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martedì 9 marzo 2010

Quella notte alla Diaz - Christian Mirra


Chi non si ricorda della spirale di violenza scatenata a Genova in occasione del G8 nel luglio del 2001? Fu la terribile estate dei black block che hanno devastato una buona parte della città, della morte di Carlo Giuliani, dell’inferno scatenatosi all’interno della scuola Diaz, dei continui scontri, spesso senza esclusione di colpi, tra manifestanti e forze dell’ordine. Ha segnato una città, ha segnato un paese, ha segnato il cuore di molte persone che ancora oggi a distanza di 9 anni rivive ancora nitidamente quelle immagini sconvolgenti nella propria testa.
Christian Mirra, non è un narratore qualsiasi. Lui a quei fatti ha partecipato in prima persona. E ha ancora i segni fisici e psicologici ben fissati, che inevitabilmente non si cicatrizzeranno mai del tutto. Chi meglio di lui puo’ raccontare una versione dei fatti che ha assunto di fatto la valenza di una credibilissima cronaca giornalistica? Lui, essendo illustratore e grafico, ha scelto il graphic novel per portare testimonianza di questa gravissima vicenda dell’estate caldissima del 2001 genovese.
E’ diviso in diversi capitoli, a cui corrispondono altrettanti momenti chiave, ben delineati, che dettano un preciso ritmo, accompagnando il lettore con ordine e chiarezza verso i momenti scottanti: un prologo, ovvero da dove tutto nasce, l’idea di una vacanza in Spagna e un’improvvisa decisione di deviare verso Genova per manifestare contro il G8, il primo capitolo intitolato LA MANIFESTAZIONE, dove l’obiettivo e il clima che si vive rimane circoscritto alla dimensione civile anche se diverse scintille iniziano a surriscaldare l’ambiente, un capitolo intitolato LA NOTTE CILENA, la notte della follia alla Diaz, poi L’OSPEDALE, titolo eloquente delle tragiche conseguenze susseguite alla notte burrascosa, poi DOPO GENOVA in cui si cercano di recuperare un po’ i cocci di quanto ormai si è lasciato alle spalle ma non definitivamente, e infine un EPILOGO in cui Mirra analizza un po’ quelle che sono le ingiustizie, le incongruenze e veri e propri scandali legati al sistema Italia, in questo caso al sistema istituzionale delle forze dell’Ordine.
In un graphic novel, reportage o denuncia, è sempre molto difficile discernere quello che è l’impianto grafico dalla profondità dei contenuti trattati. Ed è la prima domanda che mi sono posto: è possibile attraverso il disegno raccontare verità cosi’ buie, dolorose, dure? Bella domanda. Anche per questo, il lavoro di Mirra dovrebbe essere valorizzato doppiamente.
Oggi il graphic novel ha scoperto un po’ questa natura di medium di reportage e documentario e ha battuto sempre piu’ insistentemente, anche con straordinari risultati, questa strada, dimostrandosi maturo per essere considerato qualcosa di piu’ che un semplice disegno. E Mirra ha saputo creare un gioiello che certamente non puo’ lasciare indifferenti.
Credo anche che si debba andare molto prudenti nell’utilizzo degli aggettivi da poter usare per definire la qualità di questo lavoro. Ad esempio, “bellissimo”, che cosa significa per un’opera del genere? Credo che il complimento migliore che possa essergli fatto è “potente”, “duro”, “sentito”, “coraggioso”, “necessario”. Perché il tema è di quelli che non possono nemmeno avvicinarsi all’aggettivo bello. C’e’ un forte dissapore intrinseco che apparirebbe subito come improprio e fuori luogo, perché bello è altro, sconvolgente ad esempio è il suo equivalente di fronte a opere come queste che hanno l’obiettivo di muovere le coscienze e non di apparire attraente, spettacolare.
E’ molto difficile muoversi all’interno della lettura. Le immagini servono a vivacizzare, si ma che cosa? Di certo non qualcosa di divertente. Servono soprattutto per smascherare la violenza, denunciarne i soprusi e la follia umana, anche per abbattere in un certo senso il pregiudizio e la disinformazione. E lo si fa optando per una colorazione rigorosamente in bianco e nero. Esplicita, simbolica, emblematica per definire il clima che si è respirato in quei giorni. Senza colori.
