_

domenica 9 gennaio 2011

Un fantasma si aggira per l’Europa… - Fabio Lotti


Un fantasma si aggira per l’Europa: il Malloppone scandinavo. A dir la verità più che un fantasma risulta una entità bene in carne ed ossa. Robusto, impettito, strafottente il Malloppone è sceso giù baldanzoso dai freddi sentieri nordici con la lancia in resta e con una fanfara mediatica stratosferica ha conquistato i paesi più vicini, ha scavalcato, novello Annibale, le Alpi e si è riversato nelle nostre pianure tutto saccheggiando e distruggendo. Ha attirato folle entusiastiche di lettori con i suoi cieli puliti e tersi, il bianco candore della neve, il silenzio immenso dei suoi immensi paesaggi. Una realtà, una società che agli occhi del popolo occidentale-sudista (almeno di una parte) si credeva incontaminata e pura, viene macchiata improvvisamente dal male, dal delitto, dal sangue. Il Malloppone ne rivela impietoso i suoi lati oscuri, entra nel profondo dei personaggi, li sviscera, ne porta alla luce le storture e i terribili segreti. Incuriosisce, attrae, vince e stravince. E allora contro di lui tutto un vociare e un maledire di scrittori e pseudoscrittori che denunciano una letteratura spesso faticosa (anche solo a sfogliarla), ripetitiva e uguale a se stessa riversata in un monotono, sciapito cliché. Diventa il parafulmine di tutte le nostre paure, dei nostri limiti, il capro espiatorio di mille delusioni, frustrazioni e sconfitte.
Il fatto è, signori miei, che oggi la concorrenza si è fatta spietata, tutti pretendono (giustamente, perché ognuno deve avere i propri sogni) di buttar giù romanzi polizieschi, intesi in senso lato, in una realtà già satura di romanzi polizieschi. Ho letto l’articolo di Stefano Di Marino “Siamo tutti scrittori?” dal cui titolo si evince una certa preoccupazione di fronte ad un fenomeno in strabordante crescita. Tanti scrittori, pochissimi lettori. E tanti scrittori che maledicono il Malloppone scandinavo come fosse la causa di tutte le loro avversità.
Sul blog del giallo Mondadori, in un topic, alla fine di una velocissima disanima, rivolgendomi ai nostri giovani facitor di parole, ho gridato un “Arrangiatevi!”, che potrebbe essere interpretato in maniera errata. Quell’”Arrangiatevi!”, a prima vista un po’ superbo e scostante, vuole essere un invito, invece, a non demordere, a non lasciarsi andare, a credere in quello che si fa, testardi e cocciuti nelle proprie convinzioni. Ad essere attivamente pazienti. A ricercare nuove soluzioni che possono attrarre e convincere i pochi lettori rimasti.
Il Malloppone scandinavo va vinto con le nostre armi, con la nostra passione e la nostra intelligenza. Solo così un giorno potremo scrivere che i resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti giallistici del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza (la mi’ nonna!). Che un po’ di sorriso fa sempre bene.

Articolo di Fabio Lotti

10 commenti:

Martina S. ha detto...

Beh, fantastica la metafora del Malloppone scandinavo che s'aggira per l'Europa, come fantastica l'immagine iniziale che illustra l'articolo.

Anonimo ha detto...

Per favore un complimento al mio nipotino Jonathan!!!
Fabio

Mario Leoncini ha detto...

Bravo Fabio, come al solito articolo godibilissimo.

Anonimo ha detto...

Riporto quello che Stefano Di Marino ha scritto sul suo blog molto interessante.
Grazie della citazione, Fabio. Ho cercato di postare il commento su Corpi Freddi ma le formalità di registrazione finiscono per farmi perdere la pazienza… possiible che non sia possibile scrivere come qui mettendo semplicemente nome e indirizzo mail?
in ogni caso il mio commento è questo.
"In effetti convengo con la tua analisi. per quel che riguarda la mia opinioone rimando a quanto espresso nell’articolo cui sopra . Il problema è che sono profondamente convinto che la maggior parte degli autori che arriva a pubblicare magari con editori piccoli o persino a pagamento, mascheri da giallo o da thriller storie che (forse) potrebbero avere una collocazione in una diversa collana ma sono accostate alla narrativa del brivido solo nella speranza di vendere qualche copia in più. Purtroppo di giallo(in qualsiasi sua declinazione) mi pare che questi ‘autori’che si considerano dei grandi magari con un paio di titoli in un cataloghino, ne sappiano davvero poco. Ora mi sembra chiaro che ci sono più scrittori che lettori, ma quei pochi che leggono(e fanno bene a fare solo quello) rappresentano un pubblico esigente. Lo so, suono antipatico e supponente. Però mi sono realmente stufato di dover far la guerra con grandi e piccini per sopravviere dopo vent’anni che faccio questo lavoro".
Ringrazio Stefano.
Fabio Lotti

Dario "Santo Ludico" Bertini ha detto...

Il 2010 ha "scoperto" la Scandinavia, per il 2010 sono in lizza i paesi Balcanici, i colli pre-uralici ed una terza zona a tua scelta...ehheheh...il marketing impera ovunque, purtroppo...

Briciole di tempo ha detto...

Io temo il Malloppone scandinavo, lo evito come la peste...
Articolo interessante Fabio, fino a qualche anno fa ero molto esterofila, ultimamente ho scoperto scrittori italiani di tutto rispetto. Purtroppo le piccole Case Editrici non riescono a star dietro a quelle più grandi e libri di pregio vengono ignorati di fronte a tomi rivestiti da fascette gialle che riportano numeri o commenti esagerati....
Condivido il tuo "Arrangiatevi" e spero di trovare sempre più italiani in libreria!

Anonimo ha detto...

Forse il problema non è il Malloppone scandinavo in sè - uno scrive quello e quanto che gli pare, ovviamente - ma il fenomeno editoriale secondo cui devi per forza avere uno svedese, un danese o un finnico in un catalogo di thriller, andando a riesumare mummie e opere di dubbia qualità. Perchè se un romanzo è buono, è buono, chi se ne frega se l'ha scritto uno scandinavo, un inglese, un cinese o un puffo (per Jonathan. A Niccolò piacciono un sacco...). E, di questi tempi, mi pare che dal Nord arrivino, come giustamente sottolinei, Mallopponi, tomi che Napoleone usava contro Wellington a Waterloo, opere prolisse e non particolarmente originali o godibili. Ed è questo, sempre, il problema. La pecoraggine degli editori che credono bovi i loro lettori - sarà vero oppure no? - e la loro incapacità, salve alcune pregevoli eccezioni come la Meridiano Zero, di fare scouting.

Andrea (Pegasus Descending)

Anonimo ha detto...

Come facitore del pezzo sono contento e ringrazio gli intervenuti. Come nonno sono demoralizzato. Nemmeno un complimento a Jonathan. Così non si fa.
Fabio

Anonimo ha detto...

Ci tengo a colmare la lacuna nei commenti: Jonathan è proprio un gran bel giovanotto ^.^
Gloria

Anonimo ha detto...

Cara Gloria ti avrò sempre nel cuore...:)
Fabio