_

domenica 23 agosto 2009

Il quarto colpo - Thomas Narcejac e Pierre Boileau



In una Parigi resa torrida dal caldo sole di agosto, durante gli anni della guerra fredda, l'ingegnere-capo Sorbier, specializzato in ricerche atomiche, viene ucciso all’interno di un laboratorio con un colpo di pistola. Udita la detonazione due suoi colleghi si precipitano all’interno dell’edificio, mentre un terzo testimone sorveglia l'unica uscita. Qualsiasi fuga è materialmente impossibile, e tuttavia non soltanto l'assassino riesce a scomparire, ma pure a portarsi via un ingombrante e pesante tubo di 20 chili contenente uranio, il cui innesco volontario o meno, potrebbe cancellare una fetta di Parigi della carta geografica.
Chi è il criminale? E soprattutto, come è riuscito a rendersi invisibile? Pierre Boileau e Thomas Narcejac sono due veri e propri giganti della letteratura gialla degni a buon titolo di far parte dell’Olimpo del genere.
I loro romanzi sono caratterizzati da un fortissimo impianto psicologico in cui normalmente i protagonisti si trovano ad agire nelle vesti delle vittime coinvolte, loro malgrado, in avvenimenti di pura angoscia creati da altri ovvero da loro stessi, dando il via ad eventi che si trasformano in veri e propri incubi nei quali tanto si sforzano di ragionare in maniera razionale tanto maggiormente sprofondano in un vero e proprio delirio.
Qui propongono invece un classico esempio di delitto della camera chiusa ma il risultato non è propriamente all’altezza della loro fama. In forza dell’ammirazione immensa che ho per questi 2 autori per tutto il romanzo ho cercato disperatamente il loro segno distintivo, il loro tocco personale generalmente immediatamente riconoscibile… ma nulla. Non l’analisi e lo studio dei personaggi di cui sono maestri, non le atmosfere lugubri e ossessive che me li hanno fatti adorare altrove (“I diabolici” “I vedovi” e “Mr. Hyde” soprattutto). Ne viene fuori un romanzo piccolo con una soluzione e dei personaggi non indimenticabili. Intendiamoci, non una schifezza ci mancherebbe. Un romanzo comunque da leggere, ma se personalmente lo raffronto con altre opere di questi 2 autori veramente rivoluzionari nel campo della letteratura gialla, finisco per considerare questo episodio più che altro un esercizio di stile fine a sé stesso.
Un Boileau - Narcejac senza suspense, senza personaggi torturati e senza atmosfere angoscianti ha quasi altrettanto interesse di un Hemingway senza alcool, senza sfide e senza corride.

Articolo di Allanon

Dettagli del libro
  • Categoria: GIALLI
  • Autore: Boileau-Narcejac
  • Editore: Giallo Mondadori Classici
  • Anno: 2009
  • Traduttore: Roberto Ortolani


4 commenti:

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Grandissimo Alberto, un vero pozzo di scienza per tutto ciò che ruota intorno al mystery classico (e non solo sia chiaro); mi fido dei suoi giudizi al 110%.
Sono molto contento che Corpi Freddi blog dedichi un angolo settimanale a questo genere che non morirà mai.

Martina S. ha detto...

Letto la primavera scorsa, non conosco altre opere di questi autori, ma nel giudizio su questo libro mi ritrovo con Al. E pure io sono contenta delle recensioni dedicate al giallo classico!

allanon ha detto...

Più giallo classico per tutti...(scherzo...."più libri belli per tutti" è meglio). Di questi 2 autori (che tra l'altro hanno scritto pure "La donna che visse due volte" di prossima lettura) "dovete" assolutamente leggere "I diabolici". Credetemi...un vero capolavoro di angoscia che sono sicuro piacerà agli amanti sia dei gialli classici che dei thriller moderni.

Marta ha detto...

Ah! Son loro che hanno scritto 'La donna che visse due volte?' Bel romanzo giallo-psicologico a mio avviso che pure meriterebbe una recensione :)