"Ben si domandò che cosa ci volesse per diventare curatori della propria vita, come aveva fatto suo padre in quel luogo. Che sensazione si provava a raccogliere e scegliere gli oggetti e le storie che dovevano andare nel tuo gabinetto delle meraviglie? Lui come l'avrebbe fatto? Poi pensò alla scatola-museo, a casa propria, ai suoi libri e alla stanza segreta, e comprese che lui stesso aveva già cominciato a farlo. Forse, si disse Ben, siamo tutti dei gabinetti delle meraviglie"
La stanza delle meraviglie è una mezza meraviglia. Mezza, perché secondo me è lontanuccio dall'essere quel capolavoro totale di Selznick che è stato Hugo Cabret (e meglio ancora, secondo me, è stato il lavoro fatto da Scorsese e dal suo team per il film). Anche qui è pieno di storie, che si intrecciano, viaggiano parallele e per puro caso si incontrano (?)(ma si scopre che sotto sotto il caso era che non si sarebbero mai incontrate). Anche qui a muovere la narrazione è la ricerca di qualcosa, o meglio di qualcuno, che si è saputo esistesse anche qui quasi per caso, per un indizio, piccolo, capitato involontariamente nelle mani del nostro piccolo ragazzino che è costretto a crescere in fretta e a diventare presto uomo con tutte le conseguenze del caso. Anche qui, la narrazione si sdoppia: per Ben, il ragazzino, la storia è narrata abbastanza convenzionalmente attraverso le parole. Per Rose, invece tutto viene lasciato al disegno, muto come sordi e muti sono entrambi i personaggi che li separa circa cinquant'anni di vita ma accomunati da molto più di quanto si creda (e mi direte, per forza c'è qualcosa che li farà incontrare, altrimenti il libro non avrebbe senso!in parte giusto ma non cosi' del tutto scontato, a mio modo di vedere).
Leggendolo mi son fermato spesso e volentieri sul disegno, che secondo me parla e racconta molto di più e meglio delle parole. Perchè Selznick è amante del dettaglio, della tecnica dello zoom in avvicinamento, intende far parlare più che mai qualsiasi cosa venga disegnata per mano sua. E' uno stile che può piacere o non piacere, io lo trovo estremamente affascinante, perché disegna perfettamente il clima che si respira suggerendone spesso e volentieri la direzione che prende e prenderà il racconto al lettore senza tuttavia togliere curiosità e sorpresa. E' una tintura, a livello prettamente stilistico, solo molto apparentemente rarefatta (e infatti è tutt'altro che cosi'), sembra essere piuttosto grigia (al di là della colorazione)come tonalità narrative ma in realtà nasconde una ricchissima concentrazione di poesia, di bellezza intima e segreta che non può non arrivare a chi legge.
Dicevo, è un libro mezzo-meraviglioso perché non ha l'intensità costante e costantemente piena, strabordante, magica di Cabret ma è comunque meraviglioso perché aggiunge un elemento fondamentale che in Cabret non c'è: l'inserimento di una mancanza fisica, di un handicap, come l'assenza dell'udito e della parola, che toglie molto nel contatto con il mondo, con gli altri, anche con se stessi di fatto rendendo chi ne è purtroppo affetto isolato e sempre in preda a un forte disorientamento, ed è un tema verso il quale bisognerebbe prestare maggiore attenzione da chi ha il potere di scrivere e disegnare, e di conseguenza comunicare a una larga fetta di lettori che ti seguono con passione. E' un impegno forte, concreto, che sotto forma di racconto magico, può smuovere tante coscienze, tante sensibilità, tante attenzioni. E anche questo va dato atto a Selznick di avercela fatta.
Poi che dire ancora, circa a 3/4 o poco più dalla fine, dopo una prima parte carina ma certo non esaltante, scoppia di bellezza travolgente ma non posso dire altro altrimenti spoilerizzo troppo. Quando si intuisce che qualcosa sta per accadere, che qualcosa di nascosto sta per venire a galla, ecco che la narrazione prende una piega decisamente più intrigante, coinvolgente rispetto a un attacco iniziale forse un po' povero e freddo. Mi auguro che anche per questo libro qualcuno si mobiliti per farne un film, perché con la regia giusta, gli interpreti giusti, un degno team capace di pensare alla scenografia e alla fotografia giusta, può scapparci un altro piccolo capolavoro del grande schermo adatto sia per i grandi che per i piccini non tanto piccini che hanno ambizioni di crescere abbastanza in fretta senza tuttavia bruciare le tappe.
Articolo di Matteo "Andriy" Spinelli
Dettagli del libro
- Titolo del Libro: La stanza delle meraviglie
- Autore : Brian Selznick
- Editore: Mondadori
- Collana: I Grandi
- Data di Pubblicazione: Maggio '2012
- Genere: letteratura per ragazzi
- Pagine: 649
- ISBN-10: 8804616709
- ISBN-13: 9788804616702
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