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lunedì 28 giugno 2010

Omicidio nella foresta - Kwei Quartey


La prima indagine dell’ispettore Darko Dawson

Ormai con il giallo, inteso in senso lato, si va dappertutto. Nei più piccoli paesini sperduti del nostro stivale e nelle nazioni più lontane per molti aspetti ancora misteriose. Ultimamente ho compiuto un po’ di giri negli ambienti nordici (brrrrr…), in Messico, in India (insieme a Vish Puri si fanno anche due risate), in una società ebraica di Los Angeles (rigida da morire) e, insomma, non sono stato fermo un attimo.
Con “Omicidio nella foresta” di Kwei Quartey, Feltrinelli 2010, mi sono buttato addirittura nel Ghana che anche lì si trovano i nostri bravi morti ammazzati, gli assassini e quelli che cercano di prenderli. Come la bella Gladys Mensah, la vittima, Darko Dawson il segugio e…ma il nome dell’infame proprio non ve lo posso dire.
Andiamo per ordine. Dicevo della bella Gladys Mensah, promettente studentessa di medicina e volontaria per la prevenzione dell’Aids, improvvisamente scomparsa e poi trovata morta strangolata. Primi accertamenti dell’ispettore Max Fiti, capo della polizia di Ketanu con “sede scalcinata”, due agenti e un vecchio catorcio. Vista l’ultima volta insieme a Samuel Boateng, tizio poco raccomandabile. A trovarla Efia, affidata da piccola a Togbe Adzime, capo del villaggio e prete del tempio, per togliere una specie di maledizione alla famiglia (lei è una trokosi, appartenente agli dei come altre. In realtà appartengono tutte al vecchio prete bavoso che le usa sessualmente, le maltratta e le sfrutta).
In seguito arriva da Accra Darko Dawson della Criminal Investigation Department (CID), moglie insegnante e un figlio con problemi di cuore, sua madre Beatrice scomparsa proprio a Ketanu venticinque anni prima, il fratello Cairo rimasto paraplegico per un incidente stradale, la suocera retrograda e rompiballe (sfiga continua). Tormentato da incubi soffre di insonnia, fuma la marijuana, istintivo e violento non riesce a controllarsi di fronte a certe situazioni inconcepibili. Al momento giusto prende per il collo un guaritore, calcio alle gambe, faccia nella tazza del water e via senza starci a pensare due volte (figura un po’ forzata). Da trovare un diario e un braccialetto d’argento della morta.
Un discreto gruppo di sospetti con il solito indiziato sfigato preso e buttato subito in galera e se non confessa botte da orbi. Intorno alle indagini si staglia una società in continuo movimento: ambulanti nomadi, fumi di scarico, confusione, i tro-tro mezzi di trasporto stipati all’eccesso, povertà, povere case con lampade a cherosene, poveri giacigli, africa vecchia e nuova, i giovani di campagna che non vogliono più fare i lavori tradizionali attratti dalle lusinghe della città (tutto il mondo è paese), usanze e tradizioni tribali, guaritori, streghe, spiriti maligni. Insomma il nuovo e il vecchio, dicevo, che si incontrano e si scontrano (Fiti è, per esempio, credulone e pauroso, pure un po’ stronzo; Dawson aperto e moderno con qualche problemino interiore), la condizione disperata della donna che può essere perfino picchiata e cacciata di casa se non fa figli. Imprescindibili il sesso e l’amore che si insinuano dappertutto anche quando meno te lo aspetti come evidenziato proprio qui ( http://corpifreddi.blogspot.com/2010/06/lamore-fra-veleno-pistole-e-coltelli.html ).
Prosa semplice, lineare, senza troppi sobbalzi venata di ingenuità espressive (non so quanto dovute alla traduzione). Non mancano, poi, certe incongruenze e forzature narrative soprattutto nella seconda parte dove sembra proprio che la mole degli avvenimenti abbia un po’ travolto il nostro giovane scrittore.
Ma Kwei Quartey è un esordiente e lo perdoniamo. Per questa volta…:)

Articolo di Fabio Lotti

Dettagli del libro
  • OMICIDIO NELLA FORESTA
  • QUARTEY KWEI
  • Editore: FELTRINELLI
  • Collana: I CANGURI
  • Pubblicazione: 06/2010
  • Numero di pagine: 320
  • ISBN-13: 9788807702211
  • ISBN: 8807702215
  • Formato: Libro in brossura
  • Traduttore: Vezzoli D.

2 commenti:

Martina S. ha detto...

Dissacranti e divertenti al punto giusto le tue recensioni, Fabio: mi piacciono. Ci presentano in modo diverso romanzi che non sempre hanno molti elementi di novità. In questo caso l'ambientazione africana mi attira molto.

Anonimo ha detto...

Sono contento...:)
Fabius