Prima di Henning Mankell, prima di Stieg Larsson, prima di tutti i giallisti svedesi che sembrano proliferare oggi sul mercato italiano c'erano Maj Sjöwall e Per Wahlöö.
Coppia sul lavoro e nella vita, i due scrittori svedesi sono considerati gli inventori del poliziesco procedurale e crearono negli anni '60 la figura del malinconico commissario Martin Beck, comparso per la prima volta nel romanzo Roseanna nel 1965. Protagonista di dieci titoli, l'ultimo romanzo fu pubblicato nel 1975 quando purtroppo la collaborazione fra moglie e marito fu interrotta dalla morte di lui, Per Wahlöö.
Su suggerimento di Andrea Camilleri il primo romanzo Roseanna è stato pubblicato da Sellerio nel 2005, per la prima volta tradotto dallo svedese in italiano. In effetti la serie era già apparsa in Italia negli anni '70 per la Garzanti, ma tradotta in italiano non dall'originale svedese, bensì dalla traduzione inglese.
Martin Beck, investigatore della squadra omicidi di Stoccolma, non è un poliziotto da clamorosi colpi di scena o dalle geniali soluzioni improvvise: come un poliziotto vero, procede meticolosamente attraverso la trafila classica dell'investigazione sul campo, con un paziente lavoro d'indagine indizio dopo indizio, analisi dopo analisi, fino alla scoperta del colpevole di turno.
Per Sjöwall e Wahlöö il Romanzo di un crimine, sottotitolo che compare in tutti e dieci i romanzi, non è solo il racconto di un'indagine, ma è anche l'occasione per addentrarsi, molto prima che lo facesse ad esempio Mankell, nei meandri della perfetta società svedese e analizzare quanto sta sotto l'apparente ordine sociale: come nasce la violenza e le conseguenze su chi vi è coinvolto, vittime, criminali, poliziotti. In particolare i due scrittori conducono accurate indagini sulle relazioni della polizia con la società in genere, sulle mancanze e sulla violenza anche da parte dei poliziotti stessi, talvolta.
Esemplare in questo senso è L'uomo sul tetto (Sellerio, 2010) dove la vittima è un poliziotto, ricoverato in ospedale per una grave malattia, che viene ritrovato ucciso con un colpo di baionetta. Ben presto si scopre che il commissario Nyman non era esattamente uno stinco di santo, ma un poliziotto duro, dai metodi spesso violenti e facile ai soprusi. Le indagini per scoprire chi poteva avercela con lui tanto da meditare una feroce vendetta sono l'occasione proprio per far riflettere anche il lettore su questi metodi brutali, sulla violenza spesso gratuita usata dalla polizia, violenza che inevitabilmente genera altra violenza. Un esempio di questi metodi è la scena che si svolge ad un certo punto fuori dall'ospedale dove è stato ucciso Nyman, quando il mantenimento dell'ordine pubblico dopo l'omicidio rischia di trasformarsi in un'assurda carica da parte della polizia contro persone inermi. L'intento dei due autori nel presentarci la scena è chiaramente critico, come dimostra poi anche il movente scoperto da Beck per il delitto Nyman, nei confronti di un apparato statale spesso repressivo verso coloro che stanno ai margini della società.
E Martin Beck, un poliziotto che non ama la politica, ma le cui azioni hanno sempre un riflesso politico, alla fine affronta l'assassino sapendo bene di doverlo in qualche modo ripagare per quanto capitatogli in precedenza: “egli sembrava in qualche modo triste e inaccessibile”. Sì, perché Beck sa che è suo preciso dovere catturare l'assassino, ma allo stesso tempo ne sente tutto il peso.
Beck non è il solo protagonista di questo romanzo. Con lui ritroviamo gli altri componenti della squadra omicidi di Stoccolma: Gunvald Larsson, Lennart Kollberg, Fredrik Melander, personaggi la cui psicologia viene approfondita di romanzo in romanzo. Così come matura e si modifica lo stesso commissario Beck, anch'essi si evolvono e invecchiano in tempo pressoché reale. Motivo per cui vale la pena di leggere i romanzi della coppia Sjöwall – Wahlöö nell'ordine cronologico in cui furono pubblicati in Svezia, cronologia, ahimè, non sempre rispettata dall'editore italiano.
