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martedì 6 luglio 2010

Agrò e la deliziosa vedova Carpino - Domenico Cacopardo

 

Agrò e la deliziosa vedova Carpino, Con il sostituto procuratore Italo Agrò…

Si parte da sabato, primo dicembre 1990. Siamo a Roma e Abramo Carpino, commerciante di legname, si prepara, insieme a sua moglie Felicita, per andare nella villa di Davide Carpino, un prozio ricchissimo. Bisogna festeggiare la Hanukkah, la Festa delle luci, in ricordo della riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme. Mercoledì diciannove il suo corpo viene ritrovato agonizzante nella propria auto Mercedes da un certo Simone Zalatti, vicino di casa.
Niente farebbe pensare ad una morte non naturale se non ci fossero alcune lettere anonime “sulle amicizie amorose del defunto e della moglie” ed una denuncia da parte di un fratello di Abramo sul comportamento spensierato della di lui signora, il giorno dopo il funerale, in compagnia di un probabile amante.
Occorre riesumare la salma e aprire il classico fascicolo. Ad indagare il magistrato siciliano (di Sant’Alessio) Italo Agrò, giovane sostituto procuratore della Repubblica di Roma. Alto, capelli neri un po’ ingrigiti nelle tempie, volto angoloso, occhi scuri mobilissimi. Fuma sigarette, mastica sigari, appassionato di Salvatore Quasimodo. Piccolo alloggio, camera con bagno, uso cucina, ingresso autonomo in via della Vetrina.
Sotto la direzione del procuratore aggiunto Bernardo Eremita Bediato, appassionato di musica (Mahler, Beeethoven, Bruckner) con umore instabile (si arrabbia e si calma in un baleno). Dicevo di Italo, preciso, coscienzioso, con tendenze politiche di sinistra (vorrebbe una riappacificazione fra Psi e Pds), contrario all’intervento armato nel Golfo, critica l’insufficienza e la connivenza delle istituzioni con la criminalità. Suo metodo di lavoro alla Maigret senza tesi precostituite, aiutato dal commissario Lanfranco Scuto.
Insieme alle indagini la storia di passione con Tea Lentizi, amata in passato, poi ritrovata maritata e riamata: appuntamenti, incontri, batticuore. Con Roma a fare da sfondo, le sue strade, i suoi negozi, la gente comune, l’ortolana, il barbone, il giornalaio, le trattorie, le cucine caserecce (lo Zozzone, La forchetta di Timéa, la Campana).
Aggiungo un testamento particolare, le pompe funebri, gli scontri con Bediato, una puntura sospetta. Tutti riuniti in villa dopo una nevicata e disvelamento dell’ambaradan come nel più classico dei classici. Tolta di mezzo Tea ora, per il nostro Italo, c’è Roberta a fargli compagnia.
Prosa facile, va via leggera e spensierata che è un piacere. Il solito impasto di individuale e sociale, di figurine prestampate a cui è difficile aggiungere qualche tocco di originalità. A volte la vicenda prende la piega della storiella: Italo di qui, Italo di là senza sugo di niente. Psicologia un tanto al chilo. Grande slancio e passione per Tea. Impossibilità ad incontrarsi per la malattia del figlio. Rotto il rapporto “Tea è frivola e troia, in definitiva “. Tocco magistrale (per dirne una).
Qualche spunto da libro cuore (vedi il rapporto con il barbone).
Classico esempio di mediocre risultato in cui galleggia una certa parte dell’italico (e non solo) romanzo poliziesco. Citato pure Sherlock Holmes che fa venire i brividi. Non dico brutto che già sarebbe qualcosa. Mediocre. Di una mediocrità angosciante. Se si pensa che detto lavoro fa parte della collana “farfalle” della Marsilio nella quale si trovano i migliori scrittori scandinavi…(senza parole).

Articolo di Fabio Lotti

Dettaglio del libro
  • Listino € 16,50
  • Editore Marsilio
  • Collana Farfalle
  • Data uscita 09/06/2010
  • Pagine 256, brossura
  • Lingua Italiano
  • EAN 9788831706094

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei unico Fabio ^_^ Ti adoro. Fai delle recensioni che mi sembra di aver letto il libro. Rendi tutto in modo superbo.
Insuperabile Sir Lotti.
Bacioni
Barbara -Mrs Teapot- Barbieri

AngoloNero ha detto...

Giusto ieri si parlava di cliché, giusto?
Credo di aver capito a cosa ti riferisci... :)

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

E dire che lo avevo notato e mi aveva incuriosito. Il fatto è che ho un debole per la collana "Farfalle". Grazie a Dio ho resistito. Bravo Fabio, mi piaci pure nella veste di stroncatore. Quando ce vò, ce vò.

Briciole di tempo ha detto...

Di solito le recensioni negative mi fanno passare la voglia di leggere un libro, ma la tua Fabio è talmente deliziosa che quasi quasi un pensierino ce lo faccio!

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Uffa ho scritto un commento ma non è stato salvato...
Comunque sia dicevo che avevo già adocchiato questo romanzo e mi aveva incuriosito.
Il fatto è che ho un debole per i romanzi della collana "Farfalle", grazie a Dio ho lasciato perdere.
Bravo Fabio anche nelle vesti dello stroncatore.
Quando ce vò ce vò

Scéf ha detto...

test

Anonimo ha detto...

Secondo me dovreste leggerlo perché ognuno di noi ha i suoi gusti e i suoi parametri.
Fabio Lotti