“«Si è completamente ritirata in sé stessa», disse Denison al cellulare. La voce dell’ispettore capo Weathers suonava frustrata.
«Che vuol dire? È ancora catatonica?» «Be’, tecnicamente no. Mostra un grave rallentamento psicomotorio, ma suppongo che per un profano il termine possa essere catatonia. Le ho prescritto degli antidepressivi, ma ci vuole un po’ prima che facciano effetto. Fra non molto potrebbe essere necessario ricorrere all’elettroshock, per scongiurare il rischio che muoia di inedia.» Denison osservava la camera di Olivia Corscadden attraverso una finestra. La ragazza era distesa su un letto d’ospedale, le lenzuola bianche ben rimboccate. Una flebo nel braccio le forniva i liquidi necessari per prevenire la disidratazione, ma per farla mangiare le infermiere dovevano imboccarla come una bambina piccola, con cucchiaiate di cibo ridotto in pappa.
Una metà finiva sul tovagliolo di carta che aveva sul petto; l’altra metà pareva riuscisse a ingoiarlo, come un automa, lo sguardo assente. Era una bella ragazza, pensò Denison, persino con l’occhio nero e il labbro spaccato. Per l’ennesima volta si chiese cosa poteva aver provocato una reazione così estrema.
Aveva assistito all’omicidio? Aveva dovuto lottare lei stessa contro l’assassino? L’identità del Macellaio di Cambridge era forse custodita in quella mente devastata?”
«Che vuol dire? È ancora catatonica?» «Be’, tecnicamente no. Mostra un grave rallentamento psicomotorio, ma suppongo che per un profano il termine possa essere catatonia. Le ho prescritto degli antidepressivi, ma ci vuole un po’ prima che facciano effetto. Fra non molto potrebbe essere necessario ricorrere all’elettroshock, per scongiurare il rischio che muoia di inedia.» Denison osservava la camera di Olivia Corscadden attraverso una finestra. La ragazza era distesa su un letto d’ospedale, le lenzuola bianche ben rimboccate. Una flebo nel braccio le forniva i liquidi necessari per prevenire la disidratazione, ma per farla mangiare le infermiere dovevano imboccarla come una bambina piccola, con cucchiaiate di cibo ridotto in pappa.
Una metà finiva sul tovagliolo di carta che aveva sul petto; l’altra metà pareva riuscisse a ingoiarlo, come un automa, lo sguardo assente. Era una bella ragazza, pensò Denison, persino con l’occhio nero e il labbro spaccato. Per l’ennesima volta si chiese cosa poteva aver provocato una reazione così estrema.
Aveva assistito all’omicidio? Aveva dovuto lottare lei stessa contro l’assassino? L’identità del Macellaio di Cambridge era forse custodita in quella mente devastata?”
La trama, seppur non originalissima, m'intrigava parecchio: un vecchio college inglese, brutali omicidi di ragazze, una testimone in stato catatonico che non dice una parola. Purtroppo le mie aspettative sono state in parte deluse. Dopo un inizio promettente, la storia ha preso una piega che non mi è piaciuta molto, anzi, l'ho trovata irritante. Da lì in poi è stato un susseguirsi di momenti intriganti e anche divertenti a momenti noiosi e un po' improbabili. La sufficenza, Il college delle brave ragazze, se l'è guadagnata con il finale, che mi ha lasciata sconcertata e disgustata. Devo anche ammettere che le opinioni su questo libro sono molto contrastanti, ad alcuni invece è piaciuto in maniera spasmodica anche nelle parti più cruente.
C'è da dire comunque che l' autrice, Ruth Newman, anche se è al suo esordio, ha riscosso in patria un buon successo e ha messo tutta la sua professionalità e tutti gli studi fatti anni prima per montare il romanzo.
L' amore per la psicologia e la criminologia, entrambe dopo averle studiate al King's College, di certo l' ha aiutata nella stesura degli intrighi di questo thriller psicologico che vede tra i protagonisti, Matthew Denison, uno psicologo che cerca in tutti i modi di trovare questo serial killer, Il Macellaio, prima che faccia altre vittime all' interno del college e che fa scattare una guerra di menti tra lui e Olivia una ragazza dolce e timida che entrando all' Ariel College di Cambridge ha messo alle spalle le sue origini modeste e la brutale realtà della periferia londinese dove vive.
Peccato solo che sia distesa in una camera d' ospedale in stato catatonico...
Ok, basta spoilerare... buona lettura per un romanzo che di certo non si dimentica facilmente.
Articolo di Linda80
Dettagli del libro
- Autore: Newman Ruth
- Editore: Garzanti Libri
- Genere: letterature straniere: testi
- Collana: Narratori moderni
- Pagine: 313
- ISBN: 8811686334
- ISBN-13: 9788811686330
- Data pubblicazione: 4 Jun 09
9 commenti:
Boh...nonostante si sentano in giro pareri contrastanti a me questo romanzo m'ispira di brutto...sarà per l'ambientazione e le tematiche!!!
Brava Linda, precisa come al solito.
Sì, l'ambientazione ispira, ma, se volete leggere un ottimo giallo ambientato in un college, leggete SCUOLA OMICIDI della George!!! Tra l'altro, Killer, sarebbe il prossimo nella tua sequenza di lettura dell'autrice.
Comunque una possibilità a questa nuova autrice la dò: spero di trovare il libro in biblioteca.
Veramente il merito non è solo mio... vero Enzo???
@ Martina
Scuola omicidi sarà una delle mie prossime letture!
Trama intrigante, ma le tue perplessità ed argomentazioni mi dicono di passare oltre :)
Ovvio che "Scuola omicidi" della George è una delle prelibatezze che mi attendono prossimamente.
Non me ne voglia la Newman ma se dovessi scegliere tra uno dei due non avrei dubbi.
E' un libro che m'ispira tantissimo: 2 o 3 mesi fa l'avevo visto sul Libraio... e l'avevo messo subito in lista dei desideri... prima o poi me lo prendo :-))))
Splendida recensione Linda e nonostante le critiche al romanzo, a me ispira tantissimo, se lo troverò potrebbe essere uno dei prossimi acquisti, rientra nei miei generi preferiti.
Ottima notizia Martina per quanto riguarda "Scuola omicidi", ce l'ho ma non avevo ancora letto la trama! Che ne dici Killer se entro la fine del 2009 ce lo leggiamo di nuovo insieme? Purtroppo "La miglior vendetta" l'ho letto al mare, senza pc per giorni anche dopo, distratta dal trasloco e forse per questo non apprezzato (anche se mi è piaciuto e molto) come magari meritava o con una soglia di attenzione maggiore.
Diciamo che darei al primo letto dell'autrice un bel 10 e lode e al secondo un meritevole 7 + :)
In attesa non lontana di leggere appunto il terzo della serie...
gran libro. Iniziato a leggerlo 'per lavoro', quindi con scetticismo assoluto sia per l'ambientazione che per l'autrice (esordiente) mi son dovuto ricredere pagina dopo pagina, sbalzato dai continui ribaltamenti prospettici che inducevano a individuare una volta un colpevole, una volta l'altro. Il tutto con una perizia (indizi sparsi che intrigano, fuorviano, spiazzano) sia tecnica che scientifica (le conoscenze dei vari disturbi dissociativi) non da sciocco telefilm americano ma da studiosa vera come in effetti è.
Perplessità sull'impiego del doppio piano temporale ma nel complesso il risultato è uno dei migliori libri gialli letti negli ultimi 5 anni -escludendo forse la vargas che fa storia a sé.
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