La prima reazione del lettore davanti allo scorrere delle immagini è lo shock. Ci si sente sgomenti, impotenti, improvvisamente fragili e figli di una società vulnerabile e ostaggia di se stessa.
“Non è possibile, davvero si sono verificate queste vergogne?” oppure “ Non è che sono spettacolarizzazioni necessarie per portare in stampa un graphic novel che necessita a volte di artifici che spingano alla vendita?” sono domande che un lettore potrebbe porsi. Ma sgombriamo subito il campo da ogni equivoco: in questo caso non attacca. Si è ben lontani da un obiettivo di pura spettacolarizzazione o di introiti economici. L’obiettivo è uno: fare conoscere, aprire gli occhi, rendere compartecipi le persone di quella terribile nottata e farle vivere come se fossero state presenti anche loro, far comprendere come su quella nottata di ferri e fuochi sia calato il sipario troppo velocemente. Chissà, per occultare qualcosa, per evitare che nascessero situazioni scomode per qualcuno, per interessi giornalistici. Sta di fatto che, tutto è finito quasi in una bella bolla di sapone. Con processi svolti ma di fatto con tantissime vittime ancora in preda a incubi rincorrenti ma con pochi colpevoli, e quei pochi praticamente mai varcate le porte del carcere.
La realtà raccontata è talmente brutale, talmente inconcepibile,talmente soffocante, talmente frustrante per chi legge certe, che si fatica a credere. Eppure, Christian Mirra, ci sta confessando pieno di dolore, di tristezza, di rammarico per quanto accaduto , cio’ che lui ha provato sulla propria pelle e visto attraverso i propri occhi. E lo fa rivivendo con grande coraggio e con straziante lucidità quei momenti, che non devono mai piu’ ripetersi.
Quante cose i tg ci dicono e il piu’ delle volte NON dicono? Per esigenze televisive ma non solo. Anche per esigenze molto piu’ sporche, e lobbysti che. Siamo in una società perennamente, per almeno metà, oscurata dalla menzogna o dalla mancanza di completezza informativa. Questa è un’altra realtà rilevante che Mirra ha voluto sottolineare: tutte le distorsioni cronachistiche , le volontarie omissioni, interviste e dichiarazioni inventate e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. L’informazione in questo caso è un’arma pericolosissima, che violenta e uccide una seconda volta.
E allora io consiglio caldamente questa lettura. Per conoscere un punto di vista piu’ che mai credibile e disinteressato politicamente sull’intera vicenda, per conoscere un po’ piu’ da vicino cio’ che è successo in quella notte infernale e che molti han preferito sottacere, e per imparare ad abituarsi a non sentirsi sazi di informazione semplicemente ascoltando un tg o leggendo un giornale. Perché spesso e volentieri la verità sta decisamente altrove, non necessariamente davanti ai propri occhi o in superficie a facile portata di tutti.

Articolo di Andryi

Dettagli del libro
  • Autore: Mirra Christian
  • Editore: Guanda
  • Genere: disegno, arti decorative e minori
  • Collana: Guanda Graphic
  • Pagine: 81
  • ISBN: 8860889294
  • ISBN-13: 9788860889294
  • Data pubbl.: 4 febbraio '10

4 commenti:

Martina S. ha detto...

Leggere una recensione di Matteo è sempre un'esperienza profonda. E in questo caso ancor più del solito, per i temi toccati che meritano senz'altro una tale riflessione. Esposizione chiara e precisa, senza sottintesi, ma anche senza scendere nell'apologia e senza essere di parte.
Bravo davvero, Matteo.

Matteo ha detto...

Grazie mille Martina, come sempre sei gentilissima. I complimenti pero' andrebbero a Christian Mirra, che ha davvero messo a disposizione di tutti un grande libro di denuncia disegnato, che secondo me merita tantissimo di essere letto.

Marta ha detto...

Ottimo :)
Messo in wish list da subito, appena posso lo prendo.

carmine ha detto...

complimenti per la recensione.
Davvero la più calzante che io abbia letto a riguardo del fumetto di christian.(lo seguo da quando è uscito essendo suo amico)