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domenica 29 gennaio 2012

Gioco segreto - Gaetano Amato (TestePiene 2011)


Di Gaetano Amato ho letto tre libri; mi risulta ne abbia scritti quattro, quindi sono al 75% dello studio della sua produzione letteraria. Il primo è stato un giallo “Il testimone”, un giallo atipico, molto partenopeo, il secondo libro “Il Paradiso può attendere a volte”. Dal registro del giallo si passa a tre racconti, favoleggiando con ironia, un filo di disincanto e di umorismo nero.
Dopo il primo temevo con il secondo di rimanere deluso. Sono stato fortunato, non è andata così. D’altra parte i toni erano così diversi che i due libri erano inconfrontabili. Però sapevo che il terzo libro “Gioco segreto”, era, è, un romanzo giallo. Ho pensato: “... e adesso, cosa mi aspetta?”
Sapevo che il protagonista di questo, Terenzio, era un personaggio diverso, un nome diverso, una vita, un vissuto opposti rispetto a Gennaro, il protagonista de’ “Il testimone”. Però, in un mondo letterario di stereotipi e personaggi fabbricati con lo stampino, poteva Gaetano Amato riuscire a differenziarsi? Oddio, magari rimanere sulla falsariga del primo sarebbe stata una garanzia di continuità, un personaggio, uno stile, un modus narrativo non si consumano con due romanzi. Insomma, non sapevo cosa aspettarmi, non sapevo cosa augurarmi.
Ci ha pensato Gaetano. Adesso io voglio che qualcuno, chiunque, mi sappia fare l’esempio di uno scrittore italiano che riesce a scrivere tre libri diversi tra loro, di cui due per di più dello stesso “genere” (e chi mi conosce sa che aborro ed odio la divisione in “generi” della narrativa). Perchè Gaetano ci è riuscito, e ci è riuscito pure bene, mannaggia a lui.
Dimenticatevi “Il testimone”, dimenticatevi “Il Paradiso...”, fate conto che sulla copertina ci siano tre nomi di autori diversi e non avrete sbagliato e forse sarà il modo migliore di farsi poche pippe mentali e iniziare a leggere uno qualsiasi di questi tre libri senza stare a smenarvi su come sarà, se sarà uguale, diverso, migliore, peggiore degli altri.
Se non conoscessi Gaetano penserei che ha un gost writer; ma lo conosco e so che non ce l’ha. Allora inizio a pensare che Gaetano Amato soffra, anzi, GODA di personalità scrittorie multiple, a seconda di quella che lo possiede in quel momento tira fuori quello che gli viene.
Questo “Gioco segreto” (edito da TestePiene) è un gioiellino, un incastro adorabile di enigmistica, un’alchimia di citazioni e rimandi, un gioco di pazienza e di scatole cinesi. E’ un giallo classico, e con classico non voglio rendermi complice di una di quelle categorizzazioni che odio, ma voglio indicare che omicidi, prove, indizi, tracce, investigatori ed investigazioni sono descritte proprio come si faceva una volta, nei gialli di tanto tempo fa, quelli che non passano mai di moda, perchè una Agata Christie, un Rex Stout o un Ellery Queen (ahò, io so’ vecchio, con quelli so’ cresciuto!) avevano i morti ammazzati, magari pure tanti – pensate ai “Dieci piccoli indiani” della vecchia nonna Agata – ma non avevano bisogno di descriverti la forma ed il colore delle loro budella per affascinarti, per tenerti incollato alle pagine.
E poi Gaetano è pure un gran paraculo, se l’ha fatto apposta, oppure è un genio se le cose gli sono venute così da sole. Perchè se nessuno riconoscerà Jules Maigret in Terenzio Lazzarelli, con annessa signora MaigretLazzarelli, se nessuno riconoscerà Torrence e Lucas, anzi, facciamo il “giovane Lapointe” in Franceschi e Milone, allora lo rimando a settembre e che venga preparato sulle storie del commissario Maigret. E senti a me, Gaeta’, solo per averti scritto che i tuoi personaggi richiamano quelli di Simenon ‘sta recensione dovresti incorniciarla.
Ma visto che mi si accusa di buonismo, una critica a Gaetano gliela muovo, ma è una cosa mia, un gusto personalissimo. Io ci voglio più Napoli nelle tue storie, Gaetano. In "Gioco segreto" Napoli non c’è, non la sento, non la vedo e non la respiro; potrebbe essere ambientata ovunque; ci sono i nomi delle vie, delle località, ma rimangono freddi, manca il chiasso ed il colore d’ambiente.
E’ un bel romanzo, questo “Gioco segreto”, merita, lo suggerisco. Per essere un piccolo capolavoro avrei voluto trovarci Napoli ed i napoletani. Ma ripeto, ognuno è masochista a modo suo, ed uno che ama Napoli, come me, masochista lo è di sicuro.


Articolo di Marco Proietti Mancini

Dettagli del libro
  • Formato: Brossura
  • Editore: Testepiene
  • Anno di pubblicazione 2011
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 230
  • Codice EAN: 9788896774069
  • Prezzo di copertina: € 14,90

2 commenti:

gaetano amato ha detto...

queste sono le gratificazioni per le quali un umile tra-scrittore continua a tra-scrivere. a napoli si dice:" ogne scarrafone è bello a mamma soia", ed è quando quello scarafone piace anche ad altri che nasce la soddisfazione più grande.

Roberta ha detto...

Piace anche agli altri quando c'è traporto, quando lo scrittore ha la capacità di tenere incollato lo sguardo del lettore dalla prima all'ultima parola, di incuriosirlo, di riuscire a fargli immaginare ogni singola scena, vederne i colori, i luoghi raccontati e perfino sentirne gli odori!!! Gaetano bravo attore, bravo scrittore GRANDISSIMA PERSONA!!!