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martedì 24 maggio 2011

Re di bastoni, in piedi – Francesca Battistella (Scrittura & Scritture - 2011)


Mise giù la prima fila e proseguì con metodo. Si concentrò sulla quarta fila: re di bastoni in piedi, asso di spade, cavallo di bastoni e re di spade. Con la fronte poggiata al palmo aperto della mano, Maricò rimirava quell'accozzaglia di tenebrosi messaggi.

Maria Consiglia, per tutti Maricò, gestisce a Napoli la pensione Casa Serena, lasciatale in eredità dai genitori ormai defunti. I personaggi che la pensione ospita sono molto normali: la Pizzicato e la Pastore, due insegnanti; Addolorata, siciliana, impiegata alle Poste; Carlo Brambilla, milanese. E anche un napoletano, il personaggio più originale del gruppo: don Cecè Tarallo, 'o femmeniello, che sta alla pensione praticamente da sempre, fin dai tempi in cui Maricò era bambina. Per lei quindi quest'uomo elegante, uomo di mondo che ai bei tempi ha conosciuto tutta la nobiltà napoletana, è quasi un parente. Ma Maricò, oltre ad essere una donna molto graziosa, con un viso "da madonna rinascimentale", ha anche due doni particolari: fa strani sogni premonitori che puntualmente si avverano e sa leggere le carte, cosa per la quale ha sempre avuto un dono naturale.
Ogni domenica sera si svolge il rito della lettura delle carte proprio a don Cecè, uomo fortunato a cui son sempre uscite buone carte. Tranne quando esce il Re di bastoni in piedi: un uomo pericoloso da cui don Cecè deve guardarsi. E poi quella domenica dell'ottobre 1986 in cui esce l'Asso di spade: la morte. Infatti poco dopo don Cecè, ormai anziano, muore lasciando a Maricò tutti i suoi averi, fra cui anche dei quaderni che costituiscono le sue memorie, in cui racconta molti segreti scomodi di persone importanti, ma anche pericolose della Napoli di quel tempo. La lettura di questi quaderni e strani sogni di morti violente cambiano la tranquilla vita della giovane, portandola a contatto con un mondo di politici corrotti, avvocati dalla dubbia fama, camorristi spietati. Tutti vogliono trovare i famigerati quaderni, per evitare che segreti scomodi vengano alla luce: segreti che riguardano le relazioni omosessuali passate di don Cecè, ma anche la strana sparizione di un bimbo rapito e mai più ritrovato. Chi aiuterà Maricò a districarsi da questo ginepraio è un nuovo pensionante che viene a prendere il posto lasciato libero dal defunto don Cecè: Raul Zanardi, romagnolo, affascinante commissario della Divisione Investigativa Antimafia, inviato a Napoli per indagare su strane morti avvenute al Nord, che hanno rivelato oscuri legami con la camorra.
La prima domanda che mi sono posta, iniziando a leggere questo libro, è stata: perché la scelta di ambientare la storia nel 1986-87? L'autrice lo spiega molto bene illustrando i pensieri di Raul sulle indagini in corso. Quello è un periodo di trasformazione nella malavita napoletana, con un escalation di violenza ed attentati dall'inizio degli anni Ottanta. La Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, ormai in carcere da tempo, è in declino e la Nuova Famiglia è in ascesa. C'è in atto una lotta spietata per il controllo di nuovi ricchi mercati, come l'area urbana di Secondigliano. Ma la camorra sta cercando anche di fare un salto di qualità entrando nella costruzione di nuovi centri commerciali in tutt'Italia, dov'è possibile un facile riciclaggio del denaro sporco. Uno scenario molto cupo, dunque, che l'autrice illustra abilmente attraverso i vari personaggi della camorra che entrano nella storia e che rappresentano anche varie tipologie di camorristi, da quello spietato e violento tout court, a quello sempre violento ma che segue una precisa strategia di conquista, al profittatore pronto a tradire chiunque pur di fare il proprio interesse, a chi (e forse questa è la figura più controversa, ma anche più interessante) è diventato camorrista suo malgrado e, nonostante le violenze perpetrate, rimpiange ancora una vita diversa.
All'ambiente corrotto e violento della malavita fa da contraltare il mondo tranquillo e quasi idilliaco di Casa Serena, descritto con stile garbato, quasi all'antica. Anche i siparietti umoristici fra i personaggi di Casa Serena contribuiscono a stemperare l'atmosfera cupa della parte più noir del romanzo. Per esempio l'autrice descrive in modo molto divertente la reazione delle donne della pensione all'arrivo dell'affascinante Raul. Le tre zitelle ospiti di Maricò le tentano tutte per sedurlo: "Ogni sera pareva loro di andare a teatro o a cena fuori e passavano la giornata rimuginando sulla mise che avrebbero indossato per stupire l'ospite."
Una lettura molto gradevole, dunque, ma non solo. Un'indagine serrata per arrivare alla verità.
"Sarebbe servito a qualcosa? Non bisognava chiederselo. Mai."

NOTA DI CRONACA: Il boss Raffaele Cutolo divenne famoso dalle mie parti alla fine degli anni Ottanta, perché fu trasferito nel carcere speciale "Baldenich" di Belluno, unico istituto di pena del Triveneto edificato coi sistemi di sicurezza più moderni, dove il boss rimase fino al 2002.

Articolo di Martina “Palazzo Lavarda” Sartor

Dettagli del libro
  • Titolo: Re di bastoni, in piedi
  • Autore: Francesca Battistella
  • Editore: Scrittura & Scritture
  • Collana: Catrame
  • Anno: 2011
  • Pagine: 269
  • ISBN: 9788889682364
  • Prezzo: € 12.50 

2 commenti:

Stefania ha detto...

Interessante!
Bella recensione, Martina :)

Martina S. ha detto...

Grazie, Stefania. E' un giallo-noir molto gradevole.