Ho sempre delle aspettative mastodontiche nei confronti di Lincoln Child,è un' autore che divoro ad ogni uscita e non mi ha mai deluso.
Morte tra i ghiacci è molto simile ad Artico di Rollins e il metodo narrativo uguale ad Abisso, il suo romanzo precedente. E' interessante come Child riesca sempre a fare un minestrone di empirismo e misticismo, mischiando le carte e facendo cadere qualsiasi convinzione del lettore senza il minimo di fatica.
Si sente la non presenza di Preston, di lui e dei suoi mitici Anasazi, ma devo dire che io Child lo preferisco in solitaria, senza nessun tipo di influenza, solo lui e la sua fantasia da Oscar, le sue ambientazioni solitarie, claustrofobiche, i suoi concetti scientifici subito smontati da una qualche credenza magica, poi spiegati da esperimenti empirici per poi essere ancora distrutti da un rito arcaico, alla fine neanche il lettore sa più a cosa credere e le sue convinzioni vengono a cadere, fino a un finale di quelli che solo Child riesce a proporre.
A differenza dei suoi libri precedenti, questa volta Child ha voluto dedicare le prime cento e passa pagine alla costruzione delle fondamenta di quella che diventerà poi una trama al cardiopalma, per niente noiosa.
Un bel libro, una storia appassionante, ricca di scene adrenaliniche e cambi di direzione che il lettore non si aspetta.
Anche questa volta mr Lincoln Child ha fatto centro. Chi di noi non ha paura dei mostri? Per di più se si è isolati in una base militare tra i ghiacci?
Ferocia, sangue, claustrofobia, riti ancestrali, ecc
Bene, questo romanzo è un insieme di tutte queste paure e suggestioni, sommate poi alla genialità espositiva di Lincoln Child, han fatto di questo romanzo uno dei migliori dell' autore americano.
Consigliatissimoe godetevi la quarta di copertina.
Quarta di Copertina
Doveva essere una spedizione di routine, quella dello scienziato Evan Marshall nel cuore dell’Alaska. Il ghiacciaio del Mount Fear, in lento ma inesorabile scioglimento, sembrava l’ideale per le sue ricerche sui cambiamenti climatici. Ma l’imponente montagna, che i nativi Tunit credono abitata da spiriti della natura vendicativi e intoccabili, riserva all’équipe di Marshall una sorpresa di tutt’altro genere: quando una grossa lastra di ghiaccio si stacca da un fianco, un enorme occhio giallo appare a fissarli. È una spaventosa creatura preistorica, quella che Marshall e i suoi hanno scoperto, un animale finora sconosciuto rimasto per millenni prigioniero dei ghiacci. Un ritrovamento senza precedenti, che accende immediatamente l’interesse del rapace network televisivo che finanzia le ricerche di Marshall. Ma quando, nel buio della notte artica, il corpo della bestia scompare, e intanto vengono ritrovati i cadaveri sventrati di tre membri della troupe, il monito dei nativi risuona finalmente in tutta la sua inascoltata e profetica saggezza: la montagna si è ribellata all’avidità degli uomini, risvegliando da un sonno senza tempo un mostro che doveva restare sepolto nelle sue profondità. E che è tornato per spargere terrore, uccidere e, forse, mettere in discussione per sempre le certezze più radicate della nostra civiltà.Articolo di dampy
Dettagli del libro
- Formato: Rilegato
- Pagine: 374
- Lingua: Italiano
- Titolo originale: Terminal Freeze
- Lingua originale: Inglese
- Editore: Rizzoli
- Anno di pubblicazione 2010
- Codice EAN: 9788817037594
- Traduttore: A. Tissoni
2 commenti:
Ho sempre avuto un'adorazione per Preston e Child..mi intriga molto questo romanzo "in solitaria" anche se per alcuni aspetti mi fà tornare alla mente un'altra lettura "la scomparsa dell'Erebus "..
Complimenti Dampy ottima rece ^_^
Bella recensione Dampy, ho letto solo gli autori in coppia , ma nella libreria qui in casa, grazie al trasloco di massimo , ne ho parecchi anche degli autori singoli (questo però ci manca, magari pensierino per un regalino ^__^) e prima o poi li leggerò.
Posta un commento