Il pontile sul lago con il vicecommissario Zottìa…
Terza prova per Marco Polillo dopo “Testimone invisibile” e “Corpo morto”, pubblicati entrambi con la Piemme, nei quali compare il vicecommissario Enea Zottìa di Milano sposato con Enza e innamorato, da giovane, prima della sorella maggiore Teresa e poi della minore Serena che ha lasciato il marito. Più precisamente Enea “Baffo” Zottia. Lavoro, lavoro, lavoro. Timido, impacciato, capelli neri “un po’ argentati sulle tempie”, paziente, preciso, metodico. Ma al momento opportuno, al momento della verità, allora forte e risoluto, “Occhi fissi, voce ferma, affermazioni decise”.
In questa vicenda che si conclude entro cinque giorni, dal giovedì al lunedì, il matrimonio si sta sfaldando e nasce una storia sentita e sofferta proprio con Serena che viene a trovarlo sul nuovo luogo di “lavoro”, a Orta San Giulio (a complicare le cose verrà anche sua moglie), dove è accaduto l’assassinio di Gennaro Vattuone, ex professore di latino e greco, con un colpo di pistola fra le scapole, sul pontile della villa. A ritrovarlo suo figlio Fabio Massimo che ha dovuto sempre subire la sua tirannia. D’altra parte il padre è stato il classico dongiovanni seminatore di invidie, gelosie e rancori profondi e dunque erano in molti a volerlo morto. Particolare curioso, una delle quattro statue della villa che rappresentano le quattro stagioni, più precisamente la primavera, girata dalla parte opposta al lago.
Questa volta il personaggio principale non è tanto e soltanto Zottìa, quanto l’intero paese che ruota intorno al Caffè del Lago con gli abituali frequentatori e tutte le problematiche sentimentali e non che si portano appresso. Situazioni familiari e personali da brivido, la moglie morta, la moglie traditrice, la figlia che fugge per “vedere il mondo” e andare a vivere in una grande città, la moglie depressa, l’amante tormentata, la piacente sfrontata, la bella giovane di turno che fa tutti innamorare e non si innamora di nessuno (toccante, però, la sua storia con il timido Graziano). Ecco un particolare importante del libro: uno sguardo accurato e una discesa profonda soprattutto nei meandri del mondo femminile che pare mettere in sordina quello maschile, in genere o dongiovannesco oppure solo, fiacco e “perdente”. Ad eccezione del nostro vicecommissario, fermo e risoluto a mantenere la relazione con Serena.
La vicenda, dunque, è permeata di questi aspetti sentimentali che scadrebbero in quello che io ho definito con il termine “gialletto rosa”, se non fosse svolta con mano sapiente dal punto di vista psicologico e con uno stile maturo e persuasivo. Pensieri, riflessioni, ricordi, abili passaggi da un personaggio all’altro colti nelle loro varie sfaccettature e sfumature, un velo di malinconia che serpeggia in qua e là tra qualche risata e qualche spunto giocoso. Storie che si snodano e si intrecciano fra loro quasi a voler confondere l’indagine vera e propria. Una fotografia di gruppo, un sorriso troppo rivelatore, la scoperta della verità e, come sempre per Zottìa, “il dispiacere di constatare come erano imperfetti gli uomini”.
Aggiungo un ricordo personale scaturito dalla lettura. Soprattutto le prime pagine del libro con gli amici riuniti intorno all’antico Caffè del Lago mi hanno fatto venire in mente il mio paesello natio, dove ho trascorso i primi vent’anni. Il bar, le chiacchierate che non finivano mai, gli scontri, gli scherzi, le prese in giro, le bischerate continue. Il ritorno a casa con una specie di orgoglio di appartenere ad un gruppo, ad una comunità. Di dare almeno un senso alla vita.
Per me una lettura gradevole che fa pure riflettere sull’inestricabile groviglio degli affetti umani.
Articolo di Fabio Lotti
Dettagli del libro
- Autore: Marco Polillo
- Titolo: Il Pontile sul lago
- Editore: RIZZOLI
- Collana: NARRATIVA ITALIANA
- Pagine: 288
- Prezzo: 19,00 euro
- Anno prima edizione: 2011
- ISBN: 17050920
4 commenti:
.... Ma si devo leggere in ordine di uscita immagino ....
Puoi leggerlo tranquillamente anche senza avere letto gli altri due. Sarebbe interessante proprio il giudizio di una donns proprio sulle varie sfaccettature che il libro presenta del mondo femminile.
Fabio
Ho lasciato un "proprio" di troppo. Aggiungo, per essere onesto,qualche spunto scontato e il movente dell'assassinio che lascia un po' a desiderare, secondo i miei gusti, si capisce. Ma ciò non toglie bontà alla lettura.
Fabio
Ok... grazie Fabio ;)
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