"Le persone quando si toccano, soprattutto se involontariamente, in genere si guardano. Si scrutano con gli occhi, come per cercare di capire il perché di quel contatto non cercato e non voluto."
Giovanni Vigo, studioso del Purgatorio di Dante, si imbatte in una affascinante e misteriosa ragazza che lo porterà a scoprire un particolare giro di prostituzione gestito da una pericolosissima organizzazione. Con l’aiuto del suo migliore amico Vigo cercherà di far luce sul mistero che sembra avvolgere la donna.
Non è una Milano da bere quella raccontata da Gianni Canova in Palpebre, suo libro d’esordio. Ma una Milano grigia e spaventata dallo straniero che subito diventa il capro espiatorio perfetto per tutte le atrocità commesse.
Una Milano che tiene gli occhi chiusi. Che guarda senza realmente vedere.
Una Milano popolata da gente corrotta, da invidiosi, gli stessi che Dante descrive nel Purgatorio e ai quali veniva praticata come punizione l’accigliatura, ossia la cucitura delle palpebre come invito a guardarsi dentro
ché a tutti un fil di ferro i cigli fora
e cusce sì, come a sparvier selvaggio
si fa però che queto non dimora.
Un thriller con molte citazioni storiche e cinematografiche “zampilla zampilla il sangue dal collo dello yakuza giapponese decapitato dalla katana affilatissima di O-Ren…..e intanto il sangue scorre sgorga pulsa cola, rosso come succo di pomodoro, ma anche nero come quello che Black Mamba fa schizzare dai corpi decapitati dei suoi nemici…..” che ad un certo sembra quasi diventare un romanzo di fantascienza, ma che fa riflettere sulla nostra capacità di osservare, di guardare e vedere ciò che ci circonda e quello che abbiamo dentro.
Un romanzo che a mio avviso sembra più la sceneggiatura di un film, dove mancano molti di quegli elementi che considero fondamentali nella fare la differenza tra un thriller e un buon thriller, e cioè la caratterizzazione dei personaggi, che qui ad esclusione di Simmel, il miglior amico di Vigo, è molto superficiale, la suspence che ti spinge a sfogliare con avidità le pagine che portano alla fine del racconto e quell’ansia che mi prende ogni volta che chiudo un libro e spengo la luce per dormire.
Una prima parte molto intrigante e intensa, una seconda un po’ troppo splatter per i miei gusti, si riprende però alla fine, con qualcosa che forse non ci si aspetta. Un libro che farà discutere, di quelli che si amano o si odiano, senza lasciar spazio a mezze misure.
Un plauso a Gianni Canova perché in Palpebre emerge prepotentemente la sua grande competenza cinematografica.
Articolo di Mari
Dettagli del libro
- Autore: Canova Gianni
- Editore: Garzanti Libri
- Genere: letteratura italiana: testi
- Collana: Narratori moderni
- Pagine: 230
- ISBN: 8811741092
- ISBN-13: 9788811741091
- Data pubbl.: 14 gennaio '10
9 commenti:
Brava Mari, ma come già ti dissi il titolo non mi ispira e dopo aver letto trama e recensione dico che non fa per me!
Bravissima Mari, hai reso perfettamente l'idea!!
Debutto in corpi freddi con i fiocchi.
Relativamente a "Palpebre" devo dire che il romanzo mi affascina molto, tra l'altro Canova lo vedo spesso su sky e ne apprezzo la sua ottima conoscenza sulla materia cinematografica.
E quindi credo di capire le critiche e gli appunti espressi da Marianna.
Comunque voglio leggerlo.
Si sa che preferisco i thriller psicologici a quelli dove l'AVIS passa a raccogliere i litri di sangue versati in eccesso. Per cui penso che passerò oltre.
Molto ma molto brava Mari.
Bravissima Mari :) una recensione attenta, lucida, penetrante..continua cosi :D
Grazie ragazzi :-) non è la mia prima recensione pubblicata sul blog, ma la prima come membro della redazione e questo mi riempie di soddisfazione!!!
Brava Mari, perfetta......
Perfetto davvero, Mari: non hai detto né troppo né troppo poco.
Ma mi sa che pure io concordo con Marta: le cose splatter... non le digerisco :-)
Lo voglio!!!
Cercavo proprio un blog su cui potermi esprimere in merito a "Palpebre". Indubbiamente il libro più brutto, scontato e infantile che abbia mai letto...ed è strano...x' Canova è stato il miglior professore del mio corso di laurea. Si vede che c'è chi commenta, studia e analizza...e chi crea. Lui forse è meglio che si limiti al primo ambito. Uno splatter schifoso...misto tra Tarantino....e l'allievo che ha fatto hostel. Tutta roba già sentita, letta e vista. Zero storia...solo particolari raccapriccianti messi lì per catturare l'attenzione e coprire una pochezza narrativa totale.
Insomma....voto 3---
16 euro buttati
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