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mercoledì 4 marzo 2009

Survivor - Chuck Palahniuk


Chuck Palahniuk è uno di quegli scrittori che è impossibile non “temere”. Sì, ribadisco: “temere”. Questo autore si spinge là dove molti altri non sono mai lontanamente riusciti ad arrivare, ovvero al limite della coscienza umana. E questo romanzo, “Survivor”, è una prova concreta del suo immenso e disarmante talento.

Partiamo dalla delirante trama, la quale vede come protagonista l’ultimo sopravvissuto di una rigorosa setta religiosa americana. Un uomo deviato, mentalmente devastato, che lascia scorrere la sua vita tra incontri terrificanti e lavori dei più disparati, e che si riduce a raccontare la sua storia alla scatola nera di un aereo privo di passeggeri.
Ecco, già da queste informazioni è facile comprendere quanto questo romanzo sia allucinato, irriverente e socialmente destabilizzante.
Palahniuk ha molti assi nascosti nella sua manica, e, uno dopo l’altro, li getta sul banco da gioco per mettere insieme un diabolico conto alla rovescia, un testamento folle di un essere folle, nel quale si rincorrono una quantità infinita di informazioni sui lavori più umili, sulle droghe e le varie dipendenze che hanno “steso” la così tanto invidiata società americana.

Survivor” è un romanzo che si legge tutto d’un fiato, veloce, velenoso, irto di spine come un lungo gambo di rosa. Nozioni su nozioni, piccoli particolari quotidiani grazie ai quali distruggere la “perfezione dell’uomo medio”, riti e affari religiosi degni di un manicomio, un amore insano che segue le tracce di un viaggio delirante tra umiltà e l’improvvisa ricchezza e un successo inaspettato. Palahniuk riempie questo romanzo di voci e aneddoti deliranti, e con il suo occhio critico affonda senza pietà il coltello nella carne greve di un popolo i cui usi e abusi vengono messi allo scoperto e denudati della loro patinata copertina.

Non si può non amare un romanzo del genere. “Survivor” diverte, stupisce, terrorizza, ma soprattutto fa riflettere. Palahniuk, come spesso accade nelle sue opere, grazie al suo stile eccentrico e caotico, farcito da centinaia di informazioni di “uso comune”, riesce a dipingere una storia unica, impossibile da imitare e dimenticare, e grazie ad essa conduce il lettore ove mai nessuno vorrebbe andare a cacciarsi, ovvero il baratro oscuro in cui si mischiano vergogna, delusione, illusione delle fede, dolore mentale e la foga distruttiva che anima tantissime anime.
Da leggere, assolutamente!

Articolo di Deathline

Dettagli del libro

Formato: Tascabile
Pagine: 289
Lingua: Italiano
Titolo originale: Survivor
Lingua originale: Inglese
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2003
Codice EAN: 9788804521372


8 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarà sicuramente il prossimo Palahniuk che leggerò!
Blueberry

Anonimo ha detto...

Non ho mai letto questo autore: ne ho sentito parlare da alcuni benissimo, da altri malissimo e non so esattamente dove collocarlo. Ma ho la sensazione che romanzi come questo, tra l'altro analizzato e descritto benissimo, mi destabilizzino un po' e mi lascino troppa angoscia alla fine della lettura. A voi succede?

Scéf ha detto...

io di suo ho ninna nanna suggeritomi dalla grande Carol, ma questo è un altro dei papabili..
bravo death

Stefania ha detto...

Bellissima recensione death. la foto dell'autore mi inquieta O_o. Di suo ho provato un paio di anni fa Invisible Monsters, ma superata la pagina 100 ho dovuto regalarlo via. Come per Palazzo (anche se non ha mai letto niente di suo) sentivo che non era un autore nelle mie corde, ho voluto provarlo al di là di qualsiasi pregiudizio, ma purtroppo il genere non mi prende (molto, troppo nichilista) e dato che ho tanti autori da leggere, per ora C.P. non rientra.
Potrebbe uscire comunque una bella discussione in merito, perché ho notato che Chuck o piace o non piace, io non riesco a leggerlo semplicemente per lo stile, i continui rimandi avanti e indietro e la punteggiatura...

Anonimo ha detto...

Mi ero persa questa recensione, mannaggia!! Ci tengo a precisare che io Chuck lo adoro! Non come King ma quasi e i suoi libri per me sono un calamita dopo aver letto Invisible Monsters, Soffocare, Ninna nanna (leggilo bodynoooo!! :D ) e Cavie!Non mi ha mai deluso e trovo irresistibili la sua ironia, il suo cinismo ma soprattutto il suo essere completamente fuori dagli schemi... E vista la recensione stupenda di Death, penso proprio che Survivor sarà la mia prossima vittima Palahniukiana!

Marta ha detto...

Quest'autore per me è totalmente sconosciuto, nè sono molto incuriosita. L'ottima recensione di Death, mi spinge a colmare questa lacuna. :)

Matteo ha detto...

Pahlaniuk certamente è un autore che si differenzia dalla massa. Per stile, soprattutto. Che solitamente è quello che rende unico o perlomeno originale uno scrittore. Devo dire che per quanto mi sia piaciuto Soffocare, è uno scrittore molto ostico, che o si ama o si odia. Dovrei leggere di piu' di suo pero' per dare un giudizio piu' completo.

uedra ha detto...

la scena dell'aragosta.
la scena dell'aragosta.