“.. E dalla sua bocca non usci mai un suono. Perché aveva quattordici anni ed era sicura che se avesse chiuso gli occhi avrebbe potuto vedere le stelle attraverso il tetto. Dio aveva il potere di concederle una cosa simile. Bastava che lo volesse. ..”
Non è solo parte dell’ incipit di questo romanzo , ma sono anche i versetti finali del primo capitolo dal titolo “l’avvento” ed è quasi impossibile dimenticarli fino alla fine del libro. Vi è racchiuso il cuore di una storia sorprendente , che si dipana tra le nevi natalizie di Oslo e la guerra sporca della ex-Jugoslavia.
Tra chi dispensa accoglienza e perdono e chi cerca e dà redenzione, tra chi nasconde una natura selvaggia sotto una maschera di mansuetudine e chi , cresciuto nel sangue, abbraccia la violenza come stile di vita e lavoro.
Uno sparo durante un concerto natalizio mette fine all’arroganza e alla spavalderia di Robert Eckhoff, membro dell’Esercito della Salvezza. Una morte che, seppure sia accolta come un atto di giustizia dal lettore, non ha un movente agli occhi dell’ispettore Harry Hole. Poliziotto fin nel midollo con un altissimo senso dell’onore, in lotta eterna con la bottiglia, con una capacità intuitiva ed investigativa degna di un Poirot o di uno Scherlock Holmes. Meglio ancora ..mi ha ricordato tantissimo Harry Bosch di Connelly. Cinico forse ma onesto, apostolo della redenzione piuttosto che del perdono. Un uomo sulle barricate, con un’ umanità schiva ma profonda ed empatica.
Il suo intuito lo porterà sulle strade di Zagabria, a caccia di un “uomo invisibile, Mali Spasitelj ( il Piccolo Redentore), il cui unico connotato accertato è una sciarpa rossa legata alla maniera croata. Come in quella guerra fratricida, la verità si nasconde nelle brame, nella gelosia e nel sangue versato di Caino.
Abele cerca le stelle attraverso un tetto, è umiliato e ricattato, è riverso in una pozza di sangue sulla strada, ha una dose in tasca ed un proiettile di un cecchino nella nuca. Abele ha una pistola e l'impugna come fa l'arcangelo della misericordia con la sua spada fiammeggiante. Abele è Caino ora. Chi perdona dimentica, chi è perdonato torna ad un' immacolata purezza, la redenzione è tutt'altra cosa, il più delle volte , Jo Nesbø docet, è scritta nel sangue. Oce Nas.. Padre Nostro..
Articolo di Daniela Contini
Dettagli del libro
- Formato: Brossura
- Pagine: 524
- Lingua: Italiano
- Titolo originale: Frelseren
- Lingua originale: Norvegese
- Editore: Piemme
- Anno di pubblicazione 2009
- Codice EAN: 9788838468858
- Traduttore: Giorgio Puleo
6 commenti:
Daniela riesce sempre a trasmettere l'intensità del libro, grazie.
Grandissima Daniela come al solito fantastica e originalissima nel recensire le opere.
Adoro Nesbo e lo considero un grandissimo talento.
Questo è il quarto romanzo della saga di Harry Hole (in Norvegia ne sono già stati pubblicati altri due più recenti)
Speriamo che la Piemme continui a spingerlo con costanza.
Consiglio a quelli che volessero avvicinarsi allo scrittore norvegese di partire con "Il pettirossso". La saga di Hole ha molti collegamenti, addirittura ci sono indagini parallele che si sviluppano in più romanzi.
Quindi siete avvisati!!!!
Recensione di gran classe!
http://www.frammentiarte.it/dal%20Gotico/Tintoretto%20opere/09%20Tintoretto%20-%20Caino%20uccide%20Abele.jpg
Concordo con Marta: ormai fin dalle prime righe mi dico "questa è una recnsione speciale".
E, visto come mi parlate bene di Harry Hole, dovrò decidermi a mettere in lettura Il pettirosso. Ce l'ho, ma dovrei avere giornate di 48 ore per leggere tutto!!!
Martina sono convinto che adorerai "Il pettirosso"
Ennesima conferma dello straordinario talento di Nesbo.
Un romanzo splendido, che scava nel dolore e ci mette di fronte alla redenzione.
Mali Spasitelj è un personaggio indimenticabile.
Ottima recensione, hai reso bene il legame tra Robert e Jon.
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