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sabato 16 gennaio 2010

I Diabolici - Pierre Boileau e Thomas Narcejac



“Fratelli, a un tempo stesso Amore e Morte ingenerò la sorte” (G. Leopardi)

Fernand Ravinel con la complicità dell'amante fa fuori la moglie. Il piano prevede che ne scopra il cadavere tornando a casa da un lungo viaggio di lavoro. Che venga dichiarato incidente o suicidio poco importa: in un caso o nell'altro potrà riscuotere l'assicurazione e darsi alla bella vita con la propria amata. Un piano semplice, un delitto perfetto. Anzi no. Di ritorno a casa il corpo della moglie non c'è e da quel momento l’esistenza di Ravinel diventa un vero e proprio incubo. Perchè “… i morti sono là, invisibili, si mescolano alla vita, continuano nei loro piccoli compiti….”’. Ravinel in casa continua ad avvertire il profumo della moglie nell’aria, a trovare amorevoli bigliettini insieme alla tavola che lei, da buona e devota mogliettina, gli fa trovare già imbandita e con la pentola sul fuoco. Il finale è degno di entrare nella storia del giallo e non solo: angoscia, tensione e terrore allo stato puro.
Un vero e proprio capolavoro della coppia di scrittori noir francesi più famosi del dopoguerra, (che due anni dopo, nel 1954, daranno alle stampe l’altrettanto indimenticabile “La donna che visse due volte”) portato sul grande schermo dal famoso regista francese Henri-Georges Clouzot, in un’indimenticabile trasposizione cinematografica con Simone Signoret e Michel Serrault tra i protagonisti (nulla a che vedere con il remake del 1996 con Sharon Stone e Isabelle Adjani), imperdibile da coloro che amano le emozioni forti e che dovrebbe mettere d’accordo tutti i vari amanti del genere giallo “tout-court” indipendentemente dalle varie etichette che ne contrassegnano le diverse “sottocategorie”.
C’è la suspense del “chi ?” del “come ?” e del “perché ?” ricreata magistralmente e un colpo di scena finale imprevedibile. C’è un protagonista terrorizzato, che si consuma in un vero e proprio delirio, che, come tutti coloro che vivono attanagliati dalla paura, “muore ogni giorno” e che per questo, alla fine non sarà più in grado di riconoscere “ da quale lato stanno i vivi, da quale i morti ?”. C’è il tema del “morto che ritorna” che viene trattato in maniera superba. C’è una storia in cui realtà ed incubo sono indistinguibili e indissolubilmente legati in un intreccio di amore e morte. Perché come cantano i poeti da che mondo è mondo, “Fratelli, a un tempo stesso Amore e Morte ingenerò la sorte”.
Amore diabolico in questo romanzo, fonte di ossessione prima e spietato angelo vendicatore poi nel caso di un altro capolavoro della coppia “I vedovi” (attualmente reperibile anche da Sellerio editore nella bella collana “La memoria” oltre che tra i Gialli Mondadori al n. 2579 del 1998), amore che consuma e distrugge in “Terminal” (Giallo Mondadori n. 1732 del 1982). C’è la cronaca di un “delitto perfetto” raccontato su un palcoscenico altrettanto perfetto: una Nantes autunnale, umida, immersa nella nebbia che soffoca il corpo ma ancor prima la mente, dove un “fantasma” ha buon gioco ad apparire e svanire come un filo di fumo e che diventa sempre più asfissiante e opprimente al crescere parallelo dell’inferno personale di Ravinel.
Una trama che può di buon grado essere assunta a “manifesto” della produzione migliore della coppia francese che dà il meglio di sé quando mette in scena le fissazioni, le paranoie, le ossessioni, le fobie e il panico in cui rovinano persone “normali” stritolate da ingranaggi sui quali pare non possano esercitare il benché minimo controllo e la cui narrazione raggiunge vertici di vero e proprio terrore nel momento in cui la vittima, condotta, il più delle volte, ad indagare in prima persona sul proprio caso, sprofonda nel delirio puro e semplice quanto e più si sforza di ragionare in maniera razionale. Alla fine, come sempre, niente di soprannaturale, il cerchio si chiude riconducendo il tutto alla realtà. Perché, che bisogno c’è di scomodare i fantasmi dell’altro mondo quando ogni giorno, in questo, si deve aver paura più dei vivi che dei morti ?


Articolo di Allanon

Dettagli del libro
  • Titolo originale: Celle qui n’était plus (1952)
  • Autore: Pierre Boileau, Thomas Narcejac
  • http://www.zam.it/home.php?id_autore=4742
  • http://www.zam.it/home.php?id_autore=4743
  • Collana: Le porte
  • http://www.fazieditore.it/scheda_Libro.aspx?l=408
  • I Classici del Giallo Mondadori n. 376 del 23/06/1981

4 commenti:

Martina S. ha detto...

E' sempre un vero piacere leggere le ottime recensioni di Allanon che mi fanno scoprire molti gialli classici di valore, a me sconosciuti.

Lofi ha detto...

Quoto Martina. Il nostro amico Alberto ci sorprende sempre piacevolmente con recensioni di alto livello. Il libro è gia finito in wishlist. http://www.artinvest2000.com/magritte_loversII.htm

AngoloNero ha detto...

Sembra fantastico :)

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Alberto si rivela la penna più sopraffina e prolifica nel panorama del mystery classico.
Oggi ci presenta un'altra opera che consiglio assolutamente da riscoprire per tutti gli amanti del giallo sempre a caccia di qualche chicca di alto livello.
Recensione molto completa, ricca di spunti e profondamente dettagliata.