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venerdì 14 agosto 2009

Intervista a Charlie Newton



Corpi Freddi: Prima di tutto grazie per essersi reso disponibile a questa intervista. Dalle pagine del suo sito web si apprende che in realtà “Calumet City” non è il primo libro pubblicato, ce ne sarebbero altri nove, li vedremo pubblicati anche in Italia? e c’è qualcosa in comune con la storia di Patti Black?

Charlie Newton: CALUMET CITY è il sesto libro che ho scritto, ma è il primo ad esser stato pubblicato. Ho terminato il settimo, ottavo e nono libro dopo CALUMET CITY (tutti non ancora pubblicati) e sono a metà del decimo. Credo che alla fine verranno tutti pubblicati negli USA e se CALUMET CITY andrà bene in Italia, allora verranno pubblicati anche nel vostro paese. CC è stato candidato al premio Edgar, a The ITW; The Macavity, ed eletto uno dei 6 Migliori Esordi dalla American Library Association. Tutte queste candidature assieme non si erano mai verificate. Tutti i miei libri sono scritti in un certo Ambiente, ciò significa che il “mondo” del libro continua – la città, i luoghi, i personaggi, sia quelli principali che quelli minori. Tutti sono correlati. Patti Black non tornerà come personaggio principale per altri tre libri circa, ma ricomparirà brevemente, come faranno gli altri personaggi nel libro.

CF: Abbiamo letto nei ringraziamenti che Patti Black è un personaggio reale; quanto di vero, di biografico c’è nella storia raccontata nel libro?

NC: La Patti Black del romanzo agisce ed assomiglia alla vera Patti; hanno gli stessi valori; la stessa mancanza di paura, la stessa compassione nel ghetto che è così insolita. Le loro storie sono diverse, ma, nell'impatto, simili. Un giorno o l'altro Patti condividerà la sua storia – un viaggio davvero avvincente.

CF: Perché ha scelto di immedesimarsi in un personaggio femminile, era la storia che lo richiedeva o una sfida con sé stesso?

NC: Il personaggio lo richiedeva senz’altro. La sua storia doveva essere viscerale; ciò significava raccontarla in prima persona, , al presente. Se Patti fosse stata una donna totalmente femminile, non avrei mai potuto farlo. Ma poiché è una pistolera isolata e problematica, caratteristiche provenienti dal suo lato maschile, è stato fattibile. Ed io la conosco davvero bene.

CF: Il romanzo è ambientato a Chicago, come in altri luoghi. La descrizione della città esalta gli aspetti più problematici di una grande area urbana come questa, in particolare il fatto che sia così rilevante il fenomeno delle gang, quanto sia alta la tensione in cui si vive in certi quartieri, le frequenti esplosioni di violenza cui si assiste. Il libro esalta queste caratteristiche per rendere più avvincente il plot narrativo o ne rappresenta, purtroppo, una spietata fotografia?

NC: Le parti più povere delle città dell'America non sono Città del Capo o Joannesburg, ma sono molto pericolose secondo gli standard convenzionali. Le gang di strada negli USA sono mantenute dalla vendita altamente proficua di coca e, in grado minore, di altre droghe. Nella sola Chicago (meno di New York o Los Angeles) ci sono 80-100.000 membri di gang di strada, ma soltanto 13.000 poliziotti nell'area cittadina. Nelle aree del ghetto dove queste gang si concentrano, la polizia spesso è presente in numero di 100 a 1. La polizia viene anche battuta nelle sparatorie.
Sfortunatamente noi siamo una società poco propensa ad affrontare la verità delle nostre scelte politico/morali e la polizia viene spesso lasciata sola ad affrontarne le conseguenze. La maggior parte degli Americani sarebbe inorridita se conoscesse questi posti e le condizioni di vita che ci sono nel nostro paese. Così io sto raccontando loro un romanzo alla volta.

