Strade di sangue
Con il giornalista Patrick Grimes…
“New York 1946” in quarta di copertina mi ha fatto venire in mente Poggibonsi 1946. Vediamo un po’ che cosa succedeva a New York nel momento in cui venivo alla luce, mi sono detto. Chissà che vita avrei fatto se fossi nato là…
I motivi per l’acquisto di un libro sono tanti fra cui si può aggiungere anche questo. Vedi l’imponderabile della scelta umana. A volte è la copertina che mi attira, a volte il titolo, a volte il nome dell’autore o una buona recensione da parte di chi non mi ha già “fregato” e così via. A volte, invece…semplici coincidenze.
New York 1946, dunque. Si parte da un prologo con una specie di eremita che vive nel deserto. Poi, subito di botto, una ragazza, Amanda Price, trovata morta ammazzata da un negro. Sul luogo del delitto Patrick Grimes, cattolico irlandese (importante per lo sviluppo del personaggio), giovane giornalista (23 anni) dell’”Examiner” insieme al fotografo Finkel a scuriosare prima dell’arrivo dei poliziotti. E dunque violenza sullo “sporco negro” William Andersen incastrato come autore del delitto con il nostro Patrick a cercare in qualche modo di scoprire la verità attraverso contatti con tutti coloro che hanno conosciuto Amanda, fra cui il padre e sua sorella Sylvia, ragazza di mondo il cui ultimo fidanzato è in rapporti con il boss mafioso Frank Costello. Indagine pericolosa, punteggiata di fughe e altri morti, ricca di spunti sul suo lavoro da giornalista, sulla sua vita passata e presente, sul suo rapporto drammatico con la madre morta “Vorrei che tu non fossi mai nato” e il padre ubriacone, sulla sua sporca guerra in Italia, sulla Statua della libertà simbolo logoro e vuoto dell’America.
Indagine che lo porta a svariare nei luoghi più diversi della città e ad interessarsi nello stesso tempo a fatti di cronaca quotidiana che mettono in rilevo i cambiamenti emergenti e gettano uno sguardo, tra gli altri, al problema dei reduci della guerra del Pacifico (macellaio che fa a pezzi la moglie e sembra di essere ai giorni nostri).
Razzismo, egoismo, cinismo (come quello del suo direttore McCracken), violenza pubblica e privata, giustizia che giusta non è, intreccio perverso fra politica, giornalismo e malaffare. L’epoca dei vari Costello e Anastasia, l’epoca della spartizione del potere economico, delle costruzioni facili in nome della modernità, via il vecchio fuori il nuovo. E giù soldi a palate e sangue da tutte le parti.
Con il nostro eroe ( un classico) che lotta da solo contro tutti e contro se stesso, contro i fantasmi che si porta dietro, in perenne conflitto fra il bene e il male. Inutile rifugiarsi in un posto sperduto del deserto. Prima o poi arriveranno anche lì. Rimane solo la foto di una bella ragazza a fare compagnia, di un bacio che non si scorderà mai.
Un libro di forte impatto e nello stesso tempo scontato (le tematiche proposte sono state più volte sviscerate) con il protagonista in bilico tra personaggio vero e simbolo di un riscatto morale destinato al fallimento.
P.S.
Beh, in quegli anni a Poggibonsi, o meglio a Staggia senese dove andò subito ad abitare la mia famiglia, c’era un po’ meno “casino”…
Articolo di Fabio Lotti
Dettagli del libro
- Autore: Tom Coffey
- Titolo: Strade di sangue
- Editore: Mondadori
- Prezzo: 4,20 €
- Num. Serie: 3003
- Traduttore: Silvestro Pontani
- Data Uscita: 29/4/2010
3 commenti:
Ottima presentazione, Fabio (ma non occorre che te lo dica io, eheh...)
Sulla casualità delle scelte, succede lo stesso anche a me a volte.
Bravissimo Fabio. Come al solito le tue recensioni sono esaustive e complete, dando un quadro della trama del libro senza spoilerare. E soprattutto sono scritte molto bene. Il periodo è interessante ed effettivamente si presta particolarmente ad essere raccontato in chiave gialla. Sono io, che con il poco tempo libero che mi lasciano le mie 2 pesti, (tu mi pare di ricordare hai un nipotino che più o meno dovrebbe avere l'età dei miei 2 bimbi - giusto 2 anni - e quindi puoi immaginare.....) alla fine preferisco sempre indirizzarmi verso il mio amato giallo classico :-)
Buon week end a tutti
Per quanto riguarda le recensioni mi piace scriverle piuttosto brevi e dargli un certo ritmo perché ho il fondato sospetto che quelle troppo lunghe (mi riferisco sempre alle mie) vengano lette solo dagli amici (da alcuni amici). Come lettore, invece, leggo volentieri anche quelle più lunghe e particolareggiate. Mi trovo bene in questo blog perché c’è la possibilità di apprezzare svariati modi di presentare i libri, ognuno con il proprio stile. E trovo anche una bella dose di franchezza nei giudizi, cosa che sempre non capita. Ho due figli grandi e un nipotino, Jonathan, di poco più di un anno curioso da morire. Spero che prenda da me solo i lati positivi…:-)
Fabio Lotti
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