Anche se Sjöwall e Wahlöö scrissero il ciclo di Martin Beck dalla seconda metà degli anni '60 alla prima metà degli anni '70 ( L'uomo sul tetto è del 1971), la loro attualità è spesso sconcertante. Ho letto certi brani e, estrapolati dal loro contesto, pareva parlassero di situazioni attuali della società italiana. Cito testualmente:
“Si litigava anche nel campo della televisione, dove un management centrale e monopolista evidentemente faceva di tutto per mantenere una solida presa sui servizi informativi dei vari canali.
Censura, pensò Gunvald Larsson. In guanti di velluto. Tipico di questo stato assistenziale e capitalista.”
La citazione non ha assolutamente intenti critici o polemici, ma è un invito a considerare ancora degni di lettura e di ulteriori riflessioni critiche questi romanzi.
Infatti, a supporto del loro valore, possiamo anche ricordare che in onore del commissario, l'accademia degli scrittori di gialli svedesi ha creato il premio letterario Martin Beck Award e la coppia Sjöwall-Wahlöö ha vinto nel 1971 il Premio Edgar per il romanzo Il poliziotto che ride (Sellerio, 2007).
Articolo di Martina “Palazzo Lavarda” Sartor
Dettagli del libro
- Titolo: L'uomo sul tetto
- Autore: Maj Sjöwall – Per Wahlöö
- Editore: Sellerio
- Collana: La memoria 807
- Titolo originale: Den vedervärdige mannen från Säffle
- Traduttore: Renato Zatti
- Anno: 2010
- Pagine: 282
- ISBN: 8838924228
- Prezzo: € 13.00
7 commenti:
Ho conosciuto la Sig.ra Maj a Mantova. Una donnina simpatica e molto sveglia, mi ha ricordato tantissimo, per come me la immagino io, Miss Marple di Agatha Christie.
Ricordo che, in quell'occasione, presentava lo scrittore Persson (che era ubriaco a livelli vergognosi). Lei mi ha fatto un'ottima impressione. Dovrei colmare la lacuna. Bella recensione Martina :-)
Noo, pure lei hai conosciuto! Ti odio ;-)))
Lacuna assolutamente da colmare, per capire la genesi del giallo svedese. Sto 'facendo fuori' tutti quelli che trovo in biblio. Talvolta ti dimentichi che li han scritti negli anni '60-'70...
Ora poi li stanno ripubblicando in raccolte, una dev'esser uscita in questi giorni.
Ecco le prime due raccolte, per chi è interessato alla bibliografia. Credo che anche in termini economici convengano, rispetto ai singoli titoli.
- I primi casi di Martin Beck (Roseanna – L'uomo che andò in fumo – L'uomo al balcone) 2009
- Ancora tre indagini per Martin Beck (Il poliziotto che ride - L'autopompa fantasma - Omicidio al Savoy) 2010
Per altro di questi due autori è uscito anche il nuovo sempre per Sellerio
Martin Beck indaga a Stoccolma
un tomo da 754 (!!!) pagine al prezzo di 20 eurini
http://www.bol.it/libri/Martin-Beck-indaga-a-Stoccolma/Maj-Sjowall-Per-Wahloo/ea978883892520/
Una coppia di autori che mi riportano indietro nel tempo. Non fatemi questi scherzi...
Fabio
Misteri del web: il libro che segnala Enzo è praticamente lo stesso che ho indicato io (la 2^ raccolta). Solo che IBS, dove avevo guardato io, non riportava il titolo di copertina (quello di Enzo) ma l'altro...
Mi parevano un po' tante infatti 754 pagine per una sola indagine ;-)
Bella rece!! Abreve leggerò Roseanne.
gracy
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