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mercoledì 27 aprile 2011

L'ultimo uomo buono - A.J. Kazinski (Longanesi 2011)


Dietro lo pseudonimo A.J. Kazinski si celano due autori danesi molto conosciuti in patria, Anders Ronnow Klarlund e Jacob Weinreich che a scapito dell' impronunciabilità dei loro cognomi per noi italiani, esordiscono in Italia con "L' ultimo uomo buono" edito da Longanesi.
Il primo è uno sceneggiatore di una fortunata serie televisiva danese, mentre Jacob Weinreich, è uno scrittore per lo più conosciuto per una serie di romanzi per giovani che spopola in Nord Europa, "Monster Hunter". Ci si trova davanti quindi a due autori che di certo sanno "scrivere". Ma procediamo con calma. Molte case editrici oramai ci hanno abituato alle “mitiche” fascette che inneggiano al romanzo dell’ anno per ogni romanzo che pubblicano, sia ben chiaro però che questo tipo di marketing magari ha presa soprattutto verso i lettori meno avvezzi o meno compulsivi come noi, quindi ogni fascetta viene sempre vista con un certo distacco. Ritrovandomi di fronte all’ ennesima superlativa fascetta, lo storcere il naso quasi mi provoca una paresi: “Per mesi in cima alle classifiche scandinave. Un thriller rivoluzionario. Una trama esplosiva, piena di colpi di scena magistrali”. E vabbè, leggiamo la quarta (cosa che per altro non faccio quasi mai, ma a sto punto mi serviva un input per iniziare la lettura di questo romanzo).
Devo ammettere che la quarta di copertina mi ha incuriosito e non poco e se accostata alla piccola premessa intitolata “Nota per il lettore” ad inizio romanzo, bhe un rivolino di bava iniziava ad affacciarsi. Anche se potete leggerla in ogni dove, vi incollo la quarta:
Niels Bentzon è un poliziotto diverso dagli altri, uno dell’ arma poco facile, noto in tutta Copenaghen per i suoi metodi non convenzionali. Niels è un negoziatore, chiamato a risolvere situazioni con ostaggi in pericolo di vista. Ma è anche un uomo scomodo. Per questi i suoi superiori gli assegnano un caso in apparenza banale e poco importante. La segnalazione giunge da un poliziotto di Venezia, tramite Interpol: qualcuno sta uccidendo una ad una alcune persone particolari, da un capo all’ altro del mondo. Tutte le vittime hanno strani segni sulla schiena, che non sono tatuaggi ma nemmeno ferite, e tutte avevano una cosa in comune, una sola: erano persone stimate, amate, dedite agli altri. Erano persone buone…
E grazie a questa quarta si entra all' interno di un romanzo scritto in maniera lineare con forse un pò troppa carne al fuoco vista la presenza di teologia, filosofia, storia, ecc. anche se devo ammettere che tutto questo purpuri non stanca, non devia il lettore e accresce la sete di sapere come va a finire.
Il libro è emozionante ed abilmente costruito in modo che il continuo passaggio tra luoghi e popoli diversi non crei discontinuità alla trama che è sorprendentemente ben progettata.
Il finale è davvero al cardiopalma, un colpo di scena dietro l' altro e 500 e passa pagine che si leggono in due giorni (lavoro permettendo:P).
Adesso non mi tocca che attendere un secondo romanzo del duo danese per capire se "L' ultimo uomo buono" sia stato un caso o se sarà una bella conferma editoriale, ma per adesso mi godo il sapore dolce che mi ha lasciato questo libro.

Articolo di Enzo "BodyCold" Carcello

Dettagli del libro
  • Formato: Rilegato
  • Pagine: 522
  • Lingua: Italiano
  • Titolo originale: Den sidste gode mand
  • Lingua originale: Danese
  • Editore: Longanesi
  • Collana: La Gaja scienza
  • Anno di pubblicazione 2011
  • Codice EAN: 9788830430839
  • Traduttore: B. Berni
  • Prezzo di copertina: € 18,60

3 commenti:

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Una nuova interessante proposta.
Molto bene (tranne per il mio portafogli :-)

Cristing ha detto...

E' proprio vero che le "superlative fascette" molto spesso ingannano!!!! Meno male che ogni tanto, come in questo caso invece siano veritiere.... interessante romanzo e due nomi da tenere d'occhio a quanto pare

Anonimo ha detto...

Complice una brutta influenza ho veramente letto il libro in poco più di due giorni. Mai banale, fa venir voglia di saperne di più di tutte le teorie e scienziati menzionati.