È passato tanto tempo da Chiamami Buio e da quell’odore di marciume che emanava una storia pregna di violenza, corruzione e malcostume, ma finalmente Massimo Rainer è tornato a colpire in pieno stomaco i suoi lettori con un romanzo breve (o racconto lungo) pubblicato direttamente in ebook per il marchio Mezzotints, ormai lanciato a candidarsi come punto di riferimento degli appassionati di lettura elettronica.
Con Limite Ignoto, Rainer ci porta in una metropoli anonima in cui si erge, come una cattedrale nel deserto, un gigantesco carcere che somiglia tanto alla porta dell’inferno; nelle sue sale spoglie e fredde, un avvocato fa visita a un giovane detenuto slavo accusato di un reato terribile, andando incontro a una vera discesa negli inferi dove il passatempo preferito sembrerebbe lo scambio delle parti.
Qual è il ruolo di ognuno di loro all’interno di questo diabolico meccanismo?
Chi conosce l’autore e ne ha apprezzato le precedenti pubblicazioni (il già citato Chiamami Buio e il precedente Rosso italiano) sa bene quanta forza abbia lo stile di Rainer, libero da qualsivoglia zavorra buonista o politicamente corretta, ma qui l’autore sembra compiere un ulteriore passo in avanti raccontandoci una storia morbosa e perversa, in cui l’animo umano e le sue aberrazioni mettono i brividi.
La forza dei personaggi, anche quelli secondari (basti pensare al capo delle guardie della prigione) straborda dalle pagine scritte, facendosi carne viva, e le vicende in cui sono coinvolti ci colpiscono come il peggiore dei colpi da K.O.
Seppure nella sua brevità, Limite Ignoto è un’opera che non lascerà indifferenti: alcuni la ameranno, altri la odieranno, incapaci di accettare la sporcizia che Rainer tira via da sotto il tappeto, ma tutti la leggeranno d’un fiato, incazzandosi, sorridendo, indignandosi e aspettando il colpo di scena finale che, seppur intuibile a una lettura certosina, riserverà l’ennesima sberla in faccia.
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