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mercoledì 30 giugno 2010

Anime e Corpi – Javier Azpeitia


Ricordare. Era la memoria a costruire la mia identità. Io, ora, non avevo un solo ricordo della vita del dottor Tadorna, come non avevo ricordato mai la vita del corpo in cui mi svegliavo, ma c'era un passato accumulato per la mia coscienza viaggiatrice, un passato misto e vissuto in modo frammentaario, suscettibile di essere rievocato come accade con gli incubi. Un passato che a poco a poco mi dava i tratti vaghi di un identità priva di corpo o frutto dell'incrocio di corpi transitori: quello di Fran, quello di Mari, quello di Belmonte e ora questo corpo nuovo.

Immaginate di svegliarvi una mattina e di trovarvi in una stanza che non conoscete, scendete dal letto vi guardate allo specchio e vedete un viso che non riconoscete. Vi osservate sgomenti, scrutate il vostro corpo, vi toccate la testa per cercare qualche segno di un incidente che giustifichi la vostra amnesia. Ma non c'è niente di niente, semplicemente non ricordate chi siete ne dove siete. Senza passato.
Pensate se poi in questo corpo, che è quello di Fran, foste testimoni dell'omicidio di LM che altri non è che il vostro fratello gemello, di cui ignoravate l'esistenza. A questo punto carichi di emozioni, tra l'altro non vostre, visto che non siete Fran, vi addormentate e vi risvegliate in un altro corpo. Questa volta di una donna, Mari, che guarda caso è la fidanzata del corpo che avete appena lasciato.
Ogni volta che vi addormentate vi risvegliate nel corpo di un'altra persona, nei panni di Belmonte il poliziotto, di Tadorna lo psichiatra, di Angela la compagna del morto e di Laura, sua figlia. E ogni volta vi portate dietro il vissuto con il corpo precedente. Metempsicosi è il termine per definire questo fenomeno o più comunemente reincarnazione ma è restrittivo e detto così sembra di facile interpretazione. Aggiungo per complicare un pò le cose, che la "nostra" anima passa, è vero, da un corpo all altro ma tutti sono coinvolti nello stesso omicidio e quando si risveglia non sa se è già accaduto. Rivive quindi gli stessi avvenimenti con angolature diverse, punti di vista diametralmente opposti e diverse interpretazioni della stessa verità.
Un piccolo sforzo ancora. Immaginate che tutti questi avvenimenti siano raccontati in un film dal titolo, appunto Metempsicosi, in cui i protagonisti sono i personaggi stessi, i fatti avvengono in tempo reale e la regista sia l'enigmatica Delfine de Remeur.
Ecco, ora il quadro è completo.
“Prova a metterti nei miei panni” quante volte siamo ci sentiti dire o abbiamo detto questa frase?
Ed è proprio quello che succede in questo incredibile, fantastico, intrigante e profondo romanzo di Javier Azpeitia (premio Hammet nel 1996 con Hypnos): cambiare pelle ogni giorno, mettersi nei panni di un altro fino a vedere la realtà nella sua totalità, conoscendone tutte le sfaccettature per averle vissute profondamente. Originale e geniale.
Ogni capitolo che riguarda uno dei personaggi ha un titolo diverso.
Lo stile narrativo è fluido, scorrevole e rende estremamente piacevole la lettura di quella che a prima vista si presenta come una trama-rompicapo e può sembrare complicata lo so, ma non è così, credetemi, per quanto mi riguarda è stato più difficile scrivere la recensione che leggere il libro.

Articolo di Cristina "cristing" Di Bonaventura

Dettagli del libro
  • Formato: Brossura
  • Pagine: 187
  • Lingua: Italiano
  • Editore: Alacran
  • Anno di pubblicazione 2010
  • Codice EAN: 9788863610130
  • Traduttore: G. Maneri 

6 commenti:

Claudia C. ha detto...

Molto intrigante questo libro, grazie Cri per le dritte! Bella recensione!

Federico ha detto...

Mi sembra "cervellotico" giusto giusto per me.......

Cristing ha detto...

Grazie Claudia!
Fede è fatto per te!

Martina S. ha detto...

Intriga moltissimo anche me questo libro.

stefano ha detto...

bella copertina, oltre al libro che pare interessante.

Marta ha detto...

Intrigante parecchio!