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martedì 22 giugno 2010

Che hanno da strillare i maiali? - Paolo Di Orazio

« Penso che la cosa più misericordiosa al mondo sia l'incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti. Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano. Le scienze, che finora hanno proseguito ognuna per la sua strada, non ci hanno arrecato troppo danno: ma la ricomposizione del quadro d'insieme ci aprirà, un giorno, visioni così terrificanti della realtà e del posto che noi occupiamo in essa, che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di una nuova età oscura. » (H.P. Lovecraft)

Una macelleria d'anima. Visiva. Violenta e brutale. Paolo di Orazio, ex caporedattore di riviste a fumetti come “Mostri” e “Splatter”, sceneggiatore delle disavventure di Cattivik, forse l'unico in Italia a passare sotto le forche caudine di un'interrogazione parlamentare per il suo primo romanzo a fumetti “Primi Delitti” , ci trascina nelle vesti del suo alter ego, il dottor Gechi , nella sua specialissima clinica da girone infernale. Nove racconti, nove stanze. Complete di disegni come graffiti suburbani. Una scorticatura via via sempre più profonda, più dolorosa, più agghiacciante. Dal derma fino ai tessuti molli della carcassa sanguinolenta del nostro sentire. Prendendo spunto da veri fatti di cronaca: il mostro di Firenze, le Bestie di Satana, il mostro di Foligno, etc etc. forgia un bisturi di parole, tenaglie di pensieri, forbici di fotogrammi che disintegrano la nostra tracotante e ovinide visione buonistica e bucolica della realtà. Come i maiali del titolo. Finché la violenza non irrompe con un taglio deciso e netto dal collo all'inguine a portarci via quella finta sensazione di sicurezza.


Una donna conosce in chat un chirurgo estetico che opera senza bisturi.Un uomo al di sotto di ogni sospetto trama una ragnatela di abusi. Giustizia divina per un prete esorcista e i ragazzi indemoniati di Comacchio. Uno zelante carabiniere ripercorre la cattura di un uccisore di bambini. Una fanciulla afflitta da una malattia rara fugge da una clinica dimenticata. Il folle Dottor Gechi esegue il lavaggio del sangue su di un noto personaggio dello spettacolo. La fiaba dell’orco è servita a cena per un rispettabile avvocato. Un esploratore del sesso estremo compie la prova suprema. Grazie all’indulto del governo Prodi, un pericoloso assassino seriale torna in libertà con uno sconto della pena. Con riferimenti impliciti alla cronaca nera italiana, nove racconti immersi in un rituale chirurgico ci trascinano senza filtri tra le profonde bassezze del più moderno degrado socio-antropologico. Un’orgia di follia, violenza e morte.

Perché gli Orchi esistono e sebbene ne sentiamo l'odore circolare ai limiti del nostro campo visivo durante un tg od un documentario in seconda serata, non ne rimaniamo invischiati più di quei trenta – quaranta minuti. Benedetta tv, verrebbe da dire. Qui non c'è scampo. Quelle che si creano leggendo non sono immagini di seconda mano, propinate da altri. Nessuna censura di pixel sull'immaginifico abisso che la nostra psiche ricrea sospinta, strattonata, violata, rivoltata da queste pagine e da quel bisogno oscuro e macabro, che forse potrà far storcere il naso a molti, ma che ci accomuna tutti, di vedere di cosa e di quanto sangue e dolore è capace il male. Per poi ritrarsi inorriditi sì, disgustati e rabbiosi certo, bisognosi come non mai di luce, ma anche, felicemente consapevoli di non essere mai stati e di non poter essere mai dei mostri.
Crimini efferati che hanno in comune una connotazione sessuale. Pedofilia. Abusi.
Ecce homo, ecce pater./ Ecce femina, ecce mater. / Domus domina dominusque sunt. /Ecce puella et puer: servi cibusque sunt./ Occidere peccatum sed humanum est. Amen “.
Una denuncia da parte del Di Orazio, un escamotage per riavvicinarci alla vastità e alla gravità di un fenomeno violento che sembra allargarsi e diffondersi come e più della marea nera nel golfo del Messico. Una marea vischiosa, talmente putrida di sofferenza e rabbia da tirarla su con ogni respiro d'anima, fino a gridare. Come maiali appunto.

[..]Vi porto nel mio ambulatorio somatico, per un ritocchino qua e là. E' inutile portare il cellulare. Probabilmente non c'è campo.

Articolo di Daniela "eccozucca" Contini

Dettagli del libro
  • ISBN 978-88-96121-10-8
  • Code R0007/09
  • Genere Narrativa noir illustrata
  • Autore Paolo Di Orazio
  • Titolo Che hanno da strillare i maiali?
  • Pagine 264
  • Edito da: DEa'D Edizioni

4 commenti:

Briciole di tempo ha detto...

Recensione da brivido Dani!!!!

Martina S. ha detto...

Ha ragione Mari, davvero!!! Ma ora questo libro mi fa ancor più impressione...

eccozucca ha detto...

@Mari..grazie sorellina :D
@Martina..si è decisamente un pò a tinte forti..in molti punti ho dovuto riprendere fiato per proseguire..

Stefania ha detto...

Inquietante!