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lunedì 13 settembre 2010

I finalisti dell' Azzeccagarbugli


Azzeccagarbugli, più di una professione

  • Elisabetta Bucciarelli, Io ti perdono (Kowalski)
  • Massimo Carlotto, L’amore del bandito (Edizioni e/o)
  • Alfredo Colitto, I discepoli del fuoco (Piemme)
  • Grazia Verasani, Di tutti e di nessuno (Kowalski)
  • Marco Vichi, Morte a Firenze (Guanda)

Questi i cinque finalisti che saranno presenti Venerdì 1 ottobre alle ore 21,
presso il Teatro della Società di Lecco, per la cerimonia di conferimento del Premio Azzeccagarbugli al romanzo poliziesco.
Il coinvolgimento nella Giuria dei Letterati di professionisti che ricoprono cariche diverse all’interno del mondo della letteratura ha garantito un’analisi non monolitica che ha considerato gli svariati aspetti della produzione letteraria.

Ecco le motivazioni che hanno determinato la scelta dei Giurati e il loro rapporto con il Premio:

Lo scrittore:

«Da scrittore, quando partecipo ad un Premio, ci tengo che il mio libro venga letto con attenzione. Certo, una volta terminati i 56, mi ero ripromesso che non avrei più toccato un giallo per mesi, poi, entrato in libreria, ne ho comprati altri tre».
Tullio Avoledo, scrittore, presidente 2010

L’editor:

«56 libri, un bel numero anche per chi come me legge un paio di libri la settimana oltre a un manoscritto al giorno. Ma esistono diverse marce per la lettura a seconda che si legga per piacere o per dovere, che il libro non ti dica nulla o ti conquisti. In quest’ultimo caso i tempi si dilatano. Nel leggere questi libri, per scegliere, mi sono messa nei panni del lettore, certo mantenendomi sempre vigile sull’editing e sull’impaginazione. Come editor, ad esempio, in alcuni casi avrei tagliuzzato un po’ qua e là, ma alla fine ho scelto i titoli che mi hanno lasciato qualcosa e che mi hanno dato un senso di godimento nel corso della lettura».
Chiara Beretta Mazzotta, editor

Editor ed esperto del genere:

«Sono rimasto piacevolmente sorpreso: per trent’anni sono stato ai Gialli Mondadori, dove il genere italiano non ha mai avuto successo. Solo Scerbanenco riceveva l’attenzione dei lettori. Tuttavia nel ‘79 Oreste Del Buono ha creato il premio dedicato ad Alberto Tedeschi, che da allora seleziona autori italiani inediti, e fu un successo immediato. Il 1980 segna uno spartiacque nei gusti dei lettori, momento a partire dal quale l’interesse si concentra sugli italiani: oggi le pubblicazioni di narrativa legata al genere oscillano tra i 200 e 300 titoli all’anno tra italiani e stranieri».
Gianfranco Orsi, già editor Giallo Mondadori

Esperta di cronaca giudiziaria:

«Per affrontare tutti questi titoli ho messo la quinta. La caratteristica fondamentale che ho considerato è la verosimiglianza. Credo che la tenuta stessa della trama sia importante quanto la godibilità del libro. In secondo luogo, le mie scelte sono legate alla volontà di rendere la pluralità delle opere in concorso, in modo da dare una panoramica completa della coralità di voci che hanno partecipato all’edizione 2010. Insieme a nomi più conosciuti, ho voluto dunque segnalare anche alcune opere che sono state per me una sorpresa, un sapore inaspettato. Non che questo abbia alleviato il tormento di aver tolto spazio a opere che ho amato».
Raffaella Calandra, giornalista di Cronaca Giudiziaria

Giornalista e saggista:

«Questo premio mi ha trasformata in una serial reader e mi sono scoperta cattivissima. Alla fine mi sono ricordata di un mio professore universitario di arte che mi disse: “Ma lei, alla fin fine, come fa a dire se un quadro la convince? Se pensa lo appenderebbe volentieri in salotto, no?”. Così ho deciso di votare quei libri che volentieri ospiterei nella mia libreria. Con un occhio al mio gusto personale che ama i libri il cui finale va dal brutto al catastrofico».
Olga Piscitelli, giornalista e saggista

3 commenti:

Tizyana ha detto...

Complimenti per il blog.
Mi aggiungo al tuo gruppo "lettori fissi ed amici" così posso tornare ancora a farti visita.
Sei la benvenuta anche da me.
A presto.

Briciole di tempo ha detto...

La Verasani mi incuriosisce molto. Ma Quo vadis baby? è il libro da cui ha tratto il film Salvatores vero?

Scéf ha detto...

si Mari