S. ha detto...

Dopo una così bella intervista, stamattina sono corsa in libreria ad accaparrarmi il cofanetto!

Marta ha detto...

Perfetta direi :)