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lunedì 9 maggio 2011

Intervista a Vittoria A. di Marilù Oliva (Un peso sul petto - Eclissi 2011)


Dopo l’entusiasmante “Dannati Danni” (Eclissi), Vittoria A. è alla sua seconda prova con "Un peso sul petto", da poco uscito con Eclissi. È una vicenda composita che tratta a tutto tondo alcuni baratri della nostra contemporaneità e lo fa partendo, come in un giallo serio (ma questo libro non può limitarsi ai confini del giallo, per definirlo con precisione occorre sporgersi anche oltre le sponde del noir), dal ritrovamento di due cadaveri: quelli di Alba Smyth e Arabella McAllister, signore appartenenti alla capricciosa borghesia di Edimburgo, nonché amiche d’infanzia. Mantenendo con equilibrio la sua vena humor — ma senza permettere che spodesti i momenti seri — l’autrice dimostra grande padronanza su un narrato eterodiegetico, fluido e intenso, descrizioni e retrostorie alternate a dialoghi verosimili, personaggi che calzano a pennello il loro ruolo. Un libro piacevolissimo e ben scritto, nuova conferma di questa talentuosa scrittrice milanese che vive in Scozia da anni ma che ha mantenuto un legame profondo con l'Italia e con la nostra letteratura.

Marilù Oliva: Il tuo romanzo è ambientato in una Edimburgo ambigua, sfuggente, con scorci di un passato che si affacciano su un presente narrativo. Quanto pensi di aver assorbito, della città, in questi anni in cui ci hai vissuto?

Vittoria A.: Penso che i paesi, le città così come anche le case, abbiano il potere di influire su di noi e, in un certo senso, anche di cambiarci. Direi che gli anni che ho trascorso qui mi hanno tolto parte della vitalità istintiva e anche un pò impulsiva che possedevo prima rendendomi maggiormente riflessiva, silenziosa e introspettiva. Ho imparato a dare valore anche questi aspetti della vita che prima invece temevo, riscoprendoli come una risorsa interiore in grado di arricchire l’immaginario, la fantasia e il surreale.

MO: Cosa ti affascina e cosa senti lontano, di Edimburgo?

VA: Il segreto della bellezza di Edimburgo è racchiuso nella sua mutevolezza. La città cambia a seconda della luce rivelando aspetti di una bellezza mozzafiato. Penso che Edimburgo sia una di quelle città che difficilmente si possono raccontare. Esercita un fascino particolare, quasi magico, che spinge a tornare e a ritornare a lei con il pensiero quando si è lontani. Ci si sente parte di lei. Ciò che sento lontano da me è il clima talvolta inclemente. Mi capita di sentire la mancanza del sole, delle giornate calde, di un’estate mediterranea.

MO: “Un peso sul petto” è stato classificato “un libro giallo” dalla casa editrice. Sei d’accordo se io aggiungo “giallo ma sfumato in noir”?

VA: Si, sono assolutamente d’accordo con te. Penso che alcuni elementi come la natura tormentata dei personaggi, i loro demoni, il passato che hanno vissuto e che li ha trasformanti segnandoli profondamente e l’altrmosfera in cui si svolge la storia creano la sfumatura Noir a cui hai fatto riferimento.

MO: Tra le altre cose, nel romanzo hai affrontato la questione della chirurgia plastica, accennandone i baratri ma discostandoti da atteggiamenti moralistici. Tu cosa ne pensi?

VA: Credo di avere un rapporto travagliato con la chirurgia plastica. Alterno momenti di attrazione fatale ad altri di poco convincente indiffrenza. Penso che ognuno debba vivere e interpretare le possibilità offerte da questo ramo della medicina come meglio lo ritiene opportuno e penso anche che sia comunque un fatto positivo che esista l’opportunità, per chi lo desidera, di sentirsi più a proprio agio con la propria immagine. Tuttavia penso che anche la chirurgia plastica abbia dei limiti e dei modi diversi di essere interpretata e sono questi gli aspetti a cui ho accennato nella storia.

MO: Alcuni personaggi del libro convivono con la loro carica di dannazione: quali sono i tuoi demoni?