CF: La storia su cui indaga Patti Black inizialmente è incentrata sulle lotte di potere ai vertici della politica, la legge sull’aumento delle licenze ai casinò, i repubblicani che assoldano killer per togliere di mezzo il candidato democratico alle prossime elezioni amministrative. Chicago è ancora una Sin City?

NC: No, non più e così la maggior parte delle città di livello internazionale. Probabilmente la traduzione dall'Inglese all'Italiano ha perso le sfumature della versione originale. Gli argomenti che citi vengono considerati – perché sono possibili a Chicago. C'è sempre una storia differente – sia in una società capitalista, socialista o guidata da un tiranno – sotto le trattative quando sono in gioco grandi cambiamenti o molto denaro.

CF: Nella squadra di cui fa parte Patti Black si tocca con mano il forte senso di cameratismo, la protezione vicendevole, l’istinto di sopravvivenza dei suoi componenti. Il mestiere di poliziotto è proprio così duro come emerge dal libro?

NC: Più duro. Così come è pericoloso e sempre sotto esame da ogni direzione. Non farei MAI quel lavoro e chiedo sempre ai poliziotti che intervisto perché mai hanno scelto quel lavoro, e cosa più sorprendente, perché continuano a farlo.

CF: I poliziotti, e Patti Black in particolare, non sono supereroi, potenti e invincibili, ma mostrano tutta la propria fragilità e debolezza di fronte ai fatti tragici della vita. La scelta di rappresentarli nel loro lato umano è in qualche modo un debito nei confronti di uno scrittore come J. Wambaugh che ha per primo mostrato il bagaglio di sofferenze e dolore che si portano dietro?

NC: È un debito nei confronti della polizia e dei soldati di tutto il mondo. Il novanta per cento di essi sono buoni, forse il venti per cento lavora duramente (come in tutte le professioni si applica la regola dell'80-20: il 20% fa l'80% del lavoro). Come ho già detto, è un lavoro ingrato e se non lo facessero loro, allora lo staremmo facendo tu ed io. Sarebbe la sopravvivenza del più adatto, del più violento, del meglio armato. Immaginate di essere in guerra in prima linea per trent'anni. Immaginate il costo che comporterebbe per voi e per la vostra famiglia? Non abbiamo bisogno di immaginarlo perché queste persone lo fanno già.

CF: Quali sono le letture che più l’hanno influenzata per la sua formazione di scrittore e che ritroviamo espresse in Calumet City?

NC: Tutto Raymond Chandler, molto di Donald Westlake, God’s Pocket di Pete Dexter, Hell’s Angels e Fear and Loathing in Las Vegas di Hunter Thomson, il primo P.J. O'Rourke per il suo humour, e i primi tre libri di Thomas Harris - Black Sunday, Red Dragon, e Il silenzio degli innocenti. Anche le prime trenta pagine di Mystic River di Dennis Lehane sono il meglio che una persona può scrivere su un Luogo.

CF: Nel libro vi sono diverse scene cariche di elettricità, per es. nel bar di Ashland Avenue con due Gangster Disciples o l’incontro con il capo Charlie Moth alla sede dei Gipsy Vikings, descritte con tanta nitidezza e cura del dettaglio da sembrare il reportage di un corrispondente di guerra. Newton si è esposto a rischi reali pur di riuscire a renderle così vivide?

NC: Sono stato un po' in giro. Ho vissuto in molti posti e sono sempre andato dove vanno i personaggi. Probabilmente non ho fatto quello che essi fanno, ma se il mio personaggio dice che lui/lei sta all'angolo di una strada a Saigon o a Port au Prince, allora io ci sono stato.

CF: Il ritmo del romanzo è indiavolato. La storia si svolge nell’arco di una settimana, gli eventi sono scanditi secondo le ore del giorno, Patti macina chilometri in uno stato di febbrile alterazione …. è meglio inserire l’avvertenza “sconsigliato ai lettori deboli di cuore”?

