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giovedì 10 novembre 2011

Florinas in giallo 2011 - L' isola dei misteri


Florinas: ritorno sul luogo del delitto.

Abbiamo tentato di non lasciare le nostre impronte digitali intorno a questo secondo festival di Florinas, speravamo che la pioggia cancellasse le nostre tracce ma è stato tutto inutile. Siamo stati individuati il secondo giorno e abbiamo dovuto confessare. Il mandante? Enzo naturalmente. È stata tutta una sua idea, noi siamo stati solo i maldestri esecutori.
Magra figura per appassionati del genere, beccati con le mani nella marmellata che, va detto, era buonissima.
Abbiamo iniziato a gustarcela sabato pomeriggio con Giorgio Faletti arrivato sull’Isola dei Misteri per parlare del suo ultimo libro Tre atti e due tempi. Il suo intervento è stato interessante e divertente, forse meno brillante di quel che ci si poteva aspettare ma come abbiamo scoperto successivamente non era al massimo della forma.
Intervistato da Tecla Dozio ha raccontato un po’ di questo suo ultimo lavoro e del precedente che l’hanno visto cimentarsi per la prima volta con storie ambientate in Italia. Mi ha fatto molto piacere sentirlo ricordare Giorgio De Rienzo, critico ma non solo mancato di recente, che non è mai stato tenero con il lavoro di Faletti ma che ad ogni nuovo romanzo lo incoraggiava a proseguire. Ha confessato a domanda diretta che scrive lui i suoi romanzi, c’è ancora chi crede che se li faccia scrivere. È stato indubbiamente un intervento abbastanza piacevole, Faletti ci ha messo abbastanza mestiere da consumato protagonista dei palchi: ha fatto le battute giuste, ha raccontato aneddoti divertenti con i quali ci ha strappato molte risate, c’è stato anche un momento di commozione da parte di Tecla Dozio stemperato abilmente con una battuta fulminante.
Non si è risparmiato con il pubblico tra autografi e foto. Ha molti critici, io stesso lo devo ancora leggere, ma devo dire che questo incontro mi ha destato una bella curiosità.
Il sabato pomeriggio si è chiuso con il reading di Daniele Monachella e le musiche dei Baska. Hanno letto e musicato alcuni passaggi da Lavoro ai fianchi di Luigi Manconi e Marco Lombardo-Radice. Un ora e mezza davvero intensa fatta di parole e musica, ascoltata con la pioggia e i tuoni in sottofondo ha creato una bella suspence.
La domenica mattina è iniziata con la bella e interessante tavola rotonda condotta da Tecla Dozio, nella quale hanno parlato Maurizio De Giovanni, Fabrizio Canciani, Vindice Lecis, Renato Troffa e Michele Ledda. È durata più di dure ore, volate, e si è parlato di linguaggi e di gialli. I protagonisti hanno raccontato della loro variegate esperienze nella scrittura e di come cambia o si adatta il linguaggio alla forma che si sta utilizzando. Devo dire che ne avrei voluto di più e che spesso mi sono trovato d’accordo con alcuni interventi. Istruttivo per chi tenta di cimentarsi nel mettere in fila due parole scritte.
Il pomeriggio si è aperto con Fabrizio Canciani intervistato da Renato Troffa. C’è stato lo spazio per molte risate, qualche momento serio. Non conoscevo Canciani se non per aver sentito parlare dei suoi gialli da un minuto. È venuto fuori un personaggio poliedrico che usa l’arma dell’ironia per strapparti un sorriso ma sempre con un idea forte di fondo. Romanzi, canzoni - tra cui l’inno del festival - cabaret sono i diversi ambiti nei quali si muove Canciani. È stato una bellissima scoperta da approfondire.
A chiudere questa splendida festa del giallo Maurizio De Giovanni. Chi legge il blog sa di chi parliamo visto che i Corpi Freddi si sono innamorati della sua scrittura, dei suoi personaggi, dei suoi libri. Chi scrive ancora non lo conosceva, lo osservavo da fuori apprezzandone alcuni interventi ma non del tutto persuaso ad accostarsi ad un suo libro.
Confesso subito che mi sono portato a casa una coppia de Il senso del dolore e capisco perché tanto entusiasmo.
Per tornare al suo intervento condotto da Michele Ledda, è stato un momento molto, molto divertente tanto che a tratti avevamo le lacrime agli occhi dal ridere. Ha raccontato di come si è trovato alla sua età a scrivere romanzi, gialli. Del modo nel quale sono nati i suoi personaggi e le ambientazioni nelle quali si muovono. Ha raccontato di Napoli città che ama profondamente, ne ha messo in luce anche le contraddizioni senza trascurarne i pregi. Momento di assoluto incanto quando Michele Ledda ha letto un brano dall’ultimo libro Per mano mia, siamo stati rapiti dalle parole, per un attimo eravamo dentro il libro. La magia della letteratura.
Ne avremmo voluto ancora di più.
La pioggia e le basse temperature, gli ospiti che hanno dato buca, imperdonabili per le modalità, non sono riusciti a rovinare questa splendida due giorni.

I ringraziamenti naturalmente a chi ha reso possibile tutto questo: Giovanna Sanna, sindaco di Florinas, ho avuto modo di chiacchierare con lei durante la cena della domenica, quanto è difficile organizzare una manifestazione così? Piera Demontis che ha reso vanno il nostro tentativo di celarci e passare per semplice pubblico, gentilissima. Ancora soffriamo dei postumi dei sensi di colpa.
La libreria Azuni e Emiliano Longobardi per la professionalità e la pazienza con la quale sopporta le mie infinite chiacchiere.
Tecla Dozio, direttrice artistica del festival, per aver creato, nonostante tutto la perfetta alchimia. Impagabile.

Ps: con Fabio, simpatico figuro dietro il banchetto della libreria, abbiamo deciso di dare l’ufficiosissimo premio Oggero, dal nome di Margherita Oggero inaspettata sorpresa dell’anno scorso, a Maurizio De Giovanni. Sono quelle persone insospettabili che oltre a condividere un grande bagaglio ideale e culturale sono capaci di farti ridere a crepapelle.

Articolo di Stefano Pitzus

1 commento:

Rust in Pieces ha detto...

Ringrazio anche io le 3 Donne del Festival. Al prossimo anno! :)