VA: Se si entra in argomento ‘dannazione’ temo che sarà neccessario scrivere un’enciclopedia composta da almeno tre volumi. Negli anni ho prodotto varie versioni di demoni personali, talvolta anche in linea con l’età, il paese e lo stile di vita. Direi che anche quelli che al momento non stanno vivendo il loro momento ‘di massimo splendore’ nella mia vita quotidiana sono comunque tutt’ora presenti e in attesa di poter ritornane alla ribalta, un po’ come lo stile vintage. Per esempio, parlando dei meno facinorosi, mantengo ancora ben conservati quelli dei miei tredici anni, generati principalmente dall’ apparecchio ai denti o dal compagno di scuola che ‘guarda tutte tranne me’ e che, appena possono, si fanno largo e tornano in voga. Altri invece sono forme più evolute, adulte e socialmente inserite (tipo demone lavorativo, da pagamento di bollette, demone da traffico urbano etc...) ma ormai ho compreso che fanno inevitabilmente parte di me. Sarebbe bello invece poter scacciare definitivamente quelli meno bonari ma non ho ancora trovato la formula.

MO: Com’è lavorare con la scrittura, per una donna, oggi?

VA: Per me come per molti, la lettura e la scrittura sono una passione da sempre. Quello che di più amo della scrittura è entrare in contatto con le persone. Quando leggo un libro, per me è come se l’autore mi stesse parlando, mi stesse raccontando una storia e anche qualche cosa di sè. Ascoltare storie e vivere le esperienze degli autori attraverso le loro opere fa sentire vivi. Tornando alla tua domanda, quello che ho notato è che, a volte, per le donne ci sono alcuni tipi di scrittura che è ancora difficile affrontare.

MO: Lo stile: quali sono le tue prerogative? Cosa senti che è cambiato, stilisticamente, dal primo al secondo romanzo?

VA: Spero di essere ‘maturata’ e di aver acquisito un maggiore equilibrio. Direi che dopo il primo libro si impara molto sia sul proprio modo di scrivere che sui lettori. Ascolto le critiche con molto interesse, sperando che mi possano indirizzare verso un miglioramento dello stile. Ho sempre pensato che si scrive per passione ma anche per comunicare, pertanto l’opinione del lettore è fondamentale.

MO: Lo humor nella narrazione è dosato con equilibrio ai momenti drammatici: ti affidi all’istinto o lo calibri con la tecnica?

VA: Mi affido maggiormente all’istinto. Quando sento che la storia sta vivendo un momento troppo drammatcio, cerco di risollevarla con qualche cosa che spero faccia sorridere. Viceversa, se mi accorgo che un personaggio rischia di risultare eccessivamente grottesco e privo di spessore umano, mi dedico alla spiegazione delle ragioni che potrebbero celarsi dietro un comportamento apprentemente incomprensibile.

MO: Progetti?

VA: Al momento sto lavorando alla stesura di un altro noir che si svolee sempre qui a Edimburgo e include alcuni personaggi già presenti in “Un Peso sul Petto”.


MO: Ci saluti con una citazione?

VA: ‘Il fato guida chi vuole lasciarsi guidare e trascina chi non vuole’.
Seneca, Epistole a Lucilio (107,11,5)

Intervista e Recensione di Marilù Oliva

Dettagli del libro
  • autore Vittoria A.
  • editore Eclissi Editrice
  • genere gialli
  • collana I Dingo
  • pagine 244
  • pubblicazione 2011
  • ISBN-13/EAN 9788895200309
  • Prezzo: 12,00€

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Che bella intervista! Domande e risposte davvero interessanti ed esaurienti!
Vittoria è una ottima scrittrice! Un Bacione!

riri ha detto...

Vic. non avevo alcun dubbio, la tua intervista ha solo rafforzato il mio sentirti VERA, come Donna e Scrittrice:-)

Unknown ha detto...

Cara Vittoria ti conosco da poco, leggendo questa intervista mi hai incuriosita tu come persona e sarei curiosa di leggere questo libro. Dove si trova? Come posso acquistarlo? Ciao Tizi

Cri ha detto...

Vittoria..sei grandissima :)

Milo ha detto...

Cara Vic!!!

Questa intervista mi ha incuriosito ancora di più! Il tuo nuovo libro sarà la mia prima lettura appena tornerò in Italia! :) :) :)!!

Un bacione ed un abbraccio!!

:) :) :)