NC: Grazie. Io scrivo in prima persona, al tempo presente proprio per questa ragione, e seguo I precetti di John Gardner riguardo alla Distanza Psichica e al Sogno Romanzesco. L'obiettivo è far sì che il lettore sia Patti Black, non qualcuno che legge di Patti Black.

CF: La visita al ranch della Città Pentecostale è una sequenza da incubo, sono le conseguenze di qualche brutto film visto da piccolo?

NC: Molto divertente. Può darsi – La notte dei morti viventi mi spaventò a morte – ma ci sono là fuori nel mondo un certo numero di sette di Jim Jones/del tempio di Qualcuno/di una denominazione qualsiasi e nei deserti americani succedono cose molto strane. Se vi sedeste fuori di quegli edifici deserti e lasciaste vagare la vostra mente su ogni cosa possibile! Voglio dire, perché ci sono questi edifici qui in mezzo al nulla, quasi letteralmente?

CF: Ora che sta in Sudafrica ambienterà nel Kruger Park le prossime furiose cavalcate? Di cosa parlerà il prossimo libro?

NC: Come ho detto, scrivo in un certo Ambiente, quell'ambiente è Chicago e dovunque vada la storia da lì. Il prossimo libro che uscirà sarà probabilmente STATE OF GRACE, ambientato nei Four Corners, il ghetto ispanico del Westside di Chicago. Dopodiché dovrebbe venire PARADISE CITY, ambientato in centro città, con un ex pugile professionista sudafricano come protagonista.

CF: Corpi Freddi la ringrazia per essersi prestato a questa intervista.

NC: Il piacere è mio. Spero di farcela a venire in Italia quest'anno o il prossimo. Mi piacerebbe uscire a bere una birra e mettermi nei guai con le belle ragazze italiane senza rimetterci le penne.



Calumet City: Thriller® Award Nomination—International Thriller Writers Association

Calumet City nominated for an Edgar®—Best First Novel by an American Author

Calumet City: Macavity® Award Nomination for Best First Mystery Novel—Mystery Readers International

The American Library Association names Calumet City one of the best crime novel debuts of 2008


Intervista di Frankie Machine
Traduzione di Palazzo Lavarda

11 commenti:

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Grandissimo Newton e ottima intervista. E' stato Frankie a buttare giù il set di domande???
Comunque sia complimenti di cuore.
E' già in libreria da ieri sera :-)

Scéf ha detto...

sisi Tutto Frankie ma il dramma è stata la traduzione perchè sto pazzo di Newton parla uno slang strettissimo e Martina per tradurre ha dovuto camuffarsi da Eminem per cercare di capirci qualcosa
amhuahuahuamhamhamahuamhu

Lofi ha detto...

Si legge tutta d'un fiato. Complimenti a Eminem per la traduzione. Per Frankie niente elogi l'intervista parla da sola.

Martina S. ha detto...

Ora ho capito perchè quando parlo coi miei parenti americani, dicono che io parlo un "inglese strano": probabilmente loro parlano tutti così ;-)

Al Custerlina ha detto...

The Original Al Custerlina Seal of Quality. ;)

Ragazzi, questo sito sta diventando una favola! Avanti così!

Scéf ha detto...

Grazie mille Al :)

Anonimo ha detto...

Mi associo. Tra l'altro mi pare di una simpatia unica.
Fabio Lotti

Carrfinder ha detto...

Non è il mio genere di romanzi, ma ottima intervista Frankie!

Frankie Machine ha detto...

Wow l'ho letta solo adesso, quanto mi piace questo scrittore, non lo facevo così critico e preoccupato. Thanks Martina and the Gunfighters! See you later, passo e chiudo.

Martina S. ha detto...

@Krankie: I gunfighters!!! ^__^
Meno male che c'eri tu...

Tommy ha detto...

Grande Frankieeeee