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lunedì 27 settembre 2010

Le ossa del ragno – Kathy Reichs


Le pellicole cinematografiche di oltreoceano ci hanno da sempre abituati a “ sentire “ e vedere il corpo dei marines americano come una grande famiglia, dove nessuno abbandona mai i propri compagni. Questo corpo militare ed il suo motto rappresentano, anzi di più, sono l' America insieme al baseball, ad Hollywood, alla Coca-Cola e al MacDonald.
Assieme al monumento di Rosslyn in Virginia che ha consegnato alla storia l'alzabandiera, non solo il più famoso della seconda guerra mondiale ma anche quello in cui da allora tutti gli occidentali hanno identificato il coraggio e l'onore, vi è anche quel muro nero come l'ossidiana del Vietnam Veterans Memorial , interamente coperto dei nomi dei caduti e dei dispersi, in una delle guerre più lunghe, dibattute e controverse sia sul suolo americano che fuori da esso.
Quasi un'intera generazione di giovani, per la maggior parte volontari, partirono per destinazioni che avrebbero avuto per i più solo nel nome il fascino di qualcosa di esotico, ma nell'impatto reale, tutta la crudezza, il sangue e la desolazione di un pantano marcio dove finire i propri giorni, nel migliore dei casi, uscirne solo in parte o addirittura perdervisi.
Disperso in battaglia. Una frase brevissima, ma che nessun padre, madre, moglie, sorella vorrebbe mai sentire. Il dolore sembra non voler smettere mai di trafiggere le pareti del cuore, i pensieri, la vita di quanti non hanno neanche una minuscola fibra del proprio caro con cui cementare la certezza dell'arrivederci fino al doomsday.
Per questo e per il motto che contraddistingue i Jarhead, oltre le missioni di recupero nelle zone di guerra ( chi non ricorda John Rambo ? ) sono state create delle associazioni dagli anni del dopoguerra , poi riunite sotto un unico nome, JPAC , per riportare a casa i dispersi di tutte le guerre sostenute dagli americani, Vietnam, Corea e seconda guerra mondiale comprese.
Molti hanno fatto ritorno a casa , restituiti agli occhi e al cuore dei loro cari, dentro piccole casse avvolte dalla bandiera.


Così sembra abbia fatto anche John Charles Lowery , soprannominato Spider per il suo amore incondizionato per i ragni, nell'inverno del '68. Sembra, appunto. Perchè il cadavere rinvenuto in pochi metri d'acqua da un pescatore canadese, avvolto in un sudario di plastica risulta essere dalle impronte digitali proprio il nostro Spider.
Allora di chi è il corpo sepolto in North Carolina ? E chi è l'uomo che in questo strano gioco di autoerotismo subacqueo ha perso la vita in un angolo sperduto del Canada?.
Temperance , dovrà sbrogliare questa matassa lavorando su due fronti: alle Hawaii nel laboratorio sede della JPAC e in North Carolina, da Platone Lowery , il padre di Spider che sembra non voler accettare la possibilità di avere un figlio disertore e la cui ostinata negazione di sottoporsi all'esame del DNA nasconde qualcosa di più che l'impossibilità di affrontare nuovamente il dolore ed un eventuale disonore.
Nello “Stato Aloha”, Tempe troverà altri enigmi che infittiranno il mistero e il riconoscimento autoptico della salma del soldato sepolto in North Carolina sotto il nome di Lowery.
In Vietnam, quando l'elicottero era caduto, restituendo alla polvere della genesi , quattro giovani vite , solo due di essi erano stati trovati e riconosciuti immediatamente. Lowery e Luis Alvarez dispersi. Nella stessa zona di guerra, negli stessi giorni, risulta scomparso anche un civile, Xander Lampasa. Chi è chi? E di chi sono i pochi resti mangiati dagli squali rinvenuti nella baia hawaiana?
Tempe ausiliata dal detective Ryan, e dalle donne e gli uomini della polizia hawaiana e dello staff del Jpac dovrà spingersi nel passato e in segreti inconfessati, finchè, come recita il motto della JPAC , non saranno a casa .
Kathy Reichs ci consegna un bel thriller pieno di suspence. Ci cattura dalle prime righe. Unici appunti che si possono fare a questo, che per il resto è davvero un signor romanzo, le descrizioni troppo “tecniche” delle procedure del Jpac ed i suoi acronimi, e uno sbandieramento, neanche troppo nascosto, di una punta di avversione per chi nutre sentimenti non proprio vicini alla politica americana. Solo un appunto quindi, non sempre e non necessariamente si deve essere sempre “politically correct”.

Articolo di Daniela "eccozucca" Contini

Dettagli del libro
  • Formato: Rilegato
  • Pagine: 376
  • Lingua: Italiano
  • Titolo originale: Spider Bones
  • Lingua originale: Inglese
  • Editore: Rizzoli
  • Anno di pubblicazione 2010
  • Codice EAN: 9788817040754
  • Traduttore: I. Annoni

4 commenti:

Martina S. ha detto...

Aspetto di vedere se lo trovo in biblioteca, ma non mancherò di leggerlo.

Anonimo ha detto...

L'unica cosa che posso aggiungere alla perfetta recensione di Eccozucca Contini, è che il romanzo, impeccabile come tutti quelli della Reichs, va letto possibilmente in totale relax.
Rispetto ai precedenti infatti,ho trovato un pochino ostico seguire l'intreccio delle identità che si chiarisce con il magistrale colpo di scena finale. Carla

cerussite ha detto...

io l'ho già letto.
e non concordo con Daniela.
a me ha annoiato in alcuni punti ed è molto lento all'inizio. stava iniziando a farsi interessante ed è finito!
diciamo che se 206 ossa era da 8/10, questo a malapena raggiunge la sufficienza.

Stefania ha detto...

Invogliante e splendida recensione! Complimenti Daniela! Fa venire voglia di leggere la Reichs anche a chi come me magari è un po' delusa (pur sempre apprezzandole) dalle ultime "fatiche", di una delle sue scrittrici preferite. Naturalmente già ce l'ho, in ediz. integrale ma preso con il 30% di sconto :))) e naturalmente lo devo ancora leggere :P Ma così invogli a farlo presto!