La regista di documentari Dana Barr si trova a Gibuti per realizzare un documentario sui pirati che da sempre infestano le acque della zona arricchendosi con i riscatti del sequestro di navi mercantili. Insieme a lei c’è Xavier LeBo, un cameraman afroamericano dannatamente alto, conosciuto per caso, una sera mentre cenava da sola e che da allora è la sua ombra. Il suo aiuto in questo caso è più utile che mai visto che Xavier è anche un ottimo marinaio. A Gibuti però la vita non è facile, o meglio potrebbe sembrarlo ma è tutta apparenza. Una moltitudine di personaggi intersecheranno la loro strada con quella di Dana e Xavier, a prima vista ottimi ingredienti per dare il giusto spessore alla storia, e invece...
E invece il romanzo non decolla! Verso la fine si riprende un po’, scuotendomi dallo stato di dormiveglia che mi ha procurato per tutta la durata della lettura, ma a volte neanche un discreto finale riesce a risollevare le sorti di un libro. La storia è scialba, senza spessore. Non c'è mordente, niente che ti faccia venir voglia di divorarlo in qualche ora o magari non uscire per vedere come va a finire. L'unica nota di merito sono i dialoghi, molto cinematografici. Da qui si capisce che lo stile c’è, che a scrivere non è certo un novellino, però la trama è troppo fiacca per i miei gusti. Peccato.
Peccato perché è il primo romanzo di Leonard che leggo e considerando il gran seguito di estimatori che ha le mie aspettative erano veramente alte. Questo però non significa che non leggerò altro di suo, perché ha una bibliografia veramente interessante e vasta, Get Shorty, Be Cool, Out of Sight e Quel treno per Yuma, tanto per citarne alcuni. Insomma se è lo scrittore preferito di Tarantino un motivo ci sarà. Per quanto riguarda Gibuti sembrerebbe esserci un interesse da parte di Morgan Freeman per il ruolo di Xavier LeBo, lo stesso attore starebbe cercando di convincere Tarantino a dirigere il film.
E’ un libro che mi sento tranquillamente di consigliare ai fan di Leonard perché comunque conoscendolo potrebbero apprezzarlo molto più di me, invece chi si avvicina allo scrittore per la prima farebbe meglio ad iniziare con un opera più famosa.
“Jama nuotò su un fianco per non più di venti metri, poi posò i piedi sul fondale e raggiunse la spiaggia camminando. Aveva la borsa, la pistola, i soldi – che doveva ancora finire di contare – e il passaporto, che forse poteva gettare via senza neanche guardarlo. Avrebbero identificato quel bianco e messo il suo nome sulla lista nera. E lui doveva asciugarsi bene bene, prima di unirsi ai ragazzi sotto la tettoia, quella casa d'erba. Magari fosse davvero stata d'erba. Ti rendi conto farsi una canna in attesa del taxi. Sussurrare all'orecchio di Jackie...Farsi venire in mente qualche figata che quella soldatessa non aveva mai sentito prima. O restare sul semplice, chiederle se aveva voglia di scopare. Era convinto che alle ragazze tatuate piacessero i tipi diretti.
Già si vedeva togliersi i vestiti nella casa d'erba e sedersi nudo ad aspettare che gli altri si svegliassero. Che cazzo, ma cosa te li togli a fare?tra un po' sono asciutti.
Dopo di che, tornarsene a Gibuti e diventare un negro come tanti, nell'attesa di trasformarsi in qualcun altro”.
Articolo di Marianna "mari" De Rossi
Dettagli del libro
- Formato: Brossura
- Editore: Einaudi
- Anno di pubblicazione 2012
- Collana: Einaudi. Stile libero. Noir
- Lingua: Italiano
- Titolo originale: Djibouti
- Lingua originale: Inglese
- Pagine: 304
- Traduttore: L. Conti
- Codice EAN: 9788806208745
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