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venerdì 15 luglio 2011

Libri di sangue. Le stelle della morte - Clive Barker (Castelvecchi 2011)


Rileggere dopo oltre venticinque anni uno dei primi libri horror della mia vita ha un qualcosa di magico. Era il 1984 quando per la prima volta mi capitò per le mani Infernalia, raccolta di racconti dell’allora stella nascente Clive Barker, uno che già si meritava le attenzioni del maestro Stephen King.
Sei racconti letteralmente trasudanti sangue grazie ai quali si scoprì l’immenso talento dell’autore inglese e grazie ai quali oggi, riproposti da Castelvecchi con un nuovo titolo e in una nuova ed elegante veste grafica, si rispolverano quelle che furono le basi che hanno portato Barker a essere considerato uno dei migliori nel suo genere.
Si parte subito alla grande, con Il libro di sangue, un horror che vede come tema la classica casa stregata e che ammonisce chi ama scherzare o vuole arricchirsi grazie a presunti doti paranormali. Si continua con Macelleria Mobile di Mezzanotte, forse il racconto più duro e horror della raccolta e anche quello più suggestivo, basandosi sulla teoria dei Grandi Vecchi, una sorta di Grandi Antichi lovecraftiani che vivrebbero nei bui tunnel della metro di New York in attesa del loro pasto quotidiano.
Il terzo racconto, Il Ciarliero e Jack, è quello più ironico dove Barker sembra divertirsi un mondo a raccontare questa sfida tra un demone e un uomo la cui anima l’Inferno reclama. Poi c’è Mai dire maiale, inquietante al punto giusto e ambientato in un riformatorio minorile dove una scrofa sembra possedere straordinari poteri. Il penultimo, Sesso, morte e stelle, è quello più elegante, una storia di zombie raccontata da un’ottica sorprendente.
Infine, la raccolta di chiude con In collina, le città, un racconto a metà tra l’horror e il fantastico in cui due città fatte della carne dei propri cittadini si affrontano per decidere la supremazia.
Si diceva che sono passati più di venticinque anni da quando questa raccolta di racconti ha visto per la prima volta luce in Italia, ma ancora oggi si legge con una facilità disarmante. Gli argomenti sono rimasti di estrema attualità, lo stile di Barker (letto a dieci anni o a trentacinque) è sempre coinvolgente, come le emozioni che trasmette pagina dopo pagina.
Un’opera che qualunque appassionato di horror dovrebbe tenere sul proprio comodino, sfogliandola ogni tanto, magari quando ci si trova davanti a contaminazioni che vorrebbero trasformare il genere in qualcosa di diverso.

Articolo di Marcello Gagliani Caputo

Dettagli del libro
  • Clive Barker
  • Libri di sangue: Le stelle della morte
  • Castelvecchi 2011
  • collana Narrativa
  • traduzione di Tullio Dobner
  • Pag. 256 - 16,50€
  • brossura
  • Codice ISBN: 9788876155451

3 commenti:

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Trovo che Barker trovi la sua dimensione migliore nei racconti (al contrario di King, che preferisco sul romanzo lungo). Ho letto questo romanzo nella vecchia edizione Sonzogno (si chiamava Infernalia) e alcuni racconti erano veramente agghiaccianti.
Per gli amanti dell'horror una riscoperta che vale la pena fare.

gelostellato ha detto...

quoto tutto. E un'ode alla Castelvecchi che l'ha riproposto.
Poi, personalmente, In collina, le città, lo vedo come racconto perfetto.

Anonimo ha detto...

Il racconto "Il Ciarliero e Jack" mi intriga, ma non credo di avere lo stomaco abbastanza forte per reggere l'intera antologia (anche se, tuttavia, sono riuscito a leggere senza troppi problemi "Io non sono un serial killer" di Dan Wells, ma è anche vero che lo splatter, in quel caso, non era così eccessivo). Domanda stupida: "Il Ciarliero e Jack" è un racconto pesante (sempre restando sul fattore splatter) quanto gli altri, oppure potrei riuscire a reggerlo?