I personaggi dei film di Paolo Sorrentino rimangono nel cuore come Titta di Girolamo de Le conseguenze dell'amore o Geremia de' Geremei de L'amico di famiglia, si appollaiano li, si aggrovigliano all'anima e non te li scordi più. Ma Tony Pagoda, il protagonista del primo romanzo di Sorrentino fa di più, si insinua sottopelle e ti trascina nel vortice della sua vita passando attraverso tutte le esperienze che ad una persona "normale" ci vorrebbero un paio di vite per smaltire.
Lui è un cantante melodico napoletano, cocainomane, egocentrico, eccessivo, tombeur de femme, fedifrago, acuto intelligente e profondo, pessimista e fuori di testa.
Uno dei personaggi più incredibile che abbia mia incontrato. Tutto è raccontato in prima persona, come se ci leggesse il diario della sua vita, senza peli sulla lingua, seduti al ristorante davanti ad un a cena sontuosa, e lui istrionico a tenere banco, che gli si addice. Lo conosciamo che si è appena esibito al Radio City con il suo gruppo ed in una scena memorabile stringe la mano a Frank Sinastra.
Passeggiamo nella sua vita avanti e indietro ripercorrendo la sua infanzia, la sua adolescenza fino a ritrovarci negli anni 70. Conosciamo l'amore della sua vita, la bellissima Beatrice, l’inutile moglie Maria, i suoi amici ce li presenta uno ad uno come se poi dovessimo andarci anche noi a scorrazzare con loro in giro per il mondo. Troppa vita ha vissuto Tony e ci inonda di nostalgia quando ad un certo punto della sua vita decide di lasciare tutto e tutti e rimanersene a vivere di niente in Brasile prima e in Amazzonia poi, perchè non ce la fa più ad andare avanti "la stanchezza è la migliore amica della libertà.
Uno passa la vita a credere che la volontà, l'applicazione la determinazione di carattere ti possano avvicinare alla libertà. Manco per il cazzo. Solo la stanchezza ti porta in quella famosa stanza senza pareti, la libertà. Solo stanco di tutto puoi finalmente dire: no non vengo. Non partecipo. No, no e ancora no. La libertà è dire sempre no".
Ed è qui che conosciamo Alberto Ratto un altro personaggio che vi rimarrà appiccicato dentro, ed è sempre qui che lo scheletro nell'armadio del nostro Tony salterà fuori terrorizzando per primo lui che solo in quel momento, dopo 18 anni si rende conto della pochezza della sua maledetta stravissuta bastarda vita. Potrebbe continuare a vivere e consumarsi nel rimorso per sempre fino a spegnersi, ma torna in Italia perchè ognuno ha il suo prezzo e quello che gli offrono è veramente alto.
E già si vede Tony infarcito di cocaina a fottersi tutto quello che gli capita. L'incontro con il suo gruppo dopo 20 anni è devastante. La porta che si riapre sul passato gli fa vedere cosa possono fare gli anni che passano, dove si può arrivare e come si può cambiare. La vecchiaia, l'adolescenza e quel lungo periodo di vita in mezzo in cui si attraversa a razzo l'innocenza, "si amava la cascata della primavera. Si amava la cascata del primo bagno a mare.
Poi si è amata la cascata di cocaina nelle nostre narici. E solo quello. Il resto si è arenato nel cassonetto fetido dell'immondizia, Che apri con le punte del polpastrello per non insozzarti e trattieni il respiro per non trafugare i miasmi, che invece contengono, inalterate e sorgive, quelle sensazioni che si sono perdute in nome della perenne anestesia locale". Sorrentino ci incanta uno spaccato di malinconia, rabbia e ironia. Ci graffia l'anima con verità che conosciamo ma sulle quali magari non fermiamo a riflettere. Più di una volta mi sono trovata a dire "è vero, quanto hai ragione".
Ci da lezioni sull'amore, sull'amicizia insormontabile che non muore mai (quella vera), sulla gioventù e sulla vecchiaia, sulla cattiveria, l'educazione, il pressapochismo, su quanto oggi sia più importante apparire che essere e sui valori che ci siamo persi per strada come la semplicità delle cose, gli affetti sinceri, le strette di mano, le pacche sulle spalle, gli abbracci e l'amore quello vero e profondo che una volta durava tutta la vita e oggi sei fortunato se lo trovi.
Tutto è condito con un ironia neanche troppo sottile che mi ha fatto ridere con le lacrime agli occhi, con metafore e battute messe proprio al punto giusto, perchè Sorrentino questo fa, affonda la lama, ti butta un pò di sale sulla ferita e con studiata nonchalance ti cala l'asso della battuta che ti spiazza e ti divide, da una parte vorresti continuare a crogiolarti nel dolore, dall'altra esplodi in una risata che ti sentono fino al piano di sopra. A questo punto mi aspetto il film Sorrenti', con l'amico tuo Sorvillo, che mi rimanga dentro come il libro.
Articolo di Cristina "cristing" Di Bonaventura
Dettagli del libro
- Formato: Brossura
- Pagine: 319
- Lingua: Italiano
- Editore: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione 2010
- Codice EAN: 9788807018091
5 commenti:
Forse non proprio nelle mie corde ma è stato un piacere leggere la recensione di Cristina. Complimenti.
Recensione migliore del libro.
E si...Tony Servillo sta ai film di Sorrentino come il pane con la nutella! Bellissima recensione Cristina!!!!!
E son curiosa, pure di questo!! Brava Cri :))
Bella recensione Cristina!
Pure a me l'autore non attira, ma è sempre un piacere conoscere nuovi scrittori e leggere/confrontare anche di quelli che non sentiamo nelle nostre corde :)
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