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venerdì 1 aprile 2011

Malastagione – Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli (Mondadori 2011)


Nella piazzetta di Casedisopra, su un lato la chiesa e di fronte il Comune, la prima sorpresa: i ciottoli levigati e arrotondati dal tempo erano stati sostituiti da un manto d’asfalto rammollito da un sole particolarmente caldo.

Casedisopra è il piccolo comune confinante con un bosco di castagni, situato nell’Appennino Tosco-Emiliano, terra cara a Francesco Guccini, dove si svolge l’indagine condotta dall’ispettore Marco Gherardini detto “Poiana”.
Tutto nasce dal racconto del vecchio cacciatore di frodo, occasionale, Adumas (nome affibbiatogli dal padre appassionato del romanzo “i tre moschettieri”, aveva tralasciato il piccolo punto dopo la A) che durante un appostamento per abbattere il cinghiale seguito e studiato da giorni, lo vede arrivare con in bocca un piede umano. Adumas rimane paralizzato e la preda scappa nella boscaglia. I paesani non credono alla storia e lo canzonano accusandolo di aver bevuto troppo.
L’unico a ritenere fondato il racconto è l’ispettore Marco Gherardini della forestale che avvia le indagini in sordina. Nessuno in paese è scomparso e non c’è traccia del cinghiale e del corpo mutilato.
Un incendio doloso del bosco convince Gherardini che qualcosa di strano sta accadendo e riprende le indagini con maggiore impegno. Da qui si intrecciano vari filoni e personaggi di indubbia serietà: un paese piccolo popolato da persone piene di segreti.

Devo dire che il libro è indiscutibilmente scritto in modo scorrevole, trasparente e lineare, troppo lineare e trasparente per essere un giallo. Troppo prevedibile. Solo alla fine gli autori tentano un colpo di coda ma è troppo tardi e devo dire che non brilla nella conclusione un po’ blanda. Quando entrano in scena i personaggi carismatici mi aspettavo spunti di protesta, come ha saputo fare il buon Guccini nella sua carriera canora. La figura di Marco Gherardini appare l’unica di sani principi, è nato nel paese è cresciuto nella foresta, la stessa che altri vogliono distruggere, ma anche questo tende a sfumare con il prosegui della narrazione. L’altra protagonista Francesca, che difende la sua proprietà non per il valore economico ma per quello affettivo, sembra un’altra figura forte ma viene abbandonata in un finale troppo affrettato, almeno per il ruolo che gli autori le hanno assegnato.
In conclusione la storia è intrigante, anche se si intuisce troppo presto chi è il cattivo, chi è il buono e chi è inserito per sviare i sospetti, ma ho avuto la sensazione che nel momento in cui Guccini e Macchiavelli avrebbero dovuto affondare la penna per marcare i personaggi, dare smalto alla parte cattiva della storia, anche sui principi morali, il tratto è rimasto sottile facendo perdere attenzione al lettore.

Articolo di Fabrizio "LaZecca" Zaino

Dettaglio del libro
  • Titolo Malastagione
  • Autore Guccini Francesco; Macchiavelli Loriano
  • Prezzo di copertina € 18,00
  • Dati 2011, 305 p., brossura
  • Editore Mondadori (collana Strade blu)

3 commenti:

AngoloNero ha detto...

Posso dissentire pur senza averlo letto? :)
Dissento a scatola chiusa :))

Martina S. ha detto...

Mai letto uno dei libri di Macchiavelli scritti insieme a Guccini, ma conosco abbastanza bene il Macchiavelli di Sarti Antonio. E i suoi gialli sono un po' così: in fondo non è solo la soluzione che conta, ma l'indagine in se stessa e le atmosfere che la permeano, gli umori dei personaggi e i loro pensieri. Comunque a me Macchiavelli piace proprio per questo suo modo di scrivere. ^__^

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Fabrizio, "Troppo lineare e trasparente per essere un giallo" "Solo alla fine gli autori tentano un colpo di coda ma è troppo tardi" ho finito di leggerlo da poco ed ho avuto la stessa sensazione, forse ho iniziato dal Macchiavelli sbagliato, magari dovrei leggere qualche romanzo con Sarti....

Filippo