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sabato 29 ottobre 2011

Nel buio della galleria - Miles Burton (Polillo Ed. 2010)


Nel buio della galleria con l’ispettore Henry Arnold e l’amico geniale Desmond Merrion…

C’è stato un periodo nella storia del romanzo poliziesco in cui si faceva di tutto per infilare i morti ammazzati in un ambiente chiuso che più chiuso non si può. I più fortunati (si fa per dire) finivano i loro giorni su un’isola o dentro una splendida villa, ovvero dentro una splendida villa su un’isola, o su una bella nave da crociera. Alcuni dovevano accontentarsi di un misero battello o di una baita sperduta tra la neve, altri si ritrovavano stecchiti dentro un vagone ferroviario e perfino in ascensore. I più nella famosa camera chiusa da tutte le parti dove non ci sarebbe passato nemmeno un ago (e se fosse stato possibile anche in un cassetto del comodino) tanto che a volte la stessa camera chiusa è sospettata di essere essa stessa l’assassino (leggere, per credere, “I delitti della vedova rossa” di Carter Dickson, Polillo 2011). Sul treno, per esempio, sono avvenute una marea di morti violente. Basta sfogliare “Delitti in treno” di A.A.V.V., Polillo 2010, per rendercene conto. Tredici racconti di autori sorprendenti, tredici pezzi da novanta (Christie, Cole, Doyle, Crofts ecc…), tredici piccoli capolavori e più di tredici morti, a cui si aggiunge “Nel buio della galleria” di Miles Burton, Polillo 2010.
Miles Burton (1884-1964) è lo pseudonimo di Cecil John Charles Street che ha scritto una serie incredibile di romanzi polizieschi (anche quattro all’anno!), noti soprattutto per il personaggio di Lancelot Priestely, ex professore di matematica applicata che risolve i casi più difficili postigli all’attenzione dall’ispettore Hanslet.
Il personaggio che troviamo in questo romanzo è, invece, Desmond Merrion, collaboratore di Scotland Yard e, come tutti (o quasi) i romanzi del nostro, è costituito da una trama rompicapo dove i vari attori sono come “pezzi degli scacchi mossi da un abile stratega” (gli scacchi li cito sempre).
Giovedì 14 novembre il treno delle cinque di Cannon Street sta imboccando il Blackdown Tunnel, una galleria di circa due miglia e mezzo. A metà i freni vengono azionati con forza, il capotreno William Turner, per controllare eventuali inconvenienti, risale i corridoi fino ad arrivare all’ultima carrozza di prima classe, occupata da un solo signore che sembra stia sonnecchiando. All’arrivo alla stazione lo scuote gentilmente ma cade di lato. E’ morto. Morto ammazzato con il cuore trapassato da un proiettile di una pistola che porta le sue iniziali. Si tratta di Sir Wilfred Saxonby di Helverden “ricco uomo d’affari della City”.
Il treno ha rallentato per via di luci rosse viste dal macchinista nella galleria e ha ripreso la sua marcia dopo l’apparizione di una luce verde. Ad occuparsi del caso l’ispettore di Scotland Yard Henry Arnold, “una persona decisamente metodica”, che sarà poi coadiuvato dall’amico Desmond Merrion, criminologo dilettante (e dunque più furbo di lui).
Dapprima si pensa al suicidio, poi anche ad un possibile assassinio attraverso alcuni elementi che possono portare a questa pista, tra cui uno strano ed equivoco signore con barbetta osservato sul treno. Merrion “Quello che mi piace di questo caso è l’equilibrio delicato degli indizi” a favore o a sfavore dell’una o dell’altra possibilità.
Vari sospettati, un continuo sviscerare, analizzare, interrogare, dubbi (il portafoglio è o non è della vittima? Perché manca il biglietto ? ecc…), uno scambio di opinioni serrato tra i due amici, il pensare e ripensare, il controllare e ricontrollare. Praticamente un viaggio nella elucubrazione di dati e teorie, poco spazio dato alla caratterizzazione dei personaggi appena sbozzati. Ciò che conta è l’indagine in sé e per sé, il mistero da risolvere. Oltremodo difficile se Merrion ad un certo punto afferma che “siamo di fronte alla più incredibile cospirazione di cui abbia mai sentito parlare in vita mia, E diabolicamente ingegnosa, oltre tutto”.
Una storia fascinosa e nello stesso tempo fin troppo complicata soprattutto nella preparazione ed esecuzione del delitto che, per voler meravigliare a tutti i costi, a volte lascia perplesso anche il lettore stagionato (leggi sottoscritto e mi sono fatto un complimento).

Domani devo andare da mia sorella che abita ad Alessandria. Con l’espresso delle…delle…no, prendo la macchina. Non si sa mai…

Articolo di Fabio Lotti

Dettagli del libro

  • Formato: Brossura
  • Editore: Polillo
  • Anno di pubblicazione 2010
  • Collana: I bassotti
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 268
  • Traduttore: D. Pratesi
  • Codice EAN: 9788881543670

3 commenti:

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Certo che ormai l'angolo del Bassotto del sabato è un appuntamento irrinunciabile.
Prendetemi tutto, ma non il mio Bassotto.
Bravo Fabio, bella recensione.

Martina S. ha detto...

Ce l'ho in libreria da leggere, Fabio, ma il tuo commento "Una storia ... fin troppo complicata soprattutto nella preparazione ed esecuzione del delitto" mi scoraggia un po'. Le camere chiuse troppo macchinose lasciano perplessa pure me.

Anonimo ha detto...

Abbi coraggio, Martina, e affronta anche questa avventura! Mica devo essere il solo a patire...:)
Fabio