_

giovedì 21 ottobre 2010

Il vento del Texas – James Reasoner


Non c’è niente che riesa a stare fermo e crescere senza che il vento gli soffi addosso. Finisce per spazzare via tutto quello che c’è di buono.

Fort Worth, Texas. Mandy, figlia di un facoltoso uomo d’affari locale scompare. La matrigna ingaggia l’investigatore privato Cody, pregandolo di ritrovarla prima che il marito torni dal suo viaggio di lavoro.
Tutto fa credere al nostro investigatore che Mandy sia fuggita con Jeff Willington, il ragazzo della sua migliore amica Lisa. I ragazzi avevano formato un trio che si esibiva la sera nei locali texani, probabilmente non avevano avuto il coraggio di dire a Lisa della loro relazione e hanno preferito tagliare la corda.
Cody è convinto a questo punto di poter chiudere facilmente il caso e invece si ritrova a fare i conti con un pericolosissimo gangster e soprattutto con i suoi scagnozzi dalle mani un po’ troppo pesanti.
Anche questa volta Meridiano Zero non si smentisce e non mi delude. Il vento del Texas di James Reasoner è una lettura molto piacevole. Sicuramente la meno nera rispetto agli altri romanzi che ho letto fino ad oggi della stessa collana, ma credo che questo dipenda dal fatto che stiamo parlando di un romanzo un po’ datato. Qualcuno infatti potrebbe storcere un po’ il naso leggendolo, trovando la storia un po’ piatta. Tenete presente però che stiamo parlando di un libro pubblicato nel 1980 e passato quasi del tutto inosservato a causa del fallimento subito dalla casa editrice americana che all’epoca ne curò l’uscita.
Il vento del Texas è ben scritto, avvincente quanto basta e ben congeniato. Reasoner ci racconta una storia credibile e lo fa con una prosa asciutta, senza trucco e senza inganno, con personaggi credibili e reali. I suoi protagonisti odiano e amano, soffrono e gioiscono. Sullo sfondo c’è il Texas, uno Stato che sta perdendo la sua identità vittima ormai delle mode e dei tempi che cambiano. “Il Texas era un bel posto dove vivere, prima che cercasse di diventare un'altra California o un'altra New York. Adesso basta l'ultima novità o trovata di moda e tirano fuori i longhorn di cartapesta. Forse è più furbo, ma di certo così è molto meno reale.”
La storia si evolve, la tensione aumenta. Il mistero si rivela piano piano, senza sconvolgere ma comunque coinvolgendo il lettore. Quello che ho apprezzato meno è il finale, di cui però per ovvie ragioni preferisco non scrivere.
Un buon libro che consiglio a tutti.

Articolo di Marianna "Mari" De Rossi

Dettaglio del libro
  • Titolo: Il vento del Texas
  • Autore: Reasoner James
  • Editore: Meridiano Zero
  • Prezzo: € 13.50
  • Collana: Meridianonero
  • Data di Pubblicazione: 2010
  • ISBN: 8882372030
  • ISBN-13: 9788882372033
  • Pagine: 192
  • Traduttore: M. Vicentini
  • Reparto: Narrativa straniera

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Dal titolo e dalle prime righe ne sarei stata intrigata, il dopo mi ha raffreddata, mi sembra di capire che sia "piatto", senza sorprese, un buon romanzo ma come ce ne sono tanti. Mi sa che mi fermerò qui!
Grazie Mari per le valide e supportanti riflessioni.

Grisù

Briciole di tempo ha detto...

Grazie a te Grisù perchè mi dai la possibilità di ribadire un concetto espresso già nella recensione.
La storia è un po' datata. Non ci sono computer, telefoni cellulari ecc...anzi ci sono i telefoni a gettoni :-) però non è "piatto". E' scritto molto bene, e si da più importanza alle emozioni dei personaggi piuttosto che agli inseguimenti e alle sparatorie, anche se non mancano scene di pestaggi e spargimenti di sangue! Per me è stata una lettura piacevole.

Martina S. ha detto...

Mari: ma i libri di questa collana della Meridiano Zero sono tutti ambientati da quelle parti?
Sembrano interessanti, ma per ora il genere non mi attira molto, ahimè. Ma magari, se ne provassi uno, poi mi ci appassionerei...

Briciole di tempo ha detto...

@Martina: veramente questo è il primo ambientato in Texas che ho letto. Gli altri erano ambientati in Louisiana, Florida e anche in Francia :-)

Luca Conti ha detto...

Certo che l'idea che un romanzo, per essere bello, debba per forza traboccare "di sorprese" dà parecchio da pensare.

Anonimo ha detto...

Non credo di dire niente di nuovo se uno da un giallo, un noir, un poliziesco, si aspetta un poco di sorpresa; se tutto è scontato e dato, difficile trovare la voglia di andare oltre. Son d'accordo poi sul fatto che il "piatto" non significhi necessariamente inseguimenti, sparatorie, sangue splatter ma anzi, mi riferivo di più alla storia, ai personaggi, agli intrecci. Non dico un'eresia se mi permetto di aggiungere lo stile all'elenco o si?
Gracias mia cara ora mi è più chiaro cosa intendevi, avevo inteso male io.
Grisù

Luca Conti ha detto...

Il problema, a mio avviso, è ritenere che l'assenza di "sorprese" (ma quali, poi?) identifichi automaticamente un libro come "scontato". Questo è un romanzo del 1980, rimasto finora inedito in Italia, e ha un posto ben preciso nella storia del genere. Ha stile, ha storia, ha personaggi e intreccio. L'hard-boiled ha un suo passato, un suo percorso ben definito e le sue leggi, e il romanzo di Reasoner ne fa parte a pieno titolo. Quando si affronta un romanzo di trent'anni fa, all'interno di un genere che è cambiato moltissimo da allora, bisogna anche saperlo collocare all'interno di un determinato periodo storico.

Briciole di tempo ha detto...

@Luca e Grisù: ringrazio entrambi perchè i vostri commenti vanno oltre i soliti "bella recensione lo leggerò" o "non è il mio genere". Gli spunti di riflessione sono sempre ben accetti in questo blog e anzi quello che ci interessa maggiormente è confrontarci su titoli e autori sempre rispettando i gusti e i giudizi personali.