Prendere un capolavoro come la tragedia Shakesperiana e renderla una sorta di black-comedy è possibile? Si, “FOOL” (titolo che riprende il “Fool” shakespeariano, una sorta di clown o giullare, personaggio di bassa lega sociale capace, oltre che di offendere attraverso la parola, anche tramite abilità teatrali di insinuare dubbi e riflessioni nella mente di personaggi facoltosi) ha fatto centro. Partiamo da una premessa generale a tal proposito: fare sarcasmo, fare parodia, fare humour e soprattutto fare breccia nello spirito di chi legge, non è impresa da poco.
Bisogna avere del talento per farlo e quel sano seme di follia senza il quale altrimenti non si potrebbe neanche raggiungere il germoglio di un’idea come questa. Christopher Moore è per certi versi un FOOL, a cui va data carta bianca, ed è già da diversi anni un po’ il portabandiera in parecchi angoli del mondo (Stati Uniti, Germania, Giappone) di un genere non genere, che non ama definirsi in alcun modo perché è di fatto improponibile tracciare dei confini piu’ o meno netti entro i quali collocarlo.
Ma anche perché, forse, uno dei segreti del suo successo è racchiuso proprio nella sua anarchica carta d’identità che vuole mantenersi tale, libera e indipendente da imprigionamenti di genere.
Forse lo stesso Moore gioca e ama divertirsi in tal senso, su questa anonimia letteraria, perché il suo stile, parecchio ben oltre una scrittura pudica e lirica, per usare un eufemismo, ha una libertà di movimento quasi infinita e incontrollabile, che gli permette di plasmare, modellare e costruire l’intera struttura del romanzo.
Un altro punto su cui soffermarsi sono le idee che riesce a scovare e da cui prendere spunto, a partire però, come da lui espresso in piu’ di un’intervista, da quelli che sono i temi che piu’ lo intrigano in un determinato momento ed ecco che allora passa intere giornate a informarsi leggendo quintali di libri e visionando chilometri di filmati su un tema specifico. Per poi pa rtorire il proprio libro, non lasciando nulla al caso.
Ed ecco che così, facendo riferimento almeno alle opere uscite in Italia, dopo aver raffigurato la Morte, rirappresentato l’Angelo attraverso un costume inusuale, riscritto i Vangeli e disegnato una folle storia d’amore tra vampiri, ha deciso di allargarsi alla letteratura come elemento di ispirazione, prendendo spunto niente meno che da William Shakespeare e la sua tragedia su Re Lear. Lo spunto letterario da il via a un mondo folle, tragicomico, travolgente, nero e inquietante per certi versi, che attirerà il lettore in una spirale di sesso, omicidi, mutilazioni e tradimenti gratuiti cadenzati da una volgarità comica che potrebbe infastidire, specialmente un lettore impreparato e poco documentato, così come diversamente creare solamente tanta ilarità che strappa spesso sorrisi ma anche vere e proprie risate roboanti.
E per quanto concerne i personaggi, ad esempio non si potrà non amare Taschino, così come provare una sorta di compassionevole simpatia per Dr ool e una certa velenosa antipatia e contrarietà per Regan e Goneril, le due figlie del Re Lear che scateneranno un vero e proprio pandemonio, al pari del Matto Taschino, agile, piccolo, arguto, sarcastico intrattenitore di castello, in grado di usare il linguaggio in perfetto stile come l’abilità con cui maneggia i coltelli. Tutto prende vita dalla decisione di Re Lear di assegnare fette di terreni e possedimenti alle tre figlie, Regan, Goneril e Cordelia e la parte piu’ sostanziosa verrà garantita a chi saprà dimostrargli un sentimento d’amore e attaccamento di maggior forza e intensità, a patto che ciascuna di esse trovi un marito degno con cui unirsi in un legame eterno.
Soltanto che non tutto andrà per il verso giusto, perché Cordelia, suo malgrado, verrà ripudiata dal padre, incapace a differenza delle sorelle, ad abbassarsi a un’adulazione tanto falsa e non sentita.
Cosi’ da questo punto in poi Cordelia viene data in sposa senza dote al “fottuto Re di Francia” e i guai prendono un avvio burrascoso, contro i quali tenterà di porre rimedio proprio il Matto, Taschino. Ma tra un re che impazzisce , violenze sanguinarie raccapriccianti, adulteri continui, progetti sotterranei di complotti e incantesimi, nulla sarà più come prima, anzi tutto assumerà i contorni di una rivoluzione della scena rispetto a quanto è stato disegnato in origine.
E chissà se alla fine Taschino, tra un’avventura e l’altra, senza un attimo di tregua, tra una “trombata e l’altra”, tra fiumi di sangue e complotti orditi, riuscirà a fare sua quella Cordelia, di cui è da sempre innamorato perso…
Articolo di Andryi
Dettagli del libro
- Autore: Moore Christopher
- Editore: Elliot
- Genere: letterature straniere: testi
- Collana: Scatti
- Pagine: 336
- ISBN: 8861920942
- ISBN-13: 9788861920941
- Data pubblicazione: 2009
10 commenti:
Una delle penne più analitiche e precise del nostro blog. E' da un pezzo che, grazie alle recensioni di Matteo, desidero leggere Moore. Devo provvedere quanto prima.
Grandeee Matteo bellissima recensione..il mio portafoglio non piange ormai..è totalmente disperato..ma questo libro lo metto senz altro in wish list..:D
Bravissimo Matteo! anche io nel prossimo anno devo assolutamente mettere in lettura Moore, grazie a Matteo per le sue bellissime recensioni!
Così come il mio amico Frankie è il Picasso del Blog (a proposito - protesta ufficiale :))) - a quando una sua recensione su questi schermi)Matteo scrive così bene e con competenza che mi ha ricordato, con questa superba recensione, Johann Heinrich Füssli nel suo quadro più famoso "Incubo".
http://it.wikipedia.org/wiki/File:John_Henry_Fuseli_-_The_Nightmare.JPG
Ringrazio Andryi per la recensione ma anche Lofi per avermi fatto rivedere il quadro.
Fabio
Quanto vi devo ragazzi? Una cena a ognuno? Ahaah.
A Fussli? Wow. Si ma a te altro che una cena devo. Sei quasi esagerato. Grazie mille comunque Lo':-)
Moore l'ho letto tutto in questo 2009. Non posso far altro che eleggerlo come lo scrittore del mio 2009.
vi dico solo che i libri di moore che ho sono stati presi per le recensioni lette di Matteo...
non sò se odiarlo o amarlo :D
Quando uno è bravo è bravo. Punto. Questa idea di associare un quadro alle recensioni mi piace assai. Mi sa che la ripropongo.
Enzo, se poi non ti garbano al prossimo incontro che avremo non buttarmi sotto CASUALMENTE un bus o lanciarmi una palla di neve d'acciaio in testa eh:-)))Comunque amami, che anch'io ti amo ahahaha.
@Lo'
Stupenda davvero l'idea di associare un quadro a un libro. Potresti pure farti una rubrica da qualche parte:-))
L'unica maniera per non comprare i libri che recensisce Matteo è EVITARE di leggere la recensione.
In caso contrario la frittata è fatta.
Bravissimo
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