_

sabato 10 ottobre 2009

Discesa Fatale - John Rhode & Carter Dickson



 Solo dalle penne di un ex ufficiale dell'esercito britannico, John Rhode, pseudonimo di Cecil John Street, e del maestro per eccellenza dei delitti della camera chiusa, Carter Dickson, alias John Dickson Carr, poteva fluire un enigma così ingegnoso ed originale, dalla soluzione lineare e logica, ma non banale.
Una serie di furti presso la sua casa editrice spinge Sir Ernest Tallant a contattare la polizia, ma i suoi sospetti moriranno con lui quando questi viene ucciso in sede, il Temple, alle 12.15, con un proiettile alla testa, mentre scende con il suo ascensore privato dal quinto piano al pianterreno, senza mai fermarsi.
Le porte non possono aprirsi quando la cabina è in movimento e l'interno è visibile da ogni piano attraverso una porzione di vetro. Il fragore dello sparo è udito da tutto il personale, che subito accorre e che poi verrà prontamente trattenuto dalla polizia. All'interno della cabina c'è solo il cadavere di Sir Tallant; non v'è traccia dell'arma del delitto.
Il caso vuole che sulla scena del crimine sia presente il medico legale e criminologo Horatio Glass, uno degli ultimi, e dei tanti ultimi, ad aver visto dal vetro della porta dell'ascensore Sir Tallant vivo, e solo, mentre scendeva.
Quando l'Ispettore capo David Hornbeam di Scotland Yard arriva al Temple, inizia insieme al suo amico Glass una delle indagini più coinvolgenti mai descritte.
Quando si pensa di intravvedere una possibile soluzione, Hornbeam e Glass, leggere Rhode e Dickson, l'hanno già considerata e confutata, e così per un'altra soluzione e un'altra ancora. Non c'è via d'uscita; sono sempre un passo avanti. L'identità del colpevole perde quasi di interesse, è la modalità che intriga.
Discesa fatale” accontenta sia i sostenitori del metodo scientifico, seguito da Hornbeam, che gli appassionati del lato psicologico criminale, affrontato da Glass. I due approcci opposti, che per natura si attraggono, fanno scaturire divertenti, ma serie discussioni tra i due investigatori, che illuminano momentaneamente il lettore, illudendolo di essere vicino per l'ennesima volta alla soluzione, per poi farlo ripiombare in un baratro oscuro dal quale non esiste altra via d'uscita se non quella di leggere, leggere e leggere.
Non ci è dato di sapere chi tra i due autori ha scritto cosa o quanto, fatto sta che questo romanzo a quattro mani racchiude uno dei migliori delitti impossibili della camera chiusa mai ideati. Peccato sia l'unica produzione della coppia, perché il papà del professor Lancelot Priestley, John Rhode, e quello del dottor Gideon Fell e di Sir Henry Merrivale, John Dickson Carr, si sarebbero certamente superati.

Articolo di Barbara alias Mrs Teapot

Dettagli del libro
  • Autore/i: John Rhode, Carter Dickson
  • Tradotto da: A. M. Francavilla
  • Editore: Polillo
  • Collana: I bassotti
  • Prezzo: € 13.40
  • Formato: Libro in brossura
  • Data di pubblicazione: 2008 

16 commenti:

Martina S. ha detto...

Ottima recensione, Killer, dato che mi invoglia tantissimo a inserire anche questo Bassotto fra i prossimi che vorrei comprare. Peccato che per stamattina abbia già dato: ne ho appena ordinati 2!

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

ATTENZIONE: la recensione è stata scritta da Barbara alias Mrs Teapot su anobii a cui faccio i miei complimenti.
Non poteva esordire in miglior modo :-)
Ennesimo capolavoro della collana Bassotti.
Grande Marco Polillo, Dio ce lo scampi.

Martina S. ha detto...

Rettifico allora pure io: onore a Mrs Teapot che so essere grande esperta dei classici. Ci serve moltissimo una come lei, per il blog. Spero sia l'inizio di una lunga collaborazione.

Lofi ha detto...

Recensioni così ben scritte e dettagliate ci porteranno alla povertà!! Ci fanno correre in libreria a fare acquisti.

Carrfinder ha detto...

Benvenuta Barbara e complimenti per la recensione!

"Discesa fatale" merita sicuramente di essere comprato e letto (anche se la soluzione è un po' troppo complessa).
Riguardo ai due autori, riporto quello che ha scritto il grande Mauro Boncompagni: "Pare quasi certo che Carr scrisse il romanzo da solo, servendosi di una trama in parte fornitagli da Rhode" (soprattutto per quello che riguarda la soluzione).

Mrs Teapot ha detto...

Grazie a tutti! Sono contenta e onorata di essere entrata a far parte di questo gruppo, composto da persone meravigliose ed amici anobiiani.
Comunque sono tutt'altro che esperta di giallo classico, sto cercando di imparare dai miei mentori di anobii che ringrazio (carrfinder, allanon, piero, sillpiv, marco....e mi scuso se ho dimenticato qualcuno).
Però sono una grande appassionata de I bassotti, quello sì!
Un forte abbraccio a tutti e a presto.

Luca Conti ha detto...

Per la precisione: l'idea è di Carr, la trama al 50% di Carr e Rhode, le quattro soluzioni fasulle sono di Carr, la soluzione autentica di Rhode e la stesura del libro al 95% di Carr e al 5% di Rhode (ovvero soltanto la descrizione dei dettagli tecnici).

Il contratto firmato dai due autori per il libro indicava chiaramente che doveva trattarsi del primo di una serie, ma lo scoppio della guerra, di lì a poco, mise fine al progetto.

Unknown ha detto...

Mi ero dimenticata del mitico Luca Conti...chiedo venia : S
Un bacione per farmi perdonare : )
Buone letture a tutti

Carrfinder ha detto...

Grazie a Luca Conti per i suoi sempre impeccabili interventi.
E' sempre un piacere quando passi a farci visita!

Stefania ha detto...

Splendida recensione, complimenti e benvenuta :))))

da alcuni mesi mi sono avvicinata al giallo classico e devo dire che ho scoperto dei grandi autori, tra cui proprio Dickson Carr , in lettura questi giorni con "I delitti della vedova rossa".

Unknown ha detto...

Grazie Stefania : ) un abbraccio

Marta ha detto...

Trama intrigante, son di quei gialli che in genere adoro, mi toccherà passare di nuovo in libreria. :(
Ottimo esordio di barbara a cui anche se in ritardo do il benvenuto! :)

Unknown ha detto...

Grazie Marta :)
Come siete gentili...grazie di cuore! Non vi mollo più, fatevene una ragione ;)
Un abbraccioa tutti

allanon ha detto...

Avevo già in anteprima la notizia...Benvenuta a casa Barbara!!! Bellissima recensione :-)

Linda80 ha detto...

Benvenuta Barbara e complimenti per la bellissima recensione! Il mio portafogli chiede pietà!!! ;-)

Anonimo ha detto...

Aggiungo il mio benvenuto a Barbara e del grande Marco Polillo (Dio ce lo scampi davvero, Killer!) consiglio
"Corpo morto", Piemme 2009. Un bel lavoro.
